Test atomico nel Kazakhstan E' finita la moratoria russa

Test atomico nel Kazakhstan E9 finita la moratoria russa L'esplosione (dopo 19 mesi) «non annulla le proposte di bando» Test atomico nel Kazakhstan E9 finita la moratoria russa La carica inferiore ai 20 chilotoni - Una decisione dettata dall'«irresponsabilità» Usa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — n silenzio nucleare sovietico è finito ieri mattina alle otto, ora di Mosca, quando al poligono di Semipalatinsk, nell'Asia centrale, è esplosa una carica •inferiore al venti chiloton!», il primo test dopo diciannove mesi di moratoria unilaterale. La Tass ne ha dato notizia, con un dispaccio di poche righe, un'ora dopo. E' la fine sostanziale — e ufficiale — della moratoria che Gorbaciov aveva proclamato il S agosto dell'85, quarantennale di Hiroshima; moratoria che per quattro volte era stata prolungata, nonostante il rifiuto americano di aderirvi; e che era stata infine denunciata dal Segretario generale il 18 dicembre scorso, legandone le sorti alla risposta di Washington. Dopo il primo esperimento americano dell'87, aveva detto Gorbaciov, la moratoria non sarà più in vigore; perché, se il silenzio dell'Urss continuasse, la sicurezza sua e del suol alleati non sarebbe garantita. Ieri, a una conferenza stampa convocata poche ore dopo l'esplosione, il portavoce del ministero della Difesa, generale Gely Batenin, ha dato naturale enfasi alla linea del Segretario generale. •E' stata una misura forzata, dettata soltanto dalle esigenze della sicurezza»; «Nel suo programma di esperimenti nucleari, l'Unione Sovietica procederà unicamente tenendo conto del minimo necessario»; «Questo test non significa l'avvio di una nuova serie di esplosioni», ha detto Batenin. Badando bene, dunque, a sottolineare le differenze con il programma americano. Negli scopi, che non sono quelli di «sviluppare e sperimentare nuove armi», di «imitare lo Scudo spaziale» (anche se l'Urss «sarebbe in grado di farlo»;, ma di «provare la resistenza a un'esplosione nucleare, compresa quella al mezzi in via di sviluppo nel progetto Sdì». Nell'ampiezza: «E' stato un esperimento scelto con molta cura, con intenti di ricerca di base», che «non coinvolge testate», e che sarà seguito solo da «un numero minimo di altri test». E nella prospettiva; Mosca è pronta ad avviare «immediate trattative con gli Stati Uniti per un bando definitivo dei test», «Tutte le proposte so¬ vietiche per porre fine agli esperimenti restano valide», l'Unione Sovietica è disposta a tornare alla moratoria «in qualsiasi momento se gli Stati Uniti annunceranno la fine dei loro test». Tante cautele, tante messe a punto hanno uno sfondo politico netto: all'origine della ripresa dei test sovietici — è l'accusa di Mosca — c'è {'«irresponsabile politica» americana, il suo «comportamento distruttivo»; il tentativo cioè di raggiungere la superiorità militare. Tante preoccupate insistenze hanno anche un intento di più vaste ambizioni: contrapporre due immagini, due attitudini, due «disposizioni alla pace e alla guerra»; mettere a confronto, davanti all'opinione pibblica internazionale, l'-i'ragionevole» ostinazioni im "risana e la -ragionevole» nazUmza sovietica. In questa strategia c'è, anche, il desiderio di non disperdere i vantaggi politici — diretti e indiretti — consolidati durante i lunghi mesi della moratoria. Di continuare a godere, anche dopo la ripresa dei test, gli stessi vantaggi che il -silenzio nucleare» aveva garantito finora: di fronte ai dubbi dei militari — che secondo qualcuno erano diventati, più di recente, larvate proteste — Gorbaciov aveva potuto esibire la carta del -guadagno d'immagine», quella della -battaglia politica». Ora, il Cremlino può mostrare al mondo l'«imposizione» cui ha dovuto piegarsi, la «necessità» alla quale ha dovuto cedere. Alla stessa conferenza stampa, ieri, l'Amministrazione Reagan è stata attaccata anche sul trattato Abm, del quale Washington chiede un'interpretazione «più ampia», che apra dei varchi agli esperimenti sullo Scudo stellare. Con toni duri, di chiusura totale. Ma nessuno, finora, ha smentito le notizie in arrivo dagli Usa secondo le quali Mosca avrebbe smantellato alcuni radar, da poco installati a Sari Shagan, in Asia centrale; quelli che, secondo il presidente americano, mettevano in pericolo il trattato Abm dal versante sovietico. Segno che attrezzature più moderne sono in arrivo, come sostiene qualcuno? O che Mosca vuole, anche qui, mettere in imbarazzo Reagan? Emanuele Novazlo

Persone citate: Gely Batenin, Gorbaciov, Sari Shagan