San Paolo e il filosofo

San Paolo e il filosofo CRISTIANI, PAGANI E (FORSE) UNO SCAMBIO San Paolo e il filosofo L'editore Carlo Lorenzi™ di Udine ha pubblicato qualche tempo fa un volume, Roma Miniata, di singolare interesse. L'autore, Carlo Pavia, non è uno specialista di religioni antiche, ma un eccellente fotografo, al quale dobbiamo anche la Roma sotterrami e segreta edito da Arnoldo Mondadori nel 1985. Il nuovo libro, ricco di immagini assai suggestive, invita a rivisitare i luoghi del misterioso culto solare di Mitra (della cui struttura teologica sappiamo poco o nulla), destando ancora una volta la sorpresa davanti alle tangibili : prove della sua eccezionale diffusione Svolgendo un rapporto proporzionale tra i Mitra scoperti a Ostia e quelli di Roma, c'è , chi sostiene che il loro numero potesse salire non a centinaia, ma persino a migliaia. 'Davanti a una tale ricchezza Idi reperti relativi al Sol Inviata I c'è l'assenza di luoghi di culto cristiani, all'intesaci della cirtà^ luoghi che'dovettero pur esistere, ma che c'è da credere venissero annientati sistematicamente durante la grande persecuzione di Diocleziano. E1 verosimile che, a distruggere ogni traccia del Cristianesimo, avesse partecipato anche la popolazione pagana; i Cristiani, come si sa, erano considerati nemici dello Stato romano, e ciò in parallelo con ' l'alone mistico di cui (dopo la rde restaurazione della fine III secolo) era circonfusa l'idea stessa di Roma Eterna. Che la popolazione dell'Ur < be fosse ostile al culto di Cri - sto lo prova l'azione dello stesso Costantino il Grande; dopo l'editto di tolleranza del 31) e 'dopo essersi progressivamente 1 accostato al Cristianesimo, ^sino a .farsi battezzare, egli . non potè, o non osò, costruire ! gli edifici sacri al culto da lui .favorito all'interno della citta, edificandoli in luoghi o all'e, sterno della cinta muraria aui reliana o nei loro pressi. Così fu per la Basilica di San Lorenzo (fuori le Mura), : per quella di San Pietro, per ' quella del Salvatore (poi San " Giovanni in Laterano, la catte'. drale di Roma) e per San Paolo (anch'essa fuori le Mura). Quest'ultima, nel suo origina' , rio aspetto, era ben diversa dal grandioso edificio che conosciamo oggi, quello che, nella ricostruzione dopo l'incendio del 1823, ha conservato lo schema e le proporzioni anteriori al disastro. L'edificio costantiniano, molto più piccolo e modesto, aveva fa facciata rivolta verso la Via Ostiense, ed era stato concepito in' modo da racchiudere, sotto l'altare al fondo della navata centrale, la tomba dell'apostolo Paola Questa prima chiesa doveva durar poco, perché già verso la fine del IV secolo, nel 386, l'imperatore Valenti ni ano II decideva di ricostruirla, orientandola in senso opposto; nel l'enorme ampliamento dell'eòi fido (che ora aveva cinque navate) si volle infatti conservare sotto là confusione il sepolcro del Santo, e ciò non era possi bile senza ottenere uh ampio spazio che, sulla Via Ostiense, era impedito dal tracciato stradale e dai sepolcri privati che si susseguivano sui due Iati. Proseguita da Teodosio da suo figlio Onorio, la untuosa basilica riceveva un arco trionfale in musaico da sua sorella Galla Placidi a, mentre un ppctd iportico, a uso dei fedeli e dei pellegrini, collegava l'edificio con la distante Porta Ostiense. A chiedersi le ragioni di tale interesse degli imperatori cristiani per la chiesa che racchiudeva il sepolcro di San Paolo (martirizzato a breve distanza, nel luogo oggi detto delle Tre Fontane)- cnecessario rivedere i rapporti che, da Costantino in poi, si erano andati svolgendo tra la minoranza cristiana (tollerata e poi sempre più apertamente protetta dalle somme autorità statali) e la maggioranza pagana di Roma, maggioranza alla quale appartenevano le principali e più illustri famiglie senatoriali. Ai pagani, il Cristianesimo era sempre parso una religione di ignoranti, di gencuccia priva di cultura, di donnicciole, schiavi e piccoli artigiani; a confronto di siffatta minuta- tlia si innalzava la grande traicene culturale greci C so- stonci. Per giunca, da minoranza persegui caca, una volta accettati e protetti dagli. Augusti, i cristiani si erano trasformati in feroci persecutori (spesso complici le autorità) delle altre religioni. A una siffatta tendenza aveva tentato di porre un freno l'imperatore Giuliano, detto dai cristiani l'Apostata, proteggendo i luoghi di culto pagani dalle profanazioni (come accadde ad Antiochia) sino a favorire l'Ebraismo se, a quel che dice lo storico Ammiano Marcellino, è vero che inten¬ L'abisso tra il potere imperiale e la classe senatoria, in ilfran patte pagar^ diveniva a a o e , a - - a ri ) o o i l o ¬ desse ricostruire il Tempio di Gerusalemme Ma per il Paganesimo la situazione diveniva sempre più. grave, anche perché molti passavano dall'altra parte, ostentando uno zelo che sa di opportunismo. Al proposito, un singolare documento è costituito da una lettera di San Girolamo (Epist. 107, ad Laetam) nella quale, proprio a Roma, il pi eletto Gracco, nel chiedere il privilegio del battesimo, fa presente, quale garanzia della propria sincerità di convertito, di avete devastato una grotta di Mitra, infrangendone e sfregiandone le sculture. - L'opposizione pagana restava fedele alla propria eredità culturale e religiosa; sono Vezzio Agorio Pretestato (che ricostruì il Portico degli Dei Consenti alle falde del Campidoglio verso il Foro), Quinto Aurelio Simmaco (che si oppose a che la statua della Dea Vittoria venisse rimossa dall'aula del Senato, come voleva Sant'Ambrogio) e Virio Nico maco Flavi ano (che nel 394, davanti alla sconfitta dei suoi ideali, si suicidava) i maggiori rappresentanti di questo revival escremo del Paganesimo a Roma (ne sono documento i Saturnali dello scrittore Macrobio). Si deve a loro il rinnovato interesse che, verso la fine del secolo, ebbe come obiettivo l'antica letteratura latina, studiata con un impegno poi continuato, sin dove possibile, dalle loro famiglie. Cera anche, in cale ricorno sui cesti classici, l'impegno a opporsi alla lingua stessa dei cristiani, giudicata scorretta e sgrammaticata; a orecchi educati nelle scuole dei retori e dei grammatici del Foro di Traiano o del Foro di Augusto, la Vulgata di San Girolamo doveva far l'effetto di uno spregevole gergo, indegno di gente colta e sostenuta dal senso della grande tradizione romana. eresti)' punto" cKc™ la~figuìallf San Paolo viene innalzata a nuovo prestigio, come Apostolo delle Genti, come vero e proprio pensatore e filosofo della nuova religione. Non esiste documento antico che ci dica quali fossero i tratti del volto del santo; sin 'dall'alto Medioevo è rappresentato calvo, con una piccola barba che affina ancora i lineamenti magri. Ora, è Den curioso che nel corso degli scavi archeologici di Ostia Antica siano staci ritrovati, in diversi esemplari, ri- tratti marmorei, databili al III secolo, di un personaggio che somiglia in modo impressionante al San Paolo dell'iconografia più carda. Si pensa, da patte degli specialisti, che questo personaggio sia un filosofo pagano, molto probabilmente Plotino, il Filosofo per eccellenza della carda antichità a Roma. E verosimile che tra l'immagine del filosofo pagano e San Paolo, il filosofo cristiano, sia avvenuta, verso il 400, una sovrapposizione e uno scambio, e che l'Apostolo abbia assunto i tratti,dell'alerò. Se ciò avvenne, non si deve credere che l'operazione sia avvenuta su una base di impostura e di malafede; la sorresse, nel caso, la mentalità simbolica e allusiva del cardo mondo antico, secondo una prassi che a noi, educati nel razionalismo, torna del tutto incomprensibile. Federico Zeri Uno dei ritratti marmorei del III Secolo trovati a Ostia Antica, molto somiglianti al San Paolo dell'iconografia più tarda