La poltrona che fu di suo zio Tino
La poltrona che fu di suo zio Tino La poltrona che fu di suo zio Tino ROMA—Al Quirinale, dove dal "78 ricopre la carica di segretario generale, Antonio Maccanico si prepara a fare le valigie per andare a Milano, in via Filodrammatici, a fare il presidente di Mediobanca, una carica che fu di suo zio, Adolfo Tino, primo presidente dell'istituto. Nato ad Avellino il' 4 agosto 1824, noto per la discrezione e la grande abilita di mediatore con cui si è mosso a fianco di due presidenti della Repubblica profondamente diversi tra loro (Sandro Pertini e Francesco Cosslga), Antonio Maccanico («Tonino» per gli amici) approda a Mediobanca dopo diverse esperienze politiche e di studia Suo padre era un economiste meridionaliste; suo zio Tino, che aveva scritto 11 programma del partito d'Azione, faceva parte a Milano del gruppo di intellettuali antifascisti (La Malfa, Bocchelli, Cuccia, Solmi) che ruotavano attorno a Raffaele Mattioli; un altro suo zio, Slnibaldo Tino, fratello di Adolfo, fu testimone del destino della democrazia aventinla- na, come direttore di «Settimana parlamentare». Laureatosi nel '46 alla Normale di Fisa in diritto amministrativo, Maccanico, che aveva partecipato alla Resistenza, dopo la fine del Partito d'Azione, aveva preso la tessera del pei, che lasciò nel '56 per avvicinarsi sempre più a Ugo La Malfa, il quale, ministro del Bilancio nel '62-63, lo volle come capo del suo ufficio legislativa La sua carriera di «servitore dello Stato», comunque, era cominciate molto prima, nel '47, quando, vinto un concorso, entrò alla Camera. Per diventare prima vicesegretario della Camera dei deputati e poi segretario generale nel '76. Due anni dopa nel 78, fu chiamato da Sandro Pertini ad assumere l'incarico di segretario generale del Quirinale. Ora Maccanico va a ricoprire un'altra poltrona difficile, la guida di un istituto. Mediobanca, che sta marciando verso quel «cambio di pelle» (meno peso delle tre Bin, più presenza private) annunciato nel novembre scorso. e. r.
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