Natta di Frane Barbieri

Natta Natta scenza a Gorbaciov; se i'Urss cambia recupera soltanto un suo modello che non è più valido per gli altri, e tanto meco recupera la spinta rivoluzio¬ naria su scala mondiale. Natta giunge addirittura ad ammettere che, usando per i Paesi orientali il termine «socialista», lo fa per consuetudini «filologiche» e non per ragioni di sostanza politica Fra tante linee di demarcazione, più che il rifiuto di rapporti a carattere organizzativo o preferenziale, è determinante la negazione del modello sovietico, per quanto possa essere riformato, l'impossibilità di una sua .-.divergenza, anche in lontana prospettiva, con i modelli della sinistra europea. L'insistenza dei rappresentanti del pei e dell' linità nel prendere le distanze e controbilanciare gli entusiasmi per il Plenum con le incertezze sugli esiti delle riforme (superiore a quello di tanti altri giornali) può trarre motivo anche dagli incalzanti giudizi delle varie parti politiche su un possibile ritomo del pei alle seduzioni moscovite. Ma la ragione di fondo è un'altra: cogliere una buona occasione per riaffermare, oltre tutte le tentazioni, la scelta dell'eurosinistra comunitaria e atlantica, anche attraverso gli effetti de! viaggio americano. E, all'interno del pei, prevenire gli sbandamenti di un dibattito, vinto a Firenze, ma ripreso almeno da un settore del partito per forza di circostanze nuove. Al pei della nuova strategia non servo- no gli stalinisti né i leninisti, ma neanche i gorbacioviani. Che le due* ragioni di fondo siano valide lo si può intuire anche dalle differenze di toni e di argomenti usati da capi del pei. Natta ammette che il suo partito aveva sofferto di una «valutazione acritica ed a al tal oria dell'Uni», che il pei è stato (parte di tot campo» e che infine nei rispetti dell'Urss rimangono «posizioni inerziali e mitologiche, sia nella base che tra i dirigenti». Non c'ó da stupirsi quindi che celi'«ondata gorbacioviana» si cerchi la verifica dell'evoluzione riformista. Chi si stupisce è invece il ministro degli Esteri Napolitano. Secondo lui, le ipotest di possi¬ bili tentazioni nel corpo complesso del pei sono «pura fantasia», addirittura «tesi cervellotiche». Lasciamo da parte l'obiezione che il ministro degli Esteri di un partito portato oggi a dialogare a tuttocampo, se prende posizioni ermetiche fa venire il sospetto di rappresentare l'antica presunzione di essere sempre monolitico e avere sempre ragione. Perfino Pajetta si sarebbe espresso con più spirito. L'occidentalità del pei, e quindi la sua credibilità, non nasce da un parto immacolato, e neanche da un rapporto d'amore ideologico; la sua crescita non è stata lineare né geneticamente né politicamente. Nasce dagli. errori e dai ripensamenti. E la credibilità si rafforza ammettendoli e discutendoli, questi errori. L'atlantico per antonomasia diventa ormai un atlantico sospetto anche .negli altri partiti, figurarsi nel pei. Frane Barbieri

Persone citate: Gorbaciov, Napolitano, Natta, Pajetta

Luoghi citati: Firenze, Urss