Trincee di spettri a Beirut di Mimmo Candito

Trincee di spettri a Beirut Giornata di battaglia attorno al campo palestinese assediato Trincee di spettri a Beirut Impiegati razzi e carri armati - Un funzionario Orni: «Manca tutto, sono condannati a morire» - Beni offre lo scambio tra un pilota israeliano e 400 prigionieri nello Stato ebraico: «Waite presto libero» - Nuove minacce di uccidere gli ostaggi DAL NOSTRO INVIATO BEIRUT — Tornano a Beirut, dieci anni dopo, i fantasmi di Tali Al Zatar. la dolce collina del timo che un giorno di agosto fu ridotta a un cimitero di morti senza storia, dopo un lungo assedio. E tornano con loro anche i fantasmi di Sabra e Chatyla, altri due cimiteri disperati di un popolo di profughi senza patria, spariti nel nulla dopo un lungo assedio spietato. Vengono all'appuntamento di BourJ el-Brajneh, il campo palestinese dove per nutrirsi ora mangiano 1 topi. Sono l'ultimo cibo rimasto nel campo, poi non ci sarà altro che la carne del morti. Chi vuol sopravvivere si farà cannibale dopo averne chiesto perdono ad Allah. Racconta Per Olof HaUquist: «La situazione è terribile. Anzi, più che terribile. E' disperata*. HaUquist, svedese, dirige a Beirut l'ufficio deil'Unwra, l'agenzia delle Nazioni Unite che assiste i profughi «Afa non è solo Bourj el-Brajneh, ci sono anche i campi di Chatyla e di Rachdfie: lo spettro della morte per fame incombe sui palestinesi assediati». Ieri a Bourj el-Brajneh c'è stata una battaglia aspra, durata tutto il mattino, con 1 palestinesi che sparavano razzi Qrad e gli sciiti di Amai che chiudevano le brecce dell'assedio con l'aiuto del carri armati. Tutta la zona Sud di Beirut è rimasta paralizzata, chiuse scuole e negozi, deserte le strade percorse solo dalle ambulanze. L'attacco palestinese è stato deciso, ma ha dato l'impressione che fosse soprattutto un tentativo di saggiare la consistenza del cerchio che serra il campo; ora che la gente dentro è allo stremo, si sta preparando forse la reazione ultima, la più di¬ sperata. Dice HaUquist: «Se l'assedio non viene spezzato, quelli del campo sono condannati a morire: HaUquist è stato a Beirut Ovest l'altro ieri, è stato l'ultimo europeo a passarci. «Finora sono sempre riuscito a tornare da quest'altra parte: e sorride con un sospiro di sollievo. Era andato per tentare ancora una volta di far arrivare cibo, medicine, aiuti, latte, per gli assediati. «Afa gli Amai dicono che se aiutiamo i loro nemici è come se volessimo batterci a fianco dei palestinesi. E non ci lasciano passare». BourJ el-Brajneh è assediata dal 1" novembre, l'ultima razione di cibo fu fatta passare U 20 gennaio, l'ultima volta che un medico europeo è entrato è stato U 24 gennaio. .he madri urlavano e si disperavano perché non avevano più nulla da dar. a. loro figli: BourJ el-LraJneh è uno del tanti campi dove 1 palestinesi consumano la loro vita di profughi. In Libano ce ne sono altri dodici, sono abitati da quasi mezzo milione di persone secondo dati approssimativi che fluttuano secondo l'andamento delle crisi e deUe guerre in questa parte del Medio Oriente. Sono agglomerati poveri di case di fango e di baracche, tirate su lungo viottoli polverosi alla periferia deUe città libanesi. Dentro vivono palestinesi e libanesi, 1 profughi di ogni società, vecchi e bambini, donne, 1 combattenti. Quando neU'831 palestinesi combattenti furono espulsi dal Libano, nei campi non si vedevano quasi più uomini. Erano rimasti solo i vecchi e i bambini, e le donne. Poi, un po' alla volta, 1 fedayn hanno cominciato a tornare in queste strade polverose, e a riportare le loro armi Oggi sono tanti quant'erano neU'82, settemila, ottomila. E quelli di Amai temono che U Libano torni a essere come cinque anni fa. La guerra del campi vuole eliminare 1 palestinesi come forza politica, come organizzazione di resistenza e di lotta. Ieri Amai ha fatto sapere che aveva organizzato un piano di uscita da Bourj elBarajneh per quelli che volevano arrendersi Non è uscito nessuno. E quattro fedayn che nelle ultime ombre dell'alba stavano tentando di far entrare in qualche modo un po' di pane, sono stati falciati a colpi di mitra. •Nel campo manca di tutto, cibo, latte in polvere, medicine. Manca il latte soprattut¬ to per i bambini. La mancanza di proteine segnerà per tutta la loro vita la storia di questi piccoli. Almeno, di quelli'che riusciranno a sopravvivere all'assedio». Quando non c'è battaglia, dall'alto delle montagne che stanno dietro Beirut con un potente binocolo è possibUe vedere che dentro il campo là vita continua. Poi, quando U cannone riprende a sparare, torna U vuoto silenzioso della. morte. * Manca anche l'acqua. Fino a dieci giorni fa ci sono state delle forti piogge, provvidenziali, e gli assediati hanno potuto raccogliere l'acqua che veniva dal cielo. Per berla, certo non per lavarsi. Ma ora dev'essere finita, e non c'è più nemmeno una goccia di nafta per le pompe dei pozzi artesiani: Scabbia, rogna, dissenteria, forse anche U colera, accompagnano la vita di questi assediati, che l'accendersi improvviso deUe battaglie tiene quasi sempre chiusi nei sotterranei scavati dentro la terra. •Hanno depositi, camminamenti, infermerie sotterranee. Hanno sviluppato una straordinaria capacità di organizzarsi una vita che è quasi normale. Quasi. E al buio. Come un popolo che subisce una angosciosa mutazione genetica». Ma è anche una guerra disperata tra poveri. «Ci sono decine di migliaia di scila libanesi che stanno diventando come i palestinesi. la fame qui è già un'epidemia. Sono poveri che si fanno sempre più poveri, e si lotta e si spara con la rabbia di chi non ha più nemmeno la speranza». Trecentomila razioni di cibo sono state assegnate daU'Onu al governo libanese per assisterli, sessantamila razioni vanno distribuite a Beirut. Le razioni sono ancora tutte da distribuire e questo rende ogni soluzione più difficile. Forse anche Impossibile. L'assedio del campo palestinese si allarga allora fino a diventare U quadro agghiacciante di un intero Paese, una tragedia collettiva di popoli dove tutti i nemici, da una parte e dall'altra, hanno poi una sorte comune. Berri, il capo degU Amai, ha offerto da Damasco uno scambio tra il pilota israeliano prigioniero del siriani e 1 quattrocento detenuti in Israele di cui la Jihad islamica chiede la liberazione. Berri ha anche detto di avere informazioni secondo cui Waite, l'emissario della Chiesa anglicana scomparso, sarà liberato neUe prossime ore. Può essere l'avvio concreto di una trattativa per risolvere U problema degU ostaggi. Tanto più che Jumblatt, U capo del dm si, dice: 'Finiamola con i rinvìi per Waite. O lo liberate, o racconto tutto io». Ve quindici navi da guerra americane restano comunque in zona, ma un altro gruppo, l'Organizzazione della giustizia rivoluzionaria, ha lanciato un nuovo avvertimento agU Usa e alla Francia: .Se ci farà un attacco ammazzeremo i dodici ostaggi che abbiamo nelle nostre mani. Attenta America, attenta Francia che aiuti l'Iraq». La guerra del nervi continua. Mimmo Candito

Persone citate: Berri, Jumblatt, Sabra, Scabbia, Waite, Zatar