Con «il Tebano» è davvero finita l' epoca dei boss

Con «il Tebano» è davvero finita Vepota dei boss Dopo Turatello e Vallanzasca, Epaminonda chiude un ciclo durato vent'anni: ora il crimine è diventato industria Con «il Tebano» è davvero finita Vepota dei boss MILANO — .Nun c'è 'u, pisciaturi, chiddu ca dici minchiate...?.. Gli imputati in gabbia, e cosi il pubblico di parenti, l'hanno atteso invano. Ogni tanto questo commento, in catanese stretto: non c'è quel vaso da notte che ha detto tutte quelle fesserie...? No, Angelo Epaminonda ha rinunciato alla prima udienza e alla sceneggiata degli Insulti. Oca .,che no» e. più il capo, ora che ha incastrato tttttoTTsuo esercito, 1 cento fedelissimi sela prendono con chi 11 ha traditi. Nessuno lo chiama più «Tebano», come l'Epaminonda di Tebe che guerreggiò contro Sparta e Atene. Al nostro Epaminonda quel soprannome piaceva proprio, anche se tra 1 suoi pochissimi ne conoscevano l'origine. Un «Tebano» piccolo e spietato, partito da Catania con le idee chiare: «Da bambino ho conosciuto la fame, quella che fa venire i crampi allo stomaco. Per questo un giorno decisi: da grande voglio diventare ricco, molto ricco. A qualunque pregno, a qualsiasi costo: Come nelle canzoni di Enzo Jannacci, una mattina d'inverno arriva alla stazione Centrale con la valigia legata con lo spago e le scarpe da tennis. Era la fine degli Anni 60. A Milano, allora, erano gli anni del «sessantotto» studentesco e sindacale. Epaminonda, però, si guardò bene dal contestare l'autorità riconosciuta nel suo ramo. Diplomatico e astuto, in un anno era riuscito ad entrare nella seleztonatissima cerchia del clan Turatello. Una vera potenza il Francis Turatello di allora. Bische, night e notti di follie erano sotto il suo controllo. Epaminonda, come un mllanesissimo «travet», lavora sodo, impara, evita contrasti e dieci anni dopo si metterà in proprio controllando il mercato della cocaina. Cosi il processo a Epaminonda diventa la storia della malavita milanese degli ultimi vent'anni La storia scritta da Turatello, signorile e cortese, da quello spietato balordo del crimine che è Renato Vaìlanzasca, da Epaminonda che ha unito le peggiori qualità dell'uno e dell'altro. Epa¬ minonda, in più, ha aggiunto le frequentazioni con una certa Milano: quella delle notti al night, quella che frequenta 1 casinò, quella con la passione del gioco d'azzardo. Tra i suoi amici, e protettori durante la latitanza, anche poliziotti e 11 procuratore della Repubblica di Voghera. «Afa in questo processo, come nei maxi iPTQQesgi. alfa-cr^ruf^ià^rgaR^zata dj. Napoli o Palermo, si processano i pèr&en'-' ■'ttr/OTmmentft-neiVsMte deli'w vocato Gaetano Pecorella. E Francesco DI Maggio, il pubblico ministero: «Fino a qualche anno fa, fino al momento dell'arresto di Epaminonda, fa' grande elimina-' liti organizzata a Milano aveva un nome, un personaggio che ne tirava le fila, un Turatello o un Vallanzasca o un .Tebano.. Ora, invece, è finito il periodo dei personaggi e noi ci domandiamo: chi è l'Angelo Epaminonda di questi anni?.. 144 morti ammazzati per volere di Epaminonda oggi a Milano sono soltanto un ricordo lontano. «Con 1 morti non si fanno affari., è una delle frasi di Epaminon¬ da quando era «il Tebano», il capo. La malavita organizzata ora si è adattata ai tempi. Finiti 1 sequestri di persona, finito 11 periodo del riciclaggio di banconote «sporche», finito il periodo In cui gente come Vallanzasca, 11 «bel René della Comaslna» poteva scorrazzare per la città e uccidere quasi per divertimento; e magari, ed.,è successo^pjpr banaU motivi, ..u'., JJ£omé^ Turatello e. Vailtóz^éa^^cne 'Epaminonda P"4va»,efiagP"ft'Ó' NrYrfffi'Tì1' di piombo del terrorismo, negli anni della Milano dei «danée» che la sera rinunciava ad uscire per paura dei sequestri di persona, le poche Mercedes parcheggiate vicino ai night del centro erano quelle degli uomini del clan Turatello. Gente come Gianni Melluso, quel «Gianni 11 bello» che poi Inguaierà Enzo Tortora con il suo racconto di camorra e cocaina. Epaminonda, da vero capo, da un night all'altro, da una bisca all'altra, batteva le strade della Milano di notte In Rolls-Royce. Adesso la Milano di notte potrebbe far Invidia alla Roma degli anni della dolce vita; ma non c'è nessun Epaminonda che passa i fine settimana sciando a Cortina o sullo yacht ormeggiato a Santa Margherita Ligure; nessun Turatello che offre champagne dopo aver derubato i clienti di una bisca rivale, nessun Vallanzasca che disturba. , Turatello è morto ammazzato — mandante proprio -il Tebano» per l'occasione (.alleato.alla Nuòva camorra organizzata di Raffaele Cutolo — nel carcere di Nuoro. Vallanzasca è in cella di sicurezza a Cuneo, e dicono parli solo delle sue imprese e delle sue molte donne. Anche Epaminonda, che da anni è affetto da melanoma, tumore maligno alla pelle, non è messo bene. Ormai non ha più nulla da perdere e l'ha capito due mesi dopo l'arresto, quando ha mandato a chiamare il giudice Di Maggio per la dichiarazione di resa: .Mi faccia le domande che io rispondo.. Da quel momento, per 1 suoi, «il Tebano» è diventato «'u pisciaturi.. Giovanni Cerniti