Questa è Ferrara, una città per il cinema

Nella chiesa di San Romano una mostra da «Ossessione» a «Il grido» Nella chiesa di San Romano una mostra da «Ossessione» a «Il grido» Questa è Ferrara, una città per il cinema FERRARA — E' In corso netta Chiesa di San Romano la mostra •Ferrara: ciak su un territorio», ricostruzione storica di Paolo MlcaUzzl su tutta la produzione cinematografica realizzata nei territorio. Fotografie, locandine, recensioni • Altro documentazioni ricostruiscono un complesso fenomeno. Ecco I punti principali detta mostra: Le origini. Da «Ossessione» a «Oli occhiali d'oro». Lungometraggi clne-tolevlslvl. I documentari. Cinema d'animazione. La Ferrara Inventata. Alla ricerca del "set". Il "set". Caratteristi ferraresi. I film del Cineclub Fadlc. La Video Arte. Nel '42-'43, quando Luchino Visconti si batteva per un cinema antropomorfo che ponesse l'uomo su uno sfondo realista e sociale, il paesaggio di Ferrara in¬ il ruolo d'una "quinta" che parla ne II giardino del Finzi Contini. Ma siamo già nel 70 e la città era diventata protagonista di vicende raccontate con un minimo di serenità a distanza dei fatti: La funga «offe del '43 (1960) di Florestano Vaticini, Giovinezza giovinezza di Franco Rossi (1969), Amore amaro (1974) ancora di Vancini. La bellezza del.Delta a sua volta segna film diversissimi quali La donna del fiume di Soldati con Sophia Loren o L'Agnese va a morire di Montaldo con Ingrid Thulin. Anche nella stretta attualità lo scenario emiliano s'impone, lo stesso Montaldo vi farà ritomo questa primavera per GW occhiali d'oro dal romanzo di Bassani. Una Ferrara e una Padania tutte particolari sono Infine quelle di Pupi Avati, uri bolognese che a Ferrara ha girato la metà esatta della sua opera, con 8 film su 16. E' nato sotto il Castello Estense il più noto dei documentaristi italiani, Folco Quilici, autore di pochi cortometraggi locali, giramondo per definizione. Ma il più dolce atroce canto a questa terra viene dal ferrarese Michelangelo Antonioni che ne // grido (1957) abbatte poeticamente i luoghi comuni. La nebbia della padanla accompagna la crisi esistenziale d'un semplice operaio, i simboli d'un oscuro progresso quali le pompe di benzina o i grossi cavi dell'elettricità cancellano il caro paesaggio, infine il protagonista si butta da un silos orgogliosamente levato verso il cielo che non si china verso la bassa. ricana alla nostrana quotidianità. I casolari e le campagne di Ferrara e provincia si trovano dunque nel momento della nascita del neorealismo. E tornano tre anni dopo, nel '46, in quell'ultimo episodio di Paisà che rimane un capolavoro di concisione. Nelle valli di Cornacchie in quell'incerto intrico di fiumi, saline e bracci di mare, I partigiani rievocati da Roberto Rosselllni lottano senza speranze di fronte alla possente controffensiva del nazisti. Quelli che vengono presi, considerati "bandlten", non sono neppure processati ma giustiziati senza formalità. Le braccia legate, il capo avvolto In un sacco, cadono con un lugubre tonfo da una barca nelle acque del fiume patrio. Anche l'altro artefice del neorealismo, Vittorio De Sica, non trascurerà Ferrara assegnandole vase con la sua aspra nudità lo schermo attraverso Ossessione. Il grande regista, esordiente, aveva trasferito nella Pianura Padana i trasalimenti d'amore crudamente sbozzati ne! romanzo II postino bussa sempre due volte di Cam. Clara Calamai canticchiava Florin fioretto con le gambe nude penzoloni da un .tavolaccio In una mescita lungo il Po, Il disoccupato Massimo Girotti mendicava un'occupazione e qualche cos'altro chiedendo accaldato una bibita (oggi chi più si terrebbe tanto sul generico?). Il fiume dava un senso ai fluire delle passioni represse, la città lontana illudeva gii amanti impossibili. Mentre I solchi nelle zolle arate segnavano nei campi lunghi un destino infelice, Il primo piano del sopralluoghi sottolineato dalla fotografia di Tonti e Scala avvicinava tristemente la storia di orìgine ame¬ Piero Ferona

Luoghi citati: Ferrara, San Romano