Goria presenta i conti sulla riforma pensioni

Goria presenta i conti sulla riforma pensioni Si inasprisce la polemica tra maggioranza e pei Goria presenta i conti sulla riforma pensioni Ma il suo compagno di partito Crìstoforì dice che le dire sono sbagliate ROMA — n pei sfida la maggioranza ad approvare la riforma delle pensioni nell'aula della Camera, con tutti i rischi del voto segreto. La maggioranza replica di essere pronta e sufficientemente compatta per discutere subito la riforma, però tornando in commissione. Sono reciproche le accuse di creare intralcio a un provvedimento che, dopo mesi di sosta, potrebbe andare avanti in fretta. Tuttavia non sembra coniare sost enitori su fficien t i né' nella maggioranza; né i nell'opposizione la parte più severa della riforma, che attraverso graduali sacrifici dovrebbe nei prossimi anni ridurre il dissesto del sistema previdenziale (aumento dell'età di pensione, fino a 65 anni nel 2007; aumento da 15 a 20 anni dell'anzianità contributiva minima; per i già pensionati, ritocchi alla scala mobile). Comunque i conti sembrano tutti da rifare. Oggi Golia presenterà alla commissione Bilancio della Camera tutti 1 calcoli, vecchi e nuovi, che il ministero del Tesoro ha fatto sul vantaggi e sui costi finanziali di ogni singola disposizione contenuta nel provvedimento di cui si discute. Ma anche U presidente della commissione pensioni di Montecitorio, Nino Cristof ori (de) ha commissionato cifre ad esperti; degli emendamenti governativi ripropone una possibile convergenza fra il maggior partito di governo e il maggior partito di opposizione, al di là del battibecchi di queste ore. Il pei considera •una controriforma' gli emendamenti De Michelis ed è contrarlo, come la de, ad innalzare l'età di pensione a 65 anni. il pei afferma peraltro di non cercare baratti o contropartite sulle pensioni. La linea dura del confrontò in 0 stata scelto per •mettere olia prova la compattes- \àta':della maggiorarla- e nbn-.r potrà essere ammorbidita se Craxi accetterà la richiesta di venire a discutere in Parlamento lo stato di salute del governo. Lo scontro sulle procedure perlamentari per ora continua; se in qualche modo venisse superato, potrebbe rispuntare l'ipotesi di spezzare in due la riforma, dando via libera solo alla parte meno controversa e meno severa; ma 1 liberali e 1 socialisti confermano di essere contrari. Primo terreno di battaglia sarà il parere che deve essere espresso dalla commissione Bilancio, dopo aver ascoltato Goria. Il relatore, che è il socialista Maurizio Sacconi, ha proposto che il si sia condizionato all'adozione di tutti gli emendamenti del governo. Stefano Lepri e molto probabilmente risulteranno diverse da quelle del Tesoro. Le prime stime del ministero fanne temere che la riforma delle pensioni accrescerebbe il dissesto sia se f asse approvata nella versione della commissione Cristofori (circa 20 mila miliardi nei prossimi dieci anni) sia con la più austera versione governativa (pressappoco 10 mila miliardi). Ma Cristof ori sostiene che -queste cifre sono sbagliate, e inoltre il testo della commissio porta maggiori rispàt dal ministro De Micheli**. il dissidio sui numeri nasconde diverse questioni di sostanza. Una delle più Importanti riguarda la previdenza integrativa, per la quale 1 deputati de non accettano, sostiene Cristof ori, la soluzione proposta dal governo con gli emendamenti De Michelis: «Per noi, dare via libera alle pensioni integrative non significa affatto una riduzione della previdenza obbligatoria. La tesi di De Michelis, invece, è che. le prestagioni obbligatorie vanno ridotte; dobbiamo intenderci, perché c'è il pericolo che i sacrifici necessari a introdurre la previdenza integrativa siano sopportati proprio da quei lavoratori che non sono in grado di pagarsela». L'ostilità della de ad alcuni gli eme^amenti presehMt¥'

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