Nessun esame sull'Aids può essere obbligatorio di Bruno Ghibaudi

Nessun esame sull'Aids può essere obbligatorio Nessun esame sull'Aids può essere obbligatorio Previste alcune eccezioni -1 sieropositivi hanno l'obbligo di informare il partner ROMA — La lotta all'Aids sta finalmente acquistando concretezza. Le norme di comportamento, i principi da rispettare per contenere la diffusione del contagio ma nello stesso tempo per rispettare la libertà individuale, stanno emergendo dai lavori della Commissione nazionale istituita dal' ministero della Sanità, Ieri, al termine di una riunione durata due giorni, sono stati enunciati alcuni principi basilari. Innanzitutto, il sottoporsi al test di sieroposltività è una Ubera scelta dell'individuo. Il medico può consigliarlo e le strutture sanitarie devono mettere a disposizione il necessario per farlo. Ma nessun test può essere imposto d'autorità senza il consenso dell'Interessato. Solo in alcuni casi eccezionali (situazioni di reato, per esempio) la regola avrebbe qualche eccezione. Allo stesso modo il «trattamento sanitario», e cioè il ricovero nei centri specializzati, non può essere attuato d'autorità, salvo particolari situazioni di rischio per la salute pubblica, che la commissione ha indicato con molta chiarezza per evitare abusi. In questi casi il medico può chiedere al sindaco di far ricoverare il malato. La Commissione ha pure confermato la necessità che le persone sieropositive informino il partner della loro condizione, anche a scanso di eventuali responsabilità giuridiche, dice il prof. Alessandro Beretta Angulssola, presidente del Consiglio sanitario nazionale e vice presidente della Commissione. La Commissione ha pure elaborato un lungo e dettagliato documento per 1 medi¬ ci. italiani, nel quale sono contenute le indicazioni per una prima diagnosi della malattia e per l'uso. degli esami di laboratorio. Per il prof. Beretta Anguissola, 1 suggerimenti della Commissione rappresentano 1 punti di riferimento fisso, un argine contro la marea di disinformazione, un antidoto contro le inesattezze provenienti dalle direzioni più impensate. «Notizie come quelle apparse ieri e l'altro ieri sono innanzitutto il frutto di disinformazione. Mentre in Inghilterra la propaganda anti Aids si impernia sullo slogan "Non morire per ignoranza", in Italia si potrebbe consigliare "Non morire per disinformazione". Tutti parlano di Aids ma purtroppo sulla base di tante informazioni sbagliate'. L'altro ieri dal Centro Sangue della Croce rossa è filtrato un avvertimento Inquietante: .E' vero che tutti i donatori di sangue vengono sottoposti al test di sieropositlvita — aveva dichiarato il dott. Pasquale Angeloni, direttore del Centro — noil sangue potrebbe contenere il virus e non rivelarlo al test perché gli anticorpi non si sono ancora formati. In questo modo il virus verrebbe trasmesso al malato attraverso la trasfusione e si svilupperebbe successivamente. L'ipotesi di contaminazione è molto più concreta di quanto si possa immaginare. Sappiamo per certo che alcune trasfusioni a rischio ci sfuggono'. Beretta Angulssola è drastico. 'Creare allarmismo inutile sulle trasfusioni è deleterio, perché si avrà paura perfino di ricorrere a questo beneficio. Il sangue proveniente dai Centri pubblici abilitati viene debitamente controllato. Insinuare che rappresenti un rischio è come lasctar credere che il virus si trasmette con la saliva e che quindi anche il bacio rappresenti un rischio.^ Qualche caso di saliva infetta è stato però trovato, non è cosi? 'Si, ma si tratta di casi rarissimi e nessuno è però riuscito a documentare che il virus si trasmette anche per questa via. E' un'ipotesi da tener presente'. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Alessandro Beretta Angulssola, Beretta Anguissola, Beretta Angulssola, Pasquale Angeloni

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Roma