Baker non vuole un vertice dei «grandi»

Baker non vuole un vertice dei «grandi» Baker non vuole un vertice dei «grandi» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Il ministro del Tesoro americano Baker ha ieri fatto crollare il dollaro, bloccandone la drammatica ripresa della scorsa settimana. La moneta Usa, che aveva aperto nettamente al rialzo in Europa, dopo aver registrato forti aumenti in Asia, è precipitata in chiusura. Essa ha perso il 3 per cento circa sia rispetto alla lira a Milano che rispetto al marco a Francoforte. La sua caduta è stata ancora piti grave a New York, alcune ore più tardi. L'intervento di Baker è av¬ venuto alle 7,30 del mattino, nelle prime interviste dei telegiornali, n ministro del Tesoro ha smentito che sia in programma una riunione dei 5 o dei 7 dicendo che •non si dovrebbe tenere quando non si è convinti che avrebbe successo: Ha inoltre affermato di essere d'accordo con la Federai Reserve che il dollaro «non deve scendere troppo né troppo velocemente; precisando però che il suo deprezzamento è stato finora «ordinato e quindi positivo' per l'America. Le dichiarazioni di Baker hanno avuto l'effetto di una doccia fredda. La scorsa settimana, il ministro del Tesoro aveva dato l'impressione di essere vicino a un accordo a Cinque o a Sette, e si era dichiarato in sintonia con 11 governatore della Riserva Federale Volcker, 11 paladino del dollaro, «con la differenza che egli può commentare gli eventi e io no*. Baker, un uomo che si rende conto benissimo degli effetti delle proprie parole, è tornato al vecchio atteggiamento non in una ma in due interviste, suscitando la sensazione che non voglia il dollaro al di sopra di 1,80 marchi e di 150 yen. Ha quasi raggiunto l'obiettivo nel giro di mezzo giornata. Il dollaro, che a Milano era stato fissato a 1321 lire, è piombato a 1295, per risalire poi a 1301: ma a New York è sprofondato a 1284. Analogamente, a Francoforte, dove era stato contrattato a 1,86 marchi, è sceso a 1,82, e sulla piazza newyorkese a 1,80. Il Giappone si è difeso intervenendo massicciamente, e ha fermato lo yen a quota 152, contro la quota 154,5 dell'apertura della giornata. L'azione di Baker, che tradisce il risentimento del ministro del Tesoro per il rifiuto degli alleati di espandere vigorosamente le loro economie, ha scatenato una tempesta di critiche tra gli esperti. L'ex consigliere economico di Kennedy. Walter Heller ha osservato che la enorme rivalutazione dello yen e del marco finirà per deprimere l'economia giapponese e tedesca, e Baker otterrà il risultato contrario a quello desiderato. Per l'87, ha ammonito Heller, si prevede già un'espansione maggiore negli Stati Uniti che non nei Paesi alleati. Anziché' risanarsi^ _Uv deficlt della' bilancia com- merciale americana rischiera perciò di aggravarsi. Riferendosi alla recente visita di Baker in Arabia Saudita, James Quandt, un esperto del Medio Oriente, gli ha mosso un'altra obiezione. «/ sauditi» ha notato 'Vengono pagati in dollari per il petrolio. Se il dollaro varrà sempre meno, si troveranno in grosse difficoltà.. Wall Street ha reagito ancora pegglo^es^teme.che, con la sua condotta Baker costrin"gerà Voìcker a rialzare i" tas¬ si d'interesse per difendere il dollaro. Solo due insigni giornalisti, Evans e Novak, hanno difeso il ministro. In un articolo sul Washington Post, i due hanno affermato che Baker progetta di introdurre un serpentone monetario internazionale, sull'esempio dello Sme, non appena gli alleati assumeranno il ruolo di locomotiva economica. La fascia di oscillazione del dollaro sarebbe del 20 per cento circa. Ennio Càretto