«Palestinesi,cibatevi di carne umana»

«Palestinesi, éhmfeviéi emme umana» Decreto del capo spirituale degli hezbollahi per gli assediati di Bourj el-Brajneh «Palestinesi, éhmfeviéi emme umana» . DAL NOSTRO INVIATO BEIRUT — L'orrore del Libano diventato campo di mille guerre disperate si apre su un baratro senza fondo, ora che gli uomini possono mangiare gli uomini con la benedizione di Dio. Ieri l'ulema Mohammed Hussein Fadlallah, capo spirituale degli integralisti filoiraniani, ha fatto sapere ai palestinesi assediati nel campo di. Bourj el-Brajneh che .sono autojiseati a cibarsi di carne umana, come ultima risorsa!.-H. decreto religioso.ri-_ spondeva ad una richiesta che 1 fedayn gli avevano fatto avere venerdì, e sono poche righe dettate dalla stessa agenzia stampa di Beirut. Il testo, agghiacciante, è tutto qui: '«fecondo la legge del Corano è assolutamente vietato nutrirsi di carne umana, a meno che non sia -un coso di estrema necessità, provocato dalla mancanza di ogni ali¬ mento che possa salvare la vita. L'eccezione può essere fatta con la carne dei morti, solo in questa circostanga estrema; è ammesso allora ricorrere, prima alla carne delle bestie morte (che l'Islam proibisce N.d.r.) e poi, in ultima istanza, alla carne umana morta». La rottura di uno dei tabù fondamentali della storia rischia di essere poco compresa, se si resta all'Interno di un giudizio dove .dlcu^l^eineatìUAllalKjU.. ulema, il Corano, le guerre di religione) rimandanp ad uno scenario medioevale. L'autorizzazione religiosa del cannibalismo è stata pronunciata invece in una città moderna, a poche miglia dalla modernissima flotta americana. Il Libano oggi è il terreno esplosivo di tutte le contraddizioni più aspre del nostro tempo, e le correnti di fanatismo estremo che attraversano le sue guerre, tra religione, nazio¬ nalismo, equilibri internazionali, e lotta di classe, portano nella battaglia dei campi le tensioni di uno scontro che mette in gioco assai più del ruolo del palestinesi. L'assedio attorno al campo di Bourj el-Brajneh è oggi al suo 104° giorno. Le ultime scarne razioni di cibo erano passate attraverso la morsa che circonda il campo il 20 gennaio. Poi più nulla,. La disperazione .dL-flUfifilflu eente, Xfij)ti_.o4. venticinquemila uomini, .«Joruiersipheletri di bambini, vecchi è ormài al di li della stessa capacita di colpire l'emozione del mondo con questa richiesta di un cannibalismo autorizzato. A Bourj el-Brajneh si combatte ormai giorno e notte, perché la pressione dei palestinesi che tentano di rompere l'assedio è permettere la fuga dei fedayn si fa ogni ora più aspra, e più aspri si fanno i tentativi di assalto dei miliziani sciiti di Amai che contrattaccano protetti dal fuoco delie artiglierie lungo l'asse stradale Bourj el-Brajneh e Chatyla. Ma l'autobomba che ieri ha fatto 20 morti è considerata dagli Sciiti «il regalo di Arafat» ai suol fedayn,-perché fatta esplodere nel quartiere sciita La «guerra del campi» parte dal controllo di una posizione strategica essenziale nel Sud del Libano, Magduché.. .che i. .fedayn hanno conquistato nell'auturujp^cprspi e^he^Usciitl vorrebbero riprendersi. E assediando 1 campi, puntano a convincere i fedayn che è meglio cedere Magduché piuttosto che morire come topi. Ma dietro questa facciata di tensione e di ricatti, e di capi spirituali che autorizzano l'antropofagia ma non tentano di eliminarne le cause, c'è in realtà il problema di fondo del ruolo e dello spazio che i libanesi (ma anche tutto il mondo arabo) sono disposti a concedere al profughi palestinesi. Messo ormal da parte l'accordo del Cairo del '69, che gli dava 11 diritto di controllare in armi i suol campi il popolo di Arafat viene visto oggi in Libano come un elemento di destabilizzazione, che bisogna costringere perciò ad accettare e subire in silenzio la sovranità dei libanesi (e non la sovranità del Libano, visto che qui uno Sta- _ [ToUbn c'è" più). Il problema jsi sta comun- ■ que risolvendo, con l'aiuto del cannone e l'assistenza preziosa della fame. Il vecchio campo di Sabra non esiste più, cancellato completamente a cannonate. Chatyla è distrutta all'80 per cento, Bourj el-Brajneh è un ammasso di macerie. Ogni giorno che passa la fine si avvicina. Ieri due bimbi sono morti di fame. m. c.

Persone citate: Arafat, Mohammed Hussein, Sabra

Luoghi citati: Beirut, Libano