Fondi Iri, l'inchiesta si farà di Marcello Sorgi

Fondi liji l'inchiesta $8 farà La Jotti conferma, anche la de non è più contraria Fondi liji l'inchiesta $8 farà Manca però un'intesa sui compiti della commissione -1 democristiani precisano: «Il Parlamento non deve indagare sulle responsabilità personali» - Le posizioni fra i partiti rimangono distanti ROMA — L'Inchiesta sul fondi neri si farà. Per Nilde Jottl non ci sono dubbi: è già decisa. 81 può discutere •come», non «se» farla. La decisione della Camera non si può rimettere in gioco. Ieri davanti alla giunta per il regolamento di Montecitorio il presidente della Camera ha cosi sciolto la questione più controversa dello scandalo Tri. Ora si tratta di decidere in che maniera l'indagine della Camera dovrà affrontare il più grosso caso di corruzione del dopoguerra. Il lavoro dei magistrati ha accertato finora una «vorticosa gestione extracontabile di fondi societari' utilizzata per finanziare illegalmente partiti e uomini politici. Passando attraverso 1 vertici dell'Ir! (aziende a partecipazione statale) circa trecento miliardi sarebbero arrivati alla de, al osi, al psdi e al msi: e la lista del beneficiati, ora che l'istruttoria del giudice romano Roberto Napolitano è alle ultime battute e sta per essere depositata, sembra destinata ad allungarsi. Dopo un'ora e mezzo di discussione, ieri i membri del¬ la giunta hanno dato ragione alla Jotti e all'unanimità si sono aggiornati a martedì per riesaminare modi e obiettivi dell'Inchiesta: che ormai — sia pure a malincuore — è accettata anche dalla de. ■ Un punto è chiaro — ha detto la Jottl — fra giugno e ottobre la Camera ha deliberato in pili votazioni l'istituzione della commissione d'inchiesta*. Poi ha prospettato due possibilità: o un intervento diretto della presidenza in base agli articoli 141 e 56 del regolamento, con richiesta ai gruppi parlamentari di indicare i nomi del componenti la commissione d'inchiesta, compilazione di una lista «bloccata» e successivo voto in aula su un elenco di almeno 46 nomi. Oppure un nuovo accordo fra maggioranza e opposizione, per meglio definire struttura compiti e durata della commissione ed evitare nuovi scontri fra i partiti. Per la de questo è il minore dei mali. Al dunque s'è rivelato inattuabile per la democrazia cristiana l'obiettivo di bloccare l'inchiesta dimostrando l'incostituziona¬ lità della legge istitutiva della commissione. In questo senso ha speso gran parte del suo intervento in giunta il vicepresidente del gruppo democristiano Tarcisio Gittl. Nel testo predisposto dai radicali e votato dalla Camera — ha spiegato — c'è il rischio di accavallamenti fra indagini giudiziarie e parlamentari e non è sufficientemente garantito il diritto alla difesa: .Si parla di accertamento di reati. Ma il Parlamento non deve indagare sulle responsabilità personali, ma occuparsi della portata di un fenomeno e delle conseguenze politicoistituzionali: Ha ricordato che la Camera aveva approvato si la nascita della commissione, ma bocciando gli articoli di legge che riguardavano il suo funzionamento e i suoi scopi. E ha concluso dicendo che per la de ogni intervento d'autorità sarebbe risultato arbitrarlo. I difensori dell'inchiesta hanno risposto punto su punto. Bozzi (presidente del pli) ha condiviso in pieno l'impostazione della Jotti. Minuccl (vicepresidente del gruppo pei) ha dichiarato che la volontà della Camera in nessun modo poteva essere contraddetta. Bassanlni (vicepresidente della sinistra indipendente) ha sottolineato che è proprio la Costituzione (articolo 82) ad assegnare alle commissioni parlamentari 1 poteri dell'autorità giudiziaria. Psi e pri hanno mediato, sottolineando la necessità di colmare i vuoti nati da una lunga serie di votazioni contrapposte. E alla fine è stato Martinazzoli (presidente del gruppo de) a dare un segno di disponibilità, a far capire che un compromesso è possibile se si arriva a una diversa formulazione dei compiti dell'inchiesta. -Noi non diciamo che non si deve fare; se si precisa meglio si può fare», ha confermato Gitti Qui la riunione s'è sciolta, con l'impegno di cercare un'intesa. Alla Jotti (che sonderà i capigruppo nel fine settimana) è stato affidato il compito di approfondire le posizioni che restano distanti e proporre a tutti un punto d'incontro. La giunta tornerà a riunirsi martedì. Per dare veramen¬ te il via all'Inchiesta sui fondi neri? I comunisti rispondono di si: «£' ormai chiaro che la decisione è presa», dice Minuccl. Bassanlni sostiene che ci si arriverà, in un modo o nell'altro, -perché se non si trova l'accordo il regolamento è dalla nostra parte». Battaglia (presidente del gruppo repubblicano) •partendo dalla disponibilità generale» confida «in una soluzione unanime». Ma 1 democristiani tacciono, non celano fastidio e imbarazzo per la piega presa dalle cose. E 1 radicali, naturalmente, sospettano. «Vorrei avere il diritto di non parlare ogni giorno di questa storia», è sbottato ieri Martinazzoli con chi gli chiedeva un commento. E Teodori, l'autore della legge istitutiva della commissione: .Rinvìi, cavilli, pretesti: ma non sarà che la de punta ora a un lento insabbiamento?». A Montecitorio sono in molti a dirlo sottovoce: questa inchiesta temuta, osteggiata e decisa quasi incidentalmente potrebbe essere sommersa alla fine da un ricorso in extremis alle elezioni anticipate. Marcello Sorgi

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