Impresario bruciato dopo la rapina

Impresario bruciato dopo la rapina In via Gottardo, i vigili accorrono per un incendio e scoprono il cadavere Impresario bruciato dopo la rapina La vìttima, Antonio Pianezzola, 49 anni, è il titolare di due società di autotrasporti - Il delitto compiuto quando gli uffici erano già chiusi: i banditi lo hanno picchiato e poi cosparso di benzina - Nessun testimone - Non è esclusa l'ipotesi di una vendetta del racket TORINO — Atroce omicidio, ieri sera, in una palazzina di via Gottardo 199. Antonio Pianezzola, autotrasportatore di 49 anni, è stato trovato morto carbonizzato nell'androne di casa. Ad uccidere sarebbero stati sconosciuti che, prima, avrebbero obbligato la vittima a consegnare loro denaro e cambiali custoditi in un paio di casseforti a combinazione e poi, forse di fronte alla reazione del Pianezzola, l'avrebbero malmenato per poi cospargerlo di benzina e dargli fuoco. Ma gli investigatori non tralasciano altre piste perché, nel novembre scorso, l'uomo aveva denunciato che il racket aveva tentato di intimorirlo appiccando un Incendio subito, però, domato. Teatro della tragedia, avvenuta poco dopo le 20, 6 la casa ad un piano, sede di un paio di ditte, la 'Pianezzola autotrasporti' (traslochi, trasporti officine e automezzi con gru) e la 'Pianezzola autotrasporti di Cogitati Daniele & C.» (servizio espresso), entrambe riconducibili alla vittima, che abitava in un alloggio accanto agli uffici, e al fratello Giuseppe, trasferitosi fuori città dopo il matrimonio. Raccontano Robsrto Mazzetti. 20 anni, e la madre, Antonia Arpino, di 53: 'Viviamo accanto ai Pianezzola e, ieri sera, verso le 20,30, eravamo in casa quando alcuni passanti ci hanno suonato urlando di chiamare i vigili del fuoco. Siamo usciti e abbiamo visto filtrare del fumo dal portone chiuso. Abbiamo dato l'allarme: Il lavoro di spegnimento dura pochi minuti perché a bruciare, apparentemente, è solo una Fiat Croma, parcheggiata nell'androne della casa. Il fumo è ancora intenso quando 1 primi vigili s'inoltrano nell'antro affumicato per ispezionare la carcassa dell'auto. Qualcuno di loro nota un fagotto chiuso tra la berlina e il'portone. E' un uomo. L'informe fagotto offre però poche tracce per la sua identificazione: una catenina e un orologio di foggia maschile. Intervengono la polizia e 1 carabinieri della compagnia Oltre Dora del capitano Lavacca. Oli investigatori scoprono le casseforti spalancate e senza segni di scasso. Ma, intanto, è necessario dare un nome al cadavere, ancora sconosciuto. S'interrogano i vicini: 'Non abbiamo visto e sentito nulla, possiamo solo dire che la Croma l'aveva ac¬ quistata il signor Antonio. Quel morto potrebbe essere lui...'. « Viveva solo, ma da anni aveva una relazione con una donna di Chieti... si chiama Lisa... hanno anche una bambina, Manuela, avrà sette o otto anni: La donna viene rintracciata e arriva verso le 22. Tocca a lei 11 terribile incarico di tentare un riconoscimento. •Si, è Antonio, la catenina è la sua...', sussurra piangendo. Viene accompagnata in questura. E' necessario interrogarla perché la ricostruzione delle ultime settimane di Antonio Pianezzola, e anche le sue confidenze alla donna amata, sono necessarie per capire ciò che è accaduto, ieri sera, in via Gottardo 199. Una prima ricostruzione è possibile, ma solo oggi si potranno avere delle conferme. I rapinatori entrano spacciandosi come clienti. Dagli uffici, un basso fabbricati nel cortile, costringono l'impresario a entrare in casa: una cucina che da nel retro, un soggiorno, una stanza da letto, e un'altra stanza con un tavolo, una specie di salotto-ufficio, dove si trovano le casseforti. Lo costringono ad aprirle (solo lui conosce la combinazione) e poi, forse ad una sua reazione, lo uccidono. Con l'autopsia si potrà sapere qual è l'esatta causa della morte, se il fuoco, le botte prese, oppure qualche proiettile. Questa l'ipotesi più probabile, ma non si può scartare a priori un legame fra la tragica morte e le minacce del novembre scorso. Troppa sproporzione esiste, infatti, tra la probabile •colpa» del Pianezzola (l'avere cioè, reagito a sconosciuti che vogliono derubarlo di ogni avere) e l'atroce punizione comminatagli dai rapinatori. Un altro dubbio: cosa cercavano i malviventi nelle casseforti? Il denaro o i documenti e cambiali che vi erano contenuti? Nel luglio scorso i ladri ne avevano rubata una, estraendola dal muro, dentro c'erano solo documenti. Antonio Pianezzola, 49 anni, assassinate dai rapinateri. La convivente Lisa e la cognata della vittima, durante il riconoscimento. L'androne dove e state trovato il corpo accanto all'auto

Luoghi citati: Chieti, Torino