Reagan si schiera con Baghdad

Reagan si schiera con Baghdad Poco prima del Rapporto Tower: «Nessun Paese dia armi all'Iran» Reagan si schiera con Baghdad dal nostro corrispondente WASHINGTON — Alla vigilia della pubblicazione del Rapporto Tower sullo scandalo Irangate, il presidente Reagan ha ordinato al Segretario di Stato Shultz di avvicinare Teheran tramite altri Paesi per promuovere un'iniziativa internazionale di pace nel Golfo Persico. 'Shultz — ha detto il Presidente in un comunicato — ha l'incarico di guidare uno sforzo collettivo per portare l'Iran al tavolo del negoziati.. Nel comunicato, Reagan ha ai.che chiesto alle nazioni alleate di non fornire armi al regime di Khomeini per non sbilanciare dalla sua parte l'equilibrio del conflitto con l'Iraq, adombrando cosi l'abbandono della posizione ufficiale Usa di neutralità nella guerra. Il capo dello Stato americano ha affermato che mentre gli iracheni sono disposti alle trattative, gli iraniani le boicottano. 'Teheran inoltre — ha continuato Reagan — continua l tentativi di sovversione nei Paesi vicini attraverso il terrorismo». Senza dubbio, l'iniziativa è dettata dalla volontà del Presidente di dimostrare da un lato che la sua apertura all'Iran non era solo in funzione del rilascio degli ostaggi in Libano, dall'altro di anticipare le critiche che gli pioveranno addosso dal Congresso dopo la pubblicazione del Rapporto Tower. Ma vi sono anche altre ragioni per questa sortita di Reagan. La Casa Bianca teme che il conflitto del Golfo Persico metta in pericolo le rotte del petrolio — significativamente, il capo di stato Usa ha ricordato di aver mandato navi da guerra a pattugliare quelle acque — e spera di riconquistarsi le simpatie del Paesi arabi con una mediazione aperta in un momento difficile per l'Iraq, facendo dimenticare loro 17rangate. Reagan ha parlato del regime di Khomeini in termini assai duri, ammonendo che non gli consentirà di prevaricare gli interessi nazionali americani, e che difenderà dalle minacce quelli degli «amici» nella regione. Ma allo stesso tempo ha affidato al segretario di Stato iniziative diplomatiche tese alla pace. Shultz approfitterà della missione a Pechino per sondare su questo tema la Cina, clie ha contatti, sia pure difficili, con il Pakistan e l'Iran in difesa dei ribelli afghani. Il segretario di Stato è partito ieri dagli Stati Uniti per una visita in Estremo Oriente: contemporaneamente, uno dei suoi funzionari, il direttore per gli Affari dell'Asia centrale, Derwinski, dovrebbe recarsi nel Golfo Persico, n Presidente ha rivolto un appello a Teheran e Baghdad affinché «sospendano immediatamente le ostilità,.. Con la sua Iniziativa Reagan non è riuscito, almeno per ora, a raggiungere il suo terzo obiettivo, quello — non dichiarato — di distogliere l'attenzione degli americani daH'Irangate. Soltanto l'ex senatore Gary Hart, candidato alla Casa Bianca nell'88 per il partito democratico, ne ha infatti parlato in termini favorevoli in rapporto allo scandalo: 'Nell'Irangate — ha detto Hart — il Presidente ha dato via libera a dei destrorsi irresponsabili che hanno operato nella clandestinità. Adesso segue i normali canali, agisce allo scoperto». I presidenti delle Commissioni uniche del Senato e della Camera che indagheranno sullo scandalo a partire da aprile, Inouye e Hamilton, hanno sottolineato che ••sarà indispensabile, per colmare le lacune che rimangono», la testimonianza dell'ex direttore del Consiglio di Sicurezza Nazionale Poindexter e del suo braccio destro North. Hanno fatto notare che la Commissione Tower «si è comportata fin troppo benevolmente nei confronti di Reagan», e che il Presidente non può rimediare allo scandalo con una conferenza di pace sul Golfo Neppure tra i repubblicani i difensori di Reagan sono sembrati numerosi. Il senatore Dole, che si presenterà candidato contro il vicepresidente Bush alle Primarie nell'88, ha obiettato che «non basta un ripensamento sull'Iran» per migliorare le prospettive elettorali Da parte iraniana, l'ambasciatore all'Onu Khorassani ha accusato Reagan di essersi 'finto neutrale' nel conflitto del Golfo «per te sue manovre di politica interna»: 'In realtà — ha dette— ha fornito informazioni segrete all'Iraq». e. c. LA BELLA DELL'IRANGATE Washington. Fawn Hall, l'ex segretaria del colonnello North, diventata la «donna dello scandalo» nelTIrangate, ripresa in una foto dell'anno scorso in cui indossa un costume da bagno per una catena di boutiques. Fawn, nei momenti liberi dall'impiego per il governo, posava come modella (Ap)