A scuola fino a 16 anni di Cesare Martinetti

A scuola fina a 16 anni I partiti d'accordo sul prolungamento dell'obbligo A scuola fina a 16 anni Contrasti sui programmi del biennio delle superiori - La maggioranza del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione ha bocciato la proposta Falcucci di sopprimere la storia antica - Le novità dal 1988-'89 ROMA — Tutti a scuola fino a sedici anni. L'innalzamento dell'età dell'obbligo scolastico ai limiti comuni negli altri Paesi europei sta per diventare una realtà. Il 18 febbraio la questione sarà affrontata dalla commissione Pubblica Istruzione del Senato con una discussione che non dovrebbe riservare sorprese (tutti 1 partiti sono d'accordo sul sedici anni), ma che inevitabilmente richiamerà, il ministro Falcucci ad affrontare pubblicamente il tema dei programmi nel primo blennio della scuola secondaria superiore, quella su cui si ripercuoterà il peso dell'innalzamento dell'età dell'obbligo. Venerdì il Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione (il massimo organo consultivo degli insegnanti, di cui fanno parte 74 rappresentanti del docenti delle scuole di ogni ordine) ha manifestato il suo parere sulla proposta del ministro di revisione del programmi. Un parere che esprime apprezzamenti per il «metodo ispirato ad un intento innovatore per tutta la scuola dell'obbligo», come ci ha spiegato ieri il vicepresidente del Consiglio Giuseppe Mandorli, ma che non nasconde severe critiche al ministro su alcuni punti. In particolare il Consiglio ha «bocciato» (a maggiorali' za) la proposta Falcucci sulla storia, che prevedeva, nel biennio superiore, lo studio delle età moderna e contemporanea (un'Ipotesi sostenuta dalle sinistre) con l'eliminazione della storia antica prevista Invece dai tradizionali programmi dèi biennio, impostati sulla logica dei cinque anni di studio e non dei due che, per i ragazzi che concluderanno la loro avventura scolastica a 16 anni, saranno gli ultimi. Ora la parola, torna, al ministro Falcucci che per legge non è obbligata a rispettare le indicazioni del Consiglio (che esprime pareri in forma «consultiva»), ma di cui difficilmente potrà evitare di tener conto, tanto più che l'opposizione all'eliminazione della storia antica viene proprio dal fronte degli insegnanti cattolici. Ci sono poi altre obiezioni che richiamano il ministro ad una revisione della sua proposta di riforma dei programmi. Spiega il professor Mandorli: «Le valutazioni critiche del Consiglio invitano a considerare la rielaborazione dei programmi in maniera più organica e scientifica. In poche parole gli insegnanti non possono esprimere un parere sui programmi del biennio se ancora non si sa cosa si vuol fare del triennio. E degli ultimi tre anni di scuola per la secondaria superiore, nella proposta del ministro, non c'è una sola parola. Questo comporta una difficoltà di valutazione che il Consiglio ha espresso in modo esplicito». ' Tutto ciò significa che la proposta Falcucci appare tuttora ritagliata molto più sull'esigenza di dare completezza allo studio dell'obbligo, che non di preparare la frequenza negli anni successivi. Tuttavia il professor Mandorli riconosce che 'la strada imboccata dal ministro Falcucci è quella giusta nel metodo (prima una discussione sulla riforma dei programmi, poi la traduzione delle novità in una diversa struttura della scuola secondaria) perché costituisce il primo tentativo di far uscire la scuola secondaria dalla condanna che da anni fa apparire impraticabile ogni tentativo di riforma». Il plano Falcucci prevede la costituzione di un'.area comune» di studio per tutti di ventisei ore la settimana (lingua italiana e straniera, matematica, fisica, educazione civica-giuridica-econornica, storia, biologia, chimica-sclenza della terra) da affiancare ad altre dieci ore settimanali caratterizzanti dell'indirizzo scelto secondo lo schema tradizionale (classico, scientifico, magistrale, artistico, tecnico, professionale). Che possibilità ha questi riforma di andare In porto'i C'è innanzitutto l'incertezza legata al destino del governo e quindi alla permanenza della signora Falcucci al mi' nistero di viale Trastevere. C'è poi da capire come e in quale misura il ministro intende tener conto delle indicazioni espresse dal Consiglio. E inoltre c'è un'incertezza dovuta al fatto che il pei, come ha sostenuto ieri sull'Unità la responsabile della scuola Aureliana Alberici, intende chiedere che 1 programmi vengano discussi contestualmente ad una legge quadro per la riforma della secondaria superiore. Il ministro Falcucci Intenderebbe invece varare i nuovi programmi per via amministrativa (è una sua prerogativa) lasciando al Parlamento la discussione sull'innalzamento dell'età dell'obbligo. Per il prossimo anno scolastico, dunque, tutto resterà com'è ora. Forse le prime novità si potranno vedere dal 1988-89. Cesare Martinetti

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