Andreotti nella bufera di Marcello Sorgi

Andreotti nella buferei Si apre un caso politico sul mancato vertice antiterrorismo Andreotti nella buferei Il ministro degli Esteri accusato di avere fatto fallire l'incontro replica: «E' solo un grosso equivoco» - Ma Spadolini attacca: «Così si indebolisce la solidarietà contro i ricatti internazionali» ROMA — .Gaffe, del ministro o grosso equivoco Intemazionale? Sul mancato vertice antiterrorismo del sette Paesi più industrializzati (saltato per l'Improvviso ritiro del governi di Parigi, Londra e Bonn) si è aperto un caso delicatissimo, con 1 francesi che confermano l'accusa ad Andreotti di aver mandato tutto per aria rivelando in anticipo un appuntamento che doveva restare riservato, Andreotti che si difende e nega che la riunione fosse segreta e Spadolini che chiede chiarimenti su comportamenti che a suo giudizio indeboliscono la lotta al terrorismo. Al-centro di una bufera di polemiche interne e internazionali U ministro degli Esteri, com'è nel suo carattere, non si scompone. Spiega che s'è creato un grande .equivoco su un impegno già fissato da tempo; e sotto sotto lascia intendere che francesi. Inglesi e tedeschi avrebbero approfittato dell'occasione per sganciarsi da una linea di Impegno comune antiterrorismo, resa di giorno In giorno più onerosa dall'aggravarsl della tensione In Libano e dalle minacce di Interventi militari Usa. Secondo Andreotti (che Ieri mattina in Consiglio del mi¬ nistri ha tenuto una relazione sul suo viaggio In Usa) l'appuntamento che ha visto l'improvvisa defezione di Francia, Inghilterra e Germania era già In calendario dal vertice di Tokyo e in vista del prossimo, quello di giugno a Venezia. •Si erano previste riunioni dei direttori generali degli affari politici — sostiene il ministro —, in una di queste si doveva discutere anche del problema degli ostaggi: Qualcuno ha pensato che in ballo fosse anche l'intenzione Usa di un intervento militare: «Afa non esiste, è torto un equivoco—assicura Andreotti — e poi io mi auguro che non ci siano astoni militari: La Versione francese è un'altra. DI un vertice già fissato sul terrorismo non si sapeva nulla a Parigi Per il 6 febbraio era fissato uno •sherpa» (in gergo, un Incontro preparatorio di funzionari diplomatici) a Firenze, non un summit di direttori del ministeri a Roma. Una riunione cosi delicata, in un momento cosi difficile, poteva farsi solo nel riserbo più assoluto. Invece il 2 febbraio a Washington dopo l'Incontro con 11 segretario di Stato Shultz Andreotti parla del vertice; e la Farnesina aspetta lui per sondare gli alleati, ricevendone un -no.. Sottintesa è l'accusa al nostro ministro di aver preso un Impegno riservato con gli Usa e averlo mandato a monte subito dopo con una dichiarazione: incauta o voluta? •Non vedo perché quella riunione dovesse restare segreta — replica Irritato Andreotti —; se ne son fatte tante, altre se ne faranno ora che Venezia s'avvicina e U calendario è sempre stato noto. L'impegno a un'azione comune antiterrorismo fu preso a Tokyo: non vorrei che qualcuno se ne dimenticasse: Davanti a Shultz in effetti, come confermano fonti americane, Andreotti fu cauto: non accètta l'Idea di una riunione del Sette espressamente dedicata al Libano e agli ostaggi; disse che l'argomento, previo consenso degli alleati, poteva essere inserito in uno degli Incontri preparatòri del vertice di Venezia. Shultz accettò, propose solo di far partecipare al vertice il capo dell'antiterrorismo Usa Paul Bremer e fu rassicurante sull'eventualità (remota) di un Intervento americano in Libano. Cosi Andreotti, soddisfatto del colloquio, usci convinto di essere approdato a un'accettabile mediazione. Questo fu il senso delle sue dichiarazioni. Ma all'indomani l'atteggiamento dei partners europei capovolge le previsioni. Al primi sondaggi della Farnesina si rivelano enormi le resistenze francesi inglesi e tedesche; impraticabili poi sia l'Idea di allargare il vertice già previsto per 116, sia l'ipotesi di affiancare al vertice •economico» di Firenze un incontro a Roma di «alti funzionari» per discutere di terrorismo. La fuga di notizie, l'accusa di aver Inscenato una «gaffe» per togliere con una manoquel che aveva dato con l'altra, al funzionari della Farnesina si rivelano come pretesto. Un modo di mascherare una volontà che emerge ormai chiaramente: Francia, Germania e Inghilterra non vogliono più andare avanti con la politica di •concertazione» delle Iniziative antiterrorismo. Ognuno ha i suol timori, i suoi ostaggi la sua lista di attentati subiti o temuti. E nell'imprevedibile guerra del terrorismo Internazionale tutti temono di subire le conseguenze di un Improvviso Inasprimento delle reazioni americane. Cosi Andreotti deve prendere atto che il vertice sul Libano e sugli ostaggi non si farà. Ieri a Firenze s'è tenuta la riunione «economica», ma non quella «politica» a Roma. Sul terrorismo, si tenterà di riaprire il discorso In uno del prossimi appuntamenti preparatori di Venezia. Per ora al' ministro degli Esteri non resti che vedersela con Spadolini. •Andreotti ha fatto una relazione, nessuno ha fatto commenti: ha detto secco il ministro della Difesa all'uscita da Palazzo Chigi E in serata, nel chiedere spiegazioni La voce repubblicana è stata più dura. Ha ricordato che l'impegno a un confronto anche sul tema degli ostaggi era stato •valutato nel più assoluto riserbo: Perché allora •per motivi che non sono chiari ma che in qualche misura andranno chiariti si è indebolita in un momento cruciale la coesione delle democrazie occidentali contro il terrorismo e la sua barbara politica di ricatti?: Marcello Sorgi