Nippocervelli super

Nippocervelli super Nippocervelli super Sembra proprio che per i giapponesi sia un'idea fissa quella del «quoziente di intelligenza»: io ce l'ho alto, tu ce l'hai basso, neri e messicani ce l'hanno bassissimo, sono sempre lì a misurare il cervello proprio e altrui. Forse questo continuo ricorrere a un parametro che si presuppone «scientifico», frutto di ricerca e non di umori personali, giapponesi detestano, l.approssimazionc di,.un-giudizio viscerale che ritengono «incivile», tanto è vero che la loro lingua è povera di epiteti offensivi: tutta la nostra gamma, da stupido a zuzzurellone, passando per idiota, scemo, imbecille, cretino eccetera, si esaurisce in un unico insulto: baka. Il ricorso al «quoziente di intelligenza» sembra quindi che nella lingua comune si ponga come necessaria alternativa alla monotonia del generico baka. Si spiega così in parte la gaffe del primo ministro Nakasone, il quale sei mesi fa è stato subissato dalle critiche per aver detto che l'alta percentuale di neri r di latino-americani abbassa la media del quoziente intellettuale negli Stati Uniti, e si spiega anche quella dell'ex ministro nipponico delle Finanze, Michio Watana- RENATA PISU be, il quale pochi giorni fa, a un seminario del partito di maggioranza libcral-democratico, se ne è uscito con la dichiarazione che «chi vota per i partiti dell'opposizione dimostra di avere un quoziente di intelligenza molto basso». Il fatto che due uomini politici applichino questo metro .di giudizio che alla fine è offensivo- quanto se hofTpiù di uri «cretino!» det- ' to di cuore, fa presupporre che entrambi siano sicuri di avere un QI molto alto: tutti e due evidentemente si sono sottoposti a test per misurare le proprie capacità intellettuali, cosa che non stupisce in un Paese come il Giappone dove la tendenza diffusa è valutare la gente in base ai risultati scolastici e al quoziente intellettuale alla cui misurazione tutti si sottopongono speranzosi. Ma se è una discriminante che permette di andare abbastanza sul sicuro quando si tratta di assumere un impiegato, si rivela pericoloso sintomo di un desiderio di omogeneità assoluta quando la si applica al corpo elettorale di un intero paese. Sarebbe molto facile infatti fare politica se si disponesse di un «misurino» sicuro: gli stupidi, pardon, coloro che hanno un basso quoziente intellettuale, votano socialista, gli intelligenti, ovvero chi ce l'ha alto, vota de; o viceversa. Invece le cose sono, almeno dalle nostre parti, molto più complesse perché noi non crediamo alla misurazione del cervello, tuttalpiù diciamo che va a peso, tanto è vero che c'era chi lo portava all'ammasso. E chi erano?' I «trinariciuti». Quanta fantasia, che ricchezza di immagini per dire pressappoco la stessa cosà sottolineando però che «qui lo dico e qui lo nego», Espressione intraducibile in giapponese perché qui, in' vece, è tutto «sdentifico», high tecnology, quindi non posso negare quello che ho detto perché il' quoziente intellettuale è un dato di fatto, una verità scientifica incontrovertibile. Per questo Nakasone ha chiesto scusa ai neri e ai latino-americani e Watanabe agli elettori dell'opposizione, il che non significa «rinnego quello che ho detto», ma «mi dispiace tanto di averlo detto». Non è proprio democratico ma è mol to cortese. I veri signori, di razza aspirante superiore, si riconoscono proprio dalli cortesia del tratto. Tutti gli altri' sono baka cioè «zuzzurelloni».

Persone citate: Michio Watana, Nakasone, Watanabe

Luoghi citati: Giappone, Stati Uniti