Reagan non cede agli sciiti

Reagan non cede agli sciiti Crisi degli ostaggi: la Sesta Flotta Usa rimane al largo di Beirut, un ammonimento per i rapitori Reagan non cede agli sciiti Washington conferma la linea della fermezza e la possibile rappresaglia se i quattro sequestrati dovessero essere giustiziati - «Colloqui si sono svolti, e si svolgeranno, con Israele e altri Paesi» DAL nostro corrispondente WASHINGTON — Per tutta la giornata di ieri, gli Stati Uniti hanno ribadito la linea della fermezza n*i confronti del terroristi in Ubano, rifiutando ogni ipotesi-di riscatto per il rilascio degli ostaggi, e insistendo sulla possibilità di una rappresaglia militare nel caso che essi vengano assassinati Al tempo stesso, hanno però segnalato l'avvio di negoziati, tramite Israele e Paesi terzi, per una soluzione pacifica della crisi, destando cosi la speranza che tra qualche settimana, se non tra qualche giorno, l'impasse si sciolga. E' toccato al portavoce, del Dipartimento di Stato, Reclina:!, dissipare, sia pure solo momentaneamente, 1 timori di un attacco della flotta Usa al largo del Libano contro i covi terroristici. •Colloqui si sono svolti e si svolgeranno con Israele e con altri interlocutori — ha detto Redman —. Non possiamo precisarne la natura». Il portavoce ha smentito con irri¬ tazione che, gli Stati Uniti abbiano chiesto agli israeliani c'i liberare i prigionieri palestinesi: «Non ci pieghiamo a nessun ricatto — ha asserito — né chiediamo ài nostri alleati di picgarvlsl». La voce di un imminente intervento militare americano in Libano si era diffusa dopo un'intervista del ministro della Difesa, Weinberger, alla Boc inglese, domenica: egli non aveva Infatti escluso l'uso della forza, sebbene la presenza navale americana fosse stata ridotta nei giorni precedenti. Anche 11 segretario di Stato, Shultz, aveva acuito la tensione, dicendo che Reagan •avrebbe reagito come richiesto dalla situazione' in caso di emergenza. Shultz aveva addirittura prospettato o un blocco o una quarantena di Beirut, sostenendo che la citta è in parte responsabile del proprio ordine interno, e quindi del terrorismo. Non solo Redman, ma anche il Pentagono, attraverso anonimi funzionari, ha cer¬ cato di sdrammatizzare gli eventi, il ministero della Difesa ha annunciato che oggi una delle, due squadre di 1900 marlnes ciascuna farà ritorno in Spagna, e che ieri 'altre quattro navi si sono unite alla portaerei Kennedy nel porto di Haifa a Israele. Ha ammesso che la flotta guidata dall'altra portaerei,' la Nimite, in navigazione non lontano dalle coste libanesi, è sempre in stato di allarme. Ma rispettò a qualche giorno fa, 1 preparativi di un'azione armata sono notevolmente diminuiti Nella sua intervista alla tv, Shultz — nonostante 1 toni duri — aveva già adombrato sondaggi diplomatici per 11 rilascio degli ostaggi il segretario di Stato aveva fatto capire che gli Stati Uniti stanno passando anche tramite - l'Europa, sebbene Francia Inghilterra e Germania abbiano causato il naufragio del vertice a Sette sul terrorismo in programma a Roma, venerdì scorso. •La collaborazione con gli alleati è buona», aveva Insi¬ stito Shultz, svelando che nell'88 essa ha portato a un caio medio del 40 per cento nel numero degli attentati ' In una delle sue rare apparizioni in pubblico, il presidente Reagan non ha manifestato allarme per la tragedia In Libano. In ottima forma, 11 Presidente ha evitato di toccare l'argomento, scherzando invece sulla propria salute. Alludendo all'operazione alla prostata del-1 l'inizio di gennaio, Reagan ha detto: •/ dottori sono stati così bravi a tagliarmi, che voglio invitarli a fare lo stesso col bilancio dello Stato». Il contrasto con il clima di violenza del giorni-dei bombardamenti di Tripoli e Bengali ha fornito la misura precisa del tentativo dell'amministrazione di . non provocare un'ondata di isterismo nazionale. Sebbene *la fiducia in un compromesso tra Israele e 1 nemici che detengono 1 suoi soldati stia crescendo, il braccio di ferro sugli ostaggi americani resta passibile di qualsiasi sbocco. e. c, Haifa. Un marinaio si tiene in forma sulla pista della portaerei Kennedy al largo del porto israeliano