Tenero Remo

Tenero Remo 'arte in galleria Tenero Remo Remo Brindisi (■Accademia», vie Accademia Albertina 3). Ventiquattro opere esposte — da un Ponte di Rialto, olio del '53, ad una tempera dell'anno scorso sullo stesso motivo — danno subito l'idea di come Brindisi sia portato a frequentare, alla stessa maniera, luoghi e personaggi (le vedute veneziane, come le madri e i bambini delle sue Maternità e i protagonisti delle Pastorali) per declinarli nei variati contesti d'un llngaggio che per lui fu, da sempre, un nec-raffiguajtivo sostanziato di colore. Può quindi dirsi un fedele dell'immagine descrìtta nella quale il registro drammatico della tavolozza e l'incalzante grafia pittorica riescono a far convivere la struggente tenerezza dei sentimenti e la violenza che lo angoscia. Ottocento/Novecento italiano («Arte 121». via Nizza 121) riunisce una settantina di dipinti e disegni, nell'ampio panorama che lungo quasi cent'anni spazia da un fantasioso Paesaggio del d'Azeglio dedicato a capodanno del 1856 «all'amico Bernardo Fornaro» a La slitta rossa (1946) di Vellan. In maggioranza sono naturalmente 1 piemontesi, compresi i maggiori, dal Fontanesi al Delleani e al Reycend, ma con qualche pezzo da ricordasi come l'Aia del Benisson dedicata ad Enrico Gamba, che ritroviamo come autore di due animate vedute del Tago. Dietro il bel rosso carico del ventaglio della Giovane donna di Edoardo Tofano — il napoletano medaglia d'argento nel 1900 dell'Esposizione Universale di Parigi (dove dal '78 aveva lavorato per Goupil) — non mancano tuttavia alcune Immagini legate ad altre regioni: dal Ponte ferroviario sui navigli del milanese Achille Cattaneo a Luci crepuscolari del bellunese Luigi Cima, e a Tramonto sul mare del labronico Romiti, con le impressioni dei napoletana Ricciardi e Scorzeili e un paio di figure' a carboncino di Zandomeneghi. Jolanda Schiavi, nata a Bologna nel 1906, morta a a Milano settantenne, è rievocata a «La Giara» (via Stampatori 9) con una piccola ma scelta antologia di dipinti ad olio, acquerelli e pastelli: figure e vedute intepretate con un linguaggio attento alle esperienze del suo tempo, dalle intensità cromatiche della Scuola Romana al neofuturismo di Prampolini. Marco Brandizzi (Roma 1957). proposto per la prima volta da Crispolti nell'83. approda all'Unione Culturale (via C. Battisti 4) con sette lavori. A dominarti, come nota anche Ada Lombardi che lo presenta, è il senso del colore, anche se le sue Scope (bianca e blu) stanno tra il «povero» e l'intuizione simsolistica. Più spiegato si fa tuttavia il canto pittorico nei dipinti più recenti. an. dra.

Luoghi citati: Aia, Bologna, Brindisi, Milano, Parigi, Rialto, Roma