Sconti di pena ai dissociati
Scanti di pena ai dissocigli Sì definitivo alla legge per chi ha ripudiato il terrorismo Scanti di pena ai dissocigli Ergastolo ridotto a 30 anni, le pene inferiori anche dimezzate (compreso l'omicidio) - Usciranno subito 101 ex terroristi con condanne Uno a 10 anni - A favore anche pei e msi - Dubbi di incostituzionalità ROMA — La legge che riduce la pena al terroristi che si sono dissociati dalla lotta armata è stata approvata definitivamente ieri dalla Camera. La pena dell'ergastolo diventa condanna a trent'anni, quelle Inferiori sono ridotte di un quarto, di un terzo e. persino della metà a seconda della gravità del reati (compreso l'omlcido volontario). Dall'entrata in vigore della legge, ogni terrorista avrà trenta giorni di tempo per dichlr - -e la propria dissociazione. Potranno cosi lasciare 11 carcere, fin dai prossimi giorni, 101 ex terroristi (75 uomini e 26 donne), figure di secondo piano della lotta armata, con condanne sino a dieci anni. Ma della legge beneficeranno anche altri 167 terroristi (fra 1 quali si trovano anche nomi di spicco: Susanna Ronconi, Sergio Segio, Maurice Bignami, Valerlo Morucci). Più di tremila, infine, potranno godete di sconti di pena, se nei 141 procedimenti giudiziari In corso rientreranno tra 1 casi previsti. Per 1 «dissodati» sono esclusi, naturalmente, 1 privilegi concessi ai «pentiti», ma non quelli previsti dalla recente legge penitenziaria, più conosciuta come «legge Oozzini». In virtù delle agevolazioni concesse ai detenuti da questa normativa, sommate a quelle derivanti dalla legge sulla dissociazione, molti ex terroristi «di primo plano» potrebbero lasciare il carcere entro pochissimi anni Un esemplo per tutti: Adriana Farunda, imputata e condannata per il sequestro e l'omicidio dell'onorevole Aldo Moro. La Farandà, arrestata nel maggio del 79, potrebbe tornare a casa fra poco più di tre armi. ■ Questa legge — ha commentato con compiacimento il ministro Guardasigilli, Rognoni —fa compiere un passo avanti nel cammino già da tempo intrapreso sul su¬ peramento della stagione dell'emergenza». Le cifre, riferite durante il dibattito In commissione dal sottosegretario democristiano aua Giustizia, onorevole Luciano Bausi, si riferiscono al primo semestre dello scorso anno. Secondo Bausi, i detenuti dissociati di sinistra sarebbero stati, sino al giugno del 1986, 179 di cui 8 esclusi da qualsiasi beneficio perché accusati di strage (unico reato non compreso fra 1 vantaggi previsti dalla legge) e 75 Immediatamente scarcerabili. Delle 94 detenute di sinistra nessuna è accusata di strage, e 26,' come si è detto, possono lasciare subito il carcere. Del terroristi di destra, non c'è nessuna detenuta «dissociata». Dei cinque uomini uno non può beneficiare della legge e gli altri quattro potrebbero riacquistare ben presto la libertà. Nessuna Ipotesi è invece possibile fare su quanti, dall'entrata in vigore della leg¬ ge e sino al trentesimo giorno successivo, intenderanno dissociarsi dalla lotta armata per godere degli sconti di pena. Questa possibilità è prevista espressamente dall'articolo 4 della legge, che esclude Invece da ogni beneficio quei terroristi che hanno organizzato e compiuto attentati dopo 1131 dicembre 1983. «Mi auguro — dice l'on. Vincenzo La Russa, democristiano — che il Parlamento voti ora con la stessa determinazione il progetto di Ugge in favore delle vittime del terrorismo (sono un migliaio n.d.r.).. Più critici, 1 demoproletari (l'unico astenuto in commissione è stato Franco Russo), 1 radicali e i missini. Hanno votato quasi tutti a favore, quindi, sebbene con notevoli riserve. Come quella di carattere costituzionale avanzata dal deputato democristiano Carlo Casini, magistrato e capogruppo per il suo partito in commissione Giustizia. «/Z provvedimento — dice — non mi piace ed è contorto perché ci sono alcuni principi del diritto che sono disattesi: La legge, è vero, rinvia al giudice di merito l'applicazione dello «sconto», ma concede la diminuzione della pena anche a coloro che sono stati condannati con sentenza passata in giudicato. «Gli arri di clemenza — osserva l'onorevole Rlz — sono propri del Presidente della Repubblica, su delega delle Camere». Ma c'è un altro punto fondamentale della legge su cui molto si è discusso é che alla fine è rimasto invariato. Chi è il «(1188001810»? -E' colui — recita l'art. 1 — che ha osservato comportamenti oggettivamente ed univocamente incompatibili con il permanere del vincolo associativo, che ha ripudiato la violenza come metodo di lotta, che — infine — ha ammesso le attività effettivamente svolte». Roggero Conteducs
Luoghi citati: Roma
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