Marcinkus di Susanna Marzolla
Marcinkus Marcinkus ridiche e dell'attuale impossibilità ad eseguire i mandati di cattura, resta il fatto che 1 magistrati milanesi avrebbero raccolto elementi sufficienti a far trasformare le semplici comunicazioni giudiziarie in provvedimenti ben più gravi. Quali questi elementi? A quanto si è saputo nessuna rivelazione nuova o clamorosa, nessuna scoperta particolare. E' stato il risultato di un lavoro certosino, di anni di indagini in cui sono stati raccolti decine di migliala di documenti. La risistemazione di tutto questo materiale sta consentendo di arrivare al •nocciolo» delle responsabilità sul crack del Banco Ambrosiano. Il coinvolgimento dello Ior passa soprattutto attraverso le «lettere di patronage», cioè quelle lettere con cui l'istituto vaticano si era Impegnato a garantire, dai 1976 In poi, prestiti accesi sulle consociate estere del Banco Ambrosiano per finanziare società panamensi di cui, stando alle lettere, lo Ior si dichiarava Implicitamente proprietario. L'indebitamento era pesantissimo: oltre un miliardo di dollari; 11 solo Banco Ambrosiano Andino era «scoperto» per 800 mi¬ liardi. Lo Ior ha sempre sostenuto che quelle lettere erano state «un favore» ad un «banchiere amico». E che una «lettera liberatoria» firmata da Calvi lo sollevava da ogni responsabilità. Una tesi riportata nell'accordo sottoscritto a Ginevra, nel 1984, tra i rappresentanti della banca vaticana e quelli del Banco Ambrosiano, dove tra l'altro si legge: «Lo Ior mentre riconferma di non avere alcuna responsabilità in ordine a tale dissesto (quello dell'Ambrosiano, n.d.r.). nel quale dichiara di essersi trovato coinvolto involontariamente, pur tuttavia, unicamente in ragione della sua speciale posizione, ha manifestato là sua disposizione ad effettuare un contributo volontario: H «contributo» è stato quantificato in circa 250 milioni di dollari, una cifra lontana dal debito dello Ior verso l'Ambrosiano indicato, dopo il crack, dall'allora ministro del Tesoro, Andreatta, In 1287 milioni di dollari. E comunque si è trattato di una transazione di tipo «civile», che nulla ha tolto alle eventuali responsabilità penali dei dirigenti dello Ior. Susanna Marzolla
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