Da sette anni non si dice nulla di nuovo

Da seffe anni non si éfee nulla di nuovo Da seffe anni non si éfee nulla di nuovo ROMA — Quattro giorni di dibattito scientifico sull'energia occuperanno tre volumi e qualche migliaio di pagine. Il prodotto verbale e cartaceo della Conferenza al Pala-Eur, ha assicurato ottimisticamente il ministro dell'Industria Zanone, sarà pronto entro 11 mese, ma forse dimenticava che si era al 27 di un mese di 28 giorni. Tentiamo un bilancio, cercando di vincere una persistente impressione di replay (eravamo a Venezia nel 1980 per una conferenza del tutto simile a questa. Indetta dopo l'incidente di Three Mile Island, e molte facce sono rimaste le stesse, soltanto con qualche ruga in più e qualche capello in meno, identici sono rimasti 1 problemi e 1 discorsi, come se sette anni non fossero passati). Domanda di energia. E' 11 punto di partenza per ogni scelta, e anche il più controverso. Nella guerra delle cifre (11 futuro è anche un desiderio, una proiezione di filosofie personali), sembra probabile che la domanda di elettricità aumenti al ritmo del 2,5 per cento all'anno, tanto più che l'Italia è ancora indietro, nella elettrificazione, rispetto agli altri Paesi sviluppati. La crescita prevista comporta un aumento entro il Duemila di circa un terzo delle attuali centrali. Le fonti. Quasi tutti sono d'accordo sul fatto che l'Italia deve differenziare le fonti (petrolio, carbone, gas, nucleare, energie rinnovabili come la idroelettrica, la solare e l'eolica). Tutti d'accordo, anche, sul risparmio energe¬ tico. La rissa incomincia quando si deve scegliere la percentuale del contributo delle varie fonti. In sostanza dalla Conferenza il nucleare è uscito assolto a maggioranza, sia nel questionari sul quali si sono basate le tre commissioni sia nelle relazioni che ne sono state tratte dal «saggi» sia nel contributi portati dal dibattito. Significativo è che le energie come il solare e l'eolico Insieme non potranno in alcun caso superare l'un per cento della domanda di energia a fine secolo. Sicurezza. Ogni fonte di energia ha 1 suoi rìschi. Olio combustibile, carbone e gas producono sostanze cancerogene e altre capaci.di modificare il clima e danneggiare l'ecosistema (piogge acide e morte delle foreste). Solare ed eolico hanno pure pesanti conseguenze ambientali (per sostituire una centrale come quella atomica di Caorso occorrono novemila «mulini» alti 100 metri con pale lunghe 60 che occuperebbero mille chilometri quadrati, un venticinquesimo del Piemonte). Il nucleare risulta 11 meno inquinante nel normale funzionamento ma può originare Incidenti di vaste dimensioni (un caso Cernobil ogni 100 milioni di anni-reattore nel caso della tecnologia adottata In Occidente). Quanto alle radiazioni pero 11 perìcolo va ridimensionato. La radioattività aggiuntiva intorno a una centrale atomica è Inferiore alle fluttuazioni della radioattività naturale. E il cancerolo¬ go Umberto Veronesi sottolinea che 11 35 per cento del tumori si deve a sostanze alimentari, il 30 per cento alle sigarette, il 10 ad agenti Infettivi e via calando, fino a un 1,4 per cento dovuto a radioattività naturale, alla quale le centrali nucleari aggiungono un contributo trascurabile. Il progetto nucleare Italiano. Alla Conferenza sono state illustrate le caratteristiche del Pun, Progetto unificato nucleare, che dovrebbe essere adottato per le centrali italiane. Frutto di una collaborazione tra Ansaldo, Enea ed Enel, 11 Pun adotta nuovi criteri di sicurezza. Alla base c'è la licenza Westlnghouse sperimentata per trentanni in 150 reattori, ma il progetto è stato reso ancora più sicuro con un doppio contenitore a prova di missili, aerei, bombe e terremoti, con la separazione fisica del sistemi di emergenza ridondanti (cioè duplicati per assicurare che uno funzioni anche in caso di avaria del suo gemello), con l'abolizione di saldature nel recipiente del reattore, una sala manovre di emergenza e vari altri accorgimenti. Reattori a sicurezza intrinseca. Sono quelli che hanno permesso a psl e psdi di dire no al programma nucleare Italiano senza proclamarsi antinuclearisti. Questi reattori vengono studiati, con progetti strutturalmente diversi, negli Stati Uniti (ne ha parlato Bruno Coppi) e In Svezia. Quelli americani sono reattori che dovrebbero spegnersi automaticamente in caso di malfunzionamento non per intervento dell'uomo ma per leggi fisi- che naturali; quelli svedesi sono annegati In un bagno di acqua borata che arresta la reazione a catena nell'eventualità di un incidente. .Ma perché questa tecnologia sia sviluppata e resa commerciale — dice Mario Silvestri, che ha la cattedra di energetica al Politecnico di Milano — non basteranno vent'anni*. Un tempo politicamente molto vicino all'eternità, visto che le scelte energetiche devono essere fatte oggi, e anche cosi, dati 1 ritmi di costruzione delle centrali, daranno i loro frutti soltanto nel 1995. Fusione nucleare. Promette energia Illimitata e pressoché pulita, ma non c'è sicurezza scientifica che ci si possa realmente arrivare. Carlo Rubbla ha proposto una tecnica slmile a quella usata negli acceleratori di particelle subnucleari. Bruno Coppi ha sostenuto 11 suo progetto Ignitor a confinamento magnetico. Enzo Bertolino che è nella direzione del JET, il progetto europeo per la fusione nucleare, ha illustrato 1 buoni risultati già ottenuti. Ma nessuno si Illude che si arrivi al traguardo prima del 2020. La scelta. Tocca, ovviamente, ai politici. -Abbiamo fornito tutti i dati necessari*, dice Silvestri. Olà, ma 1 partiti li valuteranno davvero? Lasciando il Pala-Eur si ha l'impressione che 1 giochi fossero già fatti, e non In base al dati ma a posizioni pregiudiziali. Nel 1980, a Venezia segui una non-scelta. Sarà cosi anche nel 19877 Piero Bianucci ANTINUCLEARI BLOCCANO MONTALTO Montalto di Castro. Centinaia di manifestanti del «movimento antinucleare» provenienti da rutta Italia hanno presidiato ieri sin dalle prime luci dell'alba la strada che conduce all'ingresso principale della centrale nucleare in costruzione. Poche decine di operai del primo rumo hanno varcato i cancelli del cantiere. La maggior parte è rimasta a casa aderendo all'invito fatto dal consiglio di fabbrica. Non si è trattato di uno sciopero, ma di una iniziativa decisa dal sindacato nel rimore che la manifestazione potesse dare luogo a incidenti (Telcfoto Ansa)