Debussy e la lancia di Wotan di Massimo Mila

Debussy e la lancia di Wotan TORNA CON SORPRESE «MONSIEUR CROCHE ANTIDILETTANTE», IL LIBRO AUTORITRATTO Debussy e la lancia di Wotan Può generare qualche equivoco l'indicazione editoriale contenuta neJl'antefrontespizio della nuova traduzione, a cura di Valerio Magrelli, del libro di articoli di Debussy // signor Croche antidilettante. Recita infatti: «Titolo originale Monsieur Croche et autres écrils». Ora, le cose non stanno cosi. Il titolo originale del volume, lungamente vagheggiato e uscito postumo nel 1921, è veramente Monsieur Croche antidilettante, giustamente tradotto e accolto in copertina da Studio Tesi, sopra un disegno di Paul Signac. Invece Monsieur Croche et autres icrlts è il titolo del volume Gallimard pubblicato nel 1971 a cura del musicologo Francois Lesure, che spezza l'unità del precedente volume per restituire l'integrità di tutti gli articoli e le cronache pubblicati da Debussy in epoche diverse a partire dal 1901, nella Revue bianche, poi nel Gii Bios, infine nella rivista S.i.m. A vederci riproporre cosi, tali quali, i venticinque capitoli del libro originario (corredato d'una cronologia biografica, d'una nota bibliografica e d'una postfazione del traduttore) si resta li per li un poco contrariati: ma come? ritradurre il vecchio libro, quando c'è quello nuovo, infinitamente più ricco? ^Ma poi, a pensarci bene, bisogna dire che dal punto di vista del lettore non specialista (e quindi dal punto di vista editoriale) la scelta non è insostenibile. Il vecchio Monsieur Croche antidilettante è più «libro»: bene equilibrato, proporzionato. Il nuovo Monsieur Croche et autres écrìts e una silloge necessariamente confusa, secondo l'ordine della pubblicazione giornalistica. Nel corso di cinquantanni la grandezza di Debussy é cresciuta a livello astronomico, talché oggi ogni frammento, ogni frasetta, ogni osservazione anche occasionale acquista valore oracolare e deve essere preservata per collocarla come un nuovo tassello, anche minimo, nel mosaico della sua personalità. Ciò è prezioso per gli studiosi Per il lettore comune il vecchio libro è l'autoritratto che Debussy ha voluto trasmettergli, compilandolo con studiosa applicazione, aiutato dal critico musicale Louis Laloy, e spendendovi tesori di astuzia redazionale. Un esempio, citato anche dal Magrelli nella postfazione. Nel capitolo terzo, intitolato La Sinfonia e consistente in un'illustrazione della forma sinfonica esemplata principalmente in Beethoven, chi s'immaginerebbe che a pag. 22 e 23 l'excursus su Schumann e Mendelssohn e sulla giovane scuola russa non fa parte del medesimo articolo, bensi della recensione a una modesta Sinfonia di certo signor Witkowslri eseguita alla Société Nationale? E a pagina 23, quando il discorso sembra tornare a bomba («La prima parte è la consueta presentazione del tema...»), non è già della Sin¬ fonia beethbveniana in astratto che Debussy parlava, bensì di quella tal Symphonie di M. Witkowski! Simili acrobazie combinatorie nel riciclaggio di vecchi scritti sfiorano la truffa letteraria, ma sono possibili solo all'interno di un pensiero straordinariamente coerente, dove cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia. E le esclusioni? Il materiale grezzo, ripubblicato integralmente del Lesure, e quasi il doppio di quello accolto da Debussy in Monsieur Croche antidilettante. Quali le ragioni delle esclusioni? Spesso, l'insignificanza degli argomenti di cui lo costringeva ad occuparsi la routine della vita musicale. Ma non sempre. Un esempio. Nel 1903 il Gii Bios lo mandò a Londra a sentire L'anello del Nibelungo. Debussy scrisse due articoli e Gii Bios li pubblicò il 5 maggio e il 1° giugno. Il primo, che verte essenzialmente sulla figura di Hans Richter, il vecchio e glorioso direttore, Debussy lo accolse in Monsieur Croche (capitolo ventidue). Il secondo, ben più importante (Impressioni sur la Tetralogie à Londres), no. Come mai? E' probabile che, rileggendolo, se ne sia un pochettino vergognato, o per lo meno non abbia ritenuto opportuno ribadirlo, a mente fredda, in un libro. Ci si leggono frasi come: «L'incomprensione di Wotan a tutto ciò che avviene intomo a lui». (Proprio Wotan, che è l'unico neOnello a capire amaramente tutto! Onde il suo pessimismo, la sua prigionia in una rete di contraddizioni). «Ma lui non sa che brandire la lancia, far sorgere fiamme, o commettere irreparabili gaffes». Qualsiasi «intrusione di sentimenti di debolezza umana non potrebbe che diminuire gli eroi della Tetralogia». E già: gli addii di Wotan a Brunilde, dopo averla dovuta punire, non sono un'intrusione di sentimenti di debolezza umana! E' importante che Debussy abbia censurato queste pagine dove, numerando le «minutes d'ermui» della Tetralogia, egli si affiancava alla famosa battuta di Rossini sui «bei momenti», ma sui terribili «quarti d'ora» della musica di Wagner. Ben venga, dunque, ben ritorni quel vero libro che è Monsieur Croche antidilettantei Spiritoso, caustico, pieno d'ironia. Di stile nient'affatto cosi trasandato come oggi si dice, ma anzi, cosi brillante da far passare paradossi che non stanno né in cielo né in terra e da cui il lettore deve difendersi, sapendo di leggere un libro tendenzioso e polemico, dove si vuol «tentare lealmente di rimettere le cose al loro posto». Chi è monsieur Crochet La croche è la croma, valore di durata musicale, mattone amorfo ma indispensabile della musica. Sicuramente echeggia i Propos de M. Teste di Paul Valéry (che se n'accorse subito) e ne accoglie la lezione di rigore matematico e di concretezza raziocinante. Può darsi che ciò sia implicito nella qualifica di antidilettantismo: un rifiuto delle sbrodolature sentimentali. Ma può darsi che ci fosse anche una segreta rivendicazione: la pedanteria degli ambienti scolastici accusava Debussy di non avere le carte in regola sul piano del mestiere. L'antidilettantismo è l'orgogliosa affermazione di una diversa, più dura professionalità, d'un mestiere che non s'impara a scuola nelle classi d'armonia. Massimo Mila Cld Db ffi 0 189 0 1897 Claude Debussy in una fotografia scattata tra 0 1894 e 0 1897

Luoghi citati: Londra