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L'Ansaldo sfonda in India Missione a New Delhi con Prodi; commessa da 250 miliardi L'Ansaldo sfonda in India NEW DELHI — L'Ansaldo (gruppo Iri-Finmeccanlca) fornirà all'India due caldaie a carbone per una potenza complessiva di4000 megawatt destinale alla oentraiejdi S^faìcija,.nél 0W,est Bengala, Il "contratto" —"del "valore di '250 miliardi di lire — è stato firmato ieri a New Delhi, alla presenza del presidente dell'Iri Romano Prodi, del presidente della Finmeccanica Giuseppe Gllsenti (al suo primo impegno pubblico nella carica che ha assunto da poche settimane), dai vicepresidenti e amministratori delegati dell'Ansaldo e dell'Ansaldo Componenti, Giovanni Gambardella e Giuseppe Arce Ili e dal presidente dell'Ente elettrico indiano (Ntpc) Shishoo. La commessa sarà assi stita dal governo italiano mediante un credito di aiuto unito ad un credito all'esportazione e ad una quota di dono. E' la prima volta — ha sottolineato Gambardella nel corso della cerimonia perla firma dèi contratto — cheTAnsaldo fornisce all'estero due caldaie a carbone di queste dimensioni. Gambardella ha anche annunciato un «ulteriore, consistente miglioramento» degli utili registrati dall'Ansaldo nel 1986 (6 miliardi di lire nel 1984 e 17,6 miliardi nel 1985) ai quali si affiancano l'azzeramento dell'indebitamento netto, la 'continua crescita delle disponi' bilità finanziarie» e l'acquisizione, nel 1986, di commesse per oltre 5 mila mi' Uardl di lire. Il presidente dell'In Prodi, nel suo intervento, si è invece soffermato sull' importanza della presenza all'estero dell'istituto che, grazie all'attività di " 450 società operative, esporta ogni anno pia di 11 mila miliardi di lire. In Estremo Oriente — ha ricordato Prodi — le esportazioni dell'Ir! sono cresciute in media del 9 per cento l'anno e hanno raggiunto i 700 miliardi di lire. In India le esportazioni hanno superato i 55 miliardi di lire nel primo semestre 1986 contro i 72 miliardi dell'intero 1985 mentre le importazioni sono state pari a 27 miliardi (51 miliardi nell'intero 1985). La maggior parte delle importazioni riguarda la Finsider che controlla il 40 per cento di una società indiana.