Progetti (e qualche follia) per nove città

Progetti (e qualche follia) per nove città ALLA TRIENNALE DI MILANO CENTO ARCHITETTI TRA IDEE E POLEMICHE Progetti (e qualche follia) per nove città DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Demolire a Roma una parte del monumento a Vittorio Emanuele II, dopo averlo spogliato di Vittorie alate, quadrighe, arredi da «altare della patria» (trasferito altrove), riducendolo a rudere che lascia emergere il Campidoglio. L'idea di buttar giù la brutta e candida opera del Sacconi non è nuova. Ora si riaffaccia nella « timida proposta per piazza Venezia» firmata da Ludovico Quaroni e Carolina Vaccaro, all'Interno di un pacchetto di immaginari interventi nel cuore della capitale. Fanno parte dei «Nove progetti per nove citta» in mostra alla diciassettesima Triennale di Milano. Più esattamente si tratta di 70 proposte disegnate o soltanto abbozzate da un centinaio di architetti italiani e stranieri. . Se la cultura italiana non è del tutto addormentata nel riflusso, questa mostra è roccaslpne di gustose polemiche Per Roma, Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Ancona, Napoli, Palermo, qui si espongono progetti in parte folli o stravaganti, in parte degni di analisi e confronti perché hanno radici in problemi reali e Impellenti. La Triennale rimette sul tappeto una questione per nulla accademica: T^ove e come si pos^a modificare la citta esistente senza rompere 11 legame con le sue memorie (non soltanto con la storia). La parte della mostra dedicata ai progetti per Roma è senz'altro quella che può destare le reazioni più accese. Alla trasformazione del monumento a Vittorio Emanuele II in rudere ammantato da rampicanti si aggiunge la proposta di una grande serra In piazza Venezia per completare il quadro. Ma c'è ben altro: demolire i fabbricati ottocenteschi con galleria che si affacciano su piazza Colonna per far posto a un «Foro della citta politica» che avrebbe al suo centro una grande «Basilica» con gli uffici e i servizi del deputati. Intorno sono previsti parcheggi, spazi per riunioni all'aperto, percorsi sotterranei. Coordinati da Franco Purlnl (presentato da Paolo Portoghesi In una sua opera recente tra 1 nuovi architetti del nostro tempo) nove progettisti hanno disegnato la proposta del Foro e altre. Giardini pensili in via XX Settembre liberata dai ministeri, espansione degli archivi e delle biblioteche al Castro Pretorio, ampliamento del museo archeologico nell'area delle Terme. Oli stessi architetti immaginano il nuovo centro direzionale di Geritocene come un «insieme di recinti tridimensionali», un sistema di moduli insediativi con strade e piazze su cui svettano alte torri, o 'efflorescenze» che riproporrebbero l'immagine di Roma turrita (qui affiorano le insidie di una nuova retorica). Il progetto per Roma tocca altre parti del centro storico: piazzale Flaminio e piazza Augusto Imperatore, rimo- dellata da Colin Rowe coprendo l'Augusteo di vegetazione. Nelle altre città le proposte sono meno rumorose, ma in molti casi affrontano temi individuati Insieme con le amministrazioni locali, o assumono valore di stimolo per accelerare i tempi di progetti trascinati da anni. 81 veda l'intervento proposto dal gruppo di Luciano Semeranl per 11 recupero dell'antico Arsenale di Venezia, di cui si parla da molto tempo. Il progetto Semeranl causerà dispute (soprattutto nell'Intento di «ridefinizione figurativa» e di •riscrittura dei tipi architettonici esistenti») però va oltre 1 limiti dello schizzo proponendo un suo modello di recupero. L'Arsenale, con gli specchi d'acqua, i capannoni delle Galeazze, la fabbrica degli Squadra tori, le Corderìe, le torri, viene ripensato come un sistema destinato a sede di congressi, mostre, musei, uffici. La parte centrale del progetto è occupata da sei Isole quadrilatere, con una nuova rete di ponti, piazze, rampe mobili, zattere. A Torino l'attenzione si sposta sulle vaste aree ex Industriali in cui si trovano gli stabilimenti Teksid (ora vuoti), Michelln (in via di trasferimento), Deltaslder, Savigliano. Area incisa fortemente dal corso sinuoso della Dora, su cui 11 gruppo di Pietro Derossi prevede nuovi insediamenti, di forme audaci, per arrivare a cinque proposte di dibattito: la città alta, la città storica, la città effimera, la città nel verde, la città Invadente. Sulla stessa area 11 gruppo coordinato da Roberto Oabetti stende un progetto di verde parco tecnologico che lascia aperte ipotesi di edificazione su singoli lotti. Sempre sulla Dora, la mostra offre altre proposte, n gruppo Navarro Baldeweg: zona verde, Impianti sportivi, zona residenziale, officine, centro commerciale. Il tutto con architetture definite razionali. Ecco poi l progetti di Oriol Bohigas e di J. P. Kleihues, quelli di Mario Roggero e di Sergio Jarettl (parziale con¬ a l , i ¬ servazione degli stabilimenti, edilizia integrata In un reticolo verde, bacini e darsene confluenti nella Dora). Anche Firenze è di scena, n gruppo coordinato da Adolfo Natalinl delinea un nuovo plano per 1 viali ottocenteschi, con proposte per il traffico, il sistema verde, le architetture e l'arredo. All'Interno di questo quadro ecco interventi alle Cascine, sui bastione ferroviario vicino alia Fortezza da Basso (il palazzo della moda del gruppo Buti), sulla cerchia del viali (Toraldo di Francia) ed altri fino alle rive dell'Arno e a piazzale Michelangelo, ridisegnato a più livelli. Carlo Chiappe propone un «polo di parcheggi» e nuove costruzioni sull'area della Porta San Gallo. Alla Pescala di San Niccolò Bruno Minardi prevede mensole aggettanti e attrezzature per il canottaggio, una torre merlata, una foresteria «per personaggi illustri» racchiusa da un muro di Dietra, un po' carcerario. Passiamo a Bologna, dove Il gruppo di Pier Luigi Cervellati si occupa realisticamente di un problema serio: l'Integrazione del viale Stalingrado e delle aree adiacenti, compresa quella della Fiera, con l'organismo urbano e le fasce verdi. A Milano vengono alla ribalta le zone ferroviarie, principalmente quelle di Porta Oenova, della Bovlsa, di Porta Vittoria, da riutilizzare secondo progetti In parte concretamente discutibili (Pier Luigi Nlcolln a Porta Oenova), In parte sconfinanti nelle esercitazioni con richiami al Filarete e Sant'Elia. Ben otto progetti per Ancona sul tema dell'integrazione città-porto. L'intero arco viene ridisegnato fino alla Mole del Vanvitelli. aggiungendo una nuova palazzata, porticati, e una bella fila di torri alte 23 metri, culminanti in sfere di rame dorato (Ignazio Gardena). La mostra della Triennale annuncia che si sta sviluppando un movimento di Idee per andare oltre 1 canoni della conservazione integrata e per modificare l'aspetto delle città con architetture, gusti, tendenze, di gruppi in buona parte postmoderni. Ne viene la conferma da Napoli, dove, nel palazzo Reale, sono esposte «ventidue idee per la città». Prendono di mira, nientemeno, il fronte a mare, il centro antico quartieri spagnoli, l'area flegrea. Tra le firme quelle di Portoghesi e di Aldo Rossi. Varrebbe la pena di aprire il dibattito. Mario Fazio La «proposta per Piazza Venezia»: l'Altare della Patria diverrebbe un rudere ammantato da rampicanti