L'idea di Liedholm non trova discepoli

L'idea di Liedholm non trova discepoli Il tecnico propone nuove regole su fuorigioco e calci di punizione: perplessi gli addetti ai lavori L'idea di Liedholm non trova discepoli MILANO — La proposta di Liedholm su certe regole da modificare (calcio di punizione dal limite senza barriera; fuorigioco Ubero) ha fatto discutere molti addetti ai lavori. Qualcuno l'ha definita -un'idea affascinante», altri l'hanno bocciata «per non snaturare il calcio» ; infine c'è chi propende per «una valutazione, visto che il calcio è sempre meno spettacolare». L'ex arbitro internazionale Michelotti ricorda che sono già stati effettuati alcuni esperimenti con esito positivo: 'Nel torneo italoinglese il fuorigioco era limitato ai 16 metri dell'area. Ci furono partite ricche di gol, 10-7 addirittura, il Vicenza ne perse una 10 a 4. Mi viene in mente Scaratti della Roma: grazie al suo tiro, si appostava ai limiti della zona franca ed erano reti a non finire. Qualcuno scrisse che si snaturava il gioco e non se ne fece nulla. Idem al Torneo giovanile di Montecarlo col corner corto e le espulsioni a tempo per non dire dell'arbitraggio a tre. Il basket è nato cosi mentre il calcio è bello perché conserva le sue regole. Quanto alle punizioni, io ritengo che basterebbe fare rispettare la distanza, i famosi metri 9,15 e non lasciare i giocatori a 6 metri come avviene ora. Con la barriera giusta è come tirare un calcio di rigore per gli esperti tipo Platini e Maradona». Silvano Ramaccioni, ds del Milan, è un esperto di carte federali e di regolamenti. «Il fatto che questo suggerimento venga da un pulpito come Liedholm induce ad una riflessione anche se sappiamo benissimo che il giorno in cui si dovesse cambiare qualcosa arriverebbero 50 milioni di italiani per proporre altre varianti. Quando non si snatura il calcio io penso che si possa cambiare. Più che la punizione prenderei però in esame il problema del fuorigioco per riportare il calcio a tuttocampo». La parola a un presidente, Pier Cesare Baratti della Fiorentina. -Io credo che la forza del calcio sia basata su queste regole che durano dall'inizio del secolo. Capisco perché Liedholm lancia la sua proposta: il gioco attuale è brutto, piatto e viene istintivo dire, facciamo qualcosa per migliorarlo. Però abbia¬ mo vissuto altre epoche d'oscurantismo, tipo il periodo del catenaccio. Come l'abbiamo superato? Semplicemente migliorando il gioco, con schemi più attuali, con lo smarcamento senza palla e col pressing, caratteristiche del calcio degli Anni 70. In proposito ricordo il Torino di Radice, quello dello scudetto e dei 50 punti, la migliore espressione calcistica da me vista in 25 anni di carriera. Quella squadra era 10 mila volte più moderna del calcio odierno. Prima di abolire certe regole io inviterei i gio- catori a correre anche senza palla e aumenterebbero le occasioni da gol. Quanto al fuorigioco libero mi sembra riduttivo rispetto allo spirito del calcio». Renzo Righetti, ex presidente della Lega, ex arbitro, nel '70, riuscì a convincere Aston, inflessibile custode dei regolamenti a modificare un comma relativo al portiere: «Con un po' di whisky e molte argomentazioni ottenni la cancellazione di un "reato" che risaliva a fine '800. Una volta, se il portiere veniva sostituito da un compagno, qualora questi avesse toccato il pallone con le mani, doveva essere fischiato il rigore. Poteva valere agli albori del calcio quando il portiere indossava la stessa maglia dei suoi compagni, dopo, ai nostri tempi, era assurdo. Ci sono voluti più di 70 anni per quella modifica: dico questo per fare capire quanto sia difficile cambiare la "casistica". Io direi però che la proposta di Liedholm è intelligente, merita di essere approfondita. L'idea del fuorigioco è mutuata dal rugby ed io, pur essendo un conservatore, sono stato solleticato nel leggerla applicata al calcio». Concludiamo con 11 designatore degli arbitri, Cesare Gussonl, presidente della Can: «Su argomentazioni simili, possiamo disquisire per una vita. All'Intemational Board, depositaria dei regolamenti, c'è un apposito ufficio che prende in esame tutti i suggerimenti per migliorare il calcio. Vi assicuro che sono già stati fatti mille esperimenti e poi si è tornati alle origini senza nulla cambiare. Il fuorigioco all'inizio non c'era nel calcio, poi è stato inserito proprio per renderlo più interessante». Giorgio Ganrtolli

Luoghi citati: Milano, Montecarlo