A Pomgliano voglia di lavorare

A Pomjgliqno voglia di lavorare Parlano i segretari della Cgil campana e della Fiom-Cgil A Pomjgliqno voglia di lavorare Galli: «La gente vuole un padrone veramente serio e un sindacato che sia all'altezza della situazione» - «Quando è nato l'accordo con la Fiat le ripercussioni sono state positive» NAPOLI — Tra gli 11 mila dipendenti dell'Alfa di Pomi gitano c'è una diffusa •voglia di padrone: E' un fatto al quale lo stesso sindacato sta prestando particolare attenzione. Per evitare possibili interpretazioni provocatorie chiariamo subito 11 concetto. •All'interno della fabbrica — dice il segretario regionale campano della Cgil, Gianfranco Federico — c'è chi penta che una strada forte sia. la soluzione. Definirlo consenso padronale è una sintesi forzata. Meravigliarsi di questa tendenza è come scoprire l'acqua calda. Definirei piuttosto la situazione con le parole di Aris Accornero: "Una capacità della classe operaia a vedere nell'azienda una fase di cooperazione e di conflitto"». ■ Altrettanto esplicito 11 segretario della Fiom-Cgil Lorenzo Gal li, che si occupa di Pomigliano: •Perché dobbiamo aver paura delle parole? La gente ha voglia di un padrone veramente serio e di un sindacato che sia all'altezza. Quando è nato l'accordo con là Fiat le ripercussioni a Pomigliano sono state positive: finalmente un padrone credibile con il quale il sindacato potrà trattare anche in modo duro, con programmi certi e prospettive di mercato'. . • Onesto orientamento pone del problemi al sindacato? •Noi — dice 11 segretario regionale Federico — dobbiamo cercare di interpretare correttamente le tendenze detta gente. Il sindacato non deve andare al negoziato con una strategia che difende tutto (relazioni industriali, protocollo IH, sistema contrattuale, orari, condizioni di lavoro). A mio giudizio dobbiamo lasciare per strada un poco di zavorra e puntare su due punti principali: 1) Mantenere le forme di organizzazione del lavoro. Noi abbiamo gruppi di produzione seri; 2) Non abbandonare il confronto sulla qualità delie prestazioni avendo il consiglio di fabbrica come soggetto contrattuale. Il sindacato deve tener conto della cultura produttiva che esiste a Famigliano; se non lo facciamo noi c'è il rischio che lo faccia la Fiat, che non è cogliona, e che si vada incontro ad un'altra sconfitta come nel 1980 a Torino e, temo, in questi giorni con i portuali di Genova: Perché tra I» (ente di Pomigliano emerge più che altrove queste propensione? •Almeno ta metà del lavoratori di Pomigliano — spiega il segretario della Fiom, Galli — appartengono a famiglie monoreddito, cioè l'unica busta paga è quella dell'Alfa. Inoltre, l'elevatissimo numero di disoccupati, rende il posto all'Alfa una grande conquista, una cosa ambitissima: Onesto «ricatto sociale» implicito nella situazione esterna come incide sulla (orca sindacale? •All'Alfa abbiamo una sindacalizzazione molto elevata intorno att'80%. Non siamo nelle condizioni della f/Iirafioril (La Fiom ha il 58%, la Firn a 22% e la Vilmil 20%). Sono i milanesi di Arese che, qualche volta, interpretano la nostra disponibilità agli accordi come debolezza». Quali sono le differenze più rilevanti, sotto l'aspetto sindacale, tra Pomigliano ed Arese? I due dirigenti campani, non hanno evitato la domanda, ma hanno risposto con molta prudenza. -Ad Arese — ha detto Galli — hanno da difendere molte cose più di noi: là c'è la testa pensante, la progettazione, la direzione. Ai Arese l'impatto con la Fiat potrebbe essere più radicale. Inoltre ad Arese c'è, almeno in parte, una tradizione sindacale di grandi resistenze con poca propensione agli accordi: A giudizio di Federico «od Arese la ristrutturazione sarà più. forte che a Pomigliano, che è uno stabilimento più giovane: Il sindacato, nelle trattlve con l'Alfa appartenente all'area pubblica, poteva contare anche su mediazioni politiche. E" una perdite? •E' molto meglio — ha risposto Galli— che i padroni, pubblici non ci siano più. Negli ultimi tempi si comportavano come cellule impazzite». Federico, a sua volta, cita un episodio: «£' véro che c'è stata sempre una forte attenzione del rapporti con lo Stato. Però è anche accaduto che Darida, ministro dette Partecipazioni Statali, ci abbia dato certe assicurazioni a Roma e che due giorni dopo l dirigenti dell'Alfa le abbiano disattese e rovesciate». Sergio Devecchl

Persone citate: Aris Accornero, Darida, Galli, Gianfranco Federico, Lorenzo Gal, Onesto, Sergio Devecchl

Luoghi citati: Arese, Famigliano, Genova, Napoli, Pomjgliqno, Roma, Torino