Ribbentrop-Molotov, lo shock comunista di Lia Wainstein

Ribbentrop-Molotov, lo shock comunista UN'INCHIESTA TEDESCA SU COME I PC D'EUROPA REAGIRONO AL PATTO Ribbentrop-Molotov, lo shock comunista Trascorsi quasi cinquantanni, sembra che un argomento quale il patto di non aggressione, firmato a Mosca 11 23 agosto 1939 dal ministri degli Esteri tedesco Ribbentrop e sovietico Molotov, sia rimasto attuale. E' uscita recentemente a Friburgo un'inchiesta sulle reazioni all'avvenimento dei comunisti tedeschi, francesi, italiani, inglesi, americani e altri (Der Schock des HitlerStalin-Paktes, Herderbllcherei, pag. 231). Ne è autore Wolfgang Leonhard, nato a Vienna nel 1921, che visse dieci anni in Urss, poi si recò a Berlino con TJlbricht e insegnò all'Università Karl Marx. Il suo atteggiamento antistalinista lo costrinse in seguito a rifugiarsi in Jugoslavia. Attualmente Leonhard vive tra l'America, dove insegna storia all'Università di Yale, e la Germania occidentale. Quel fatale 23 agosto 1939 Leonhard si trovava in vacanza con altri figli di emigranti politici tedeschi e austriaci in un'Accademia nella città militare di Jejsk, sul mare d'Azov. Alla notizia che era stato firmato il patto segui un precipitoso ritorno a Mosca, dove i giovani avevano goduto di una vita pri¬ vilegiata benché le purghe di Stalin non risparmiassero nemmeno loro: nel 1936 anche la madre di Leonhard, come tanti, fu deportata a Vorkuta. Ora ai ragazzi, sconvolti, viene comunicata l'interpretazione ufficiale del patto, poi gli ospiti, diventati scomodi, sono trasferiti in un Kinderheim sovietico. Krusciov caccia E' totale l'adeguamento alla nuova situazione della propaganda sovietica, del cinema, del teatro, delle biblioteche, ogni traccia di antifascismo scompare, avvengono dei fatti grotteschi: 1 comunisti tedeschi profughi vengono trattati meglio «in quanto tedeschi» e ricevono del rallegramenti •per i successi delle truppe tedesche in Polonia». Dopo il discorso del 31 ottobre 1939 in cui Molotov definì «criminale e insensata» la guerra contro il nazismo, Berja proibì nei Lager l'uso del termine •fascista» per insultare 1 detenuti. I prigionieri tedeschi vennero tosto consegnati alla Oestapp, tra essi la comunista Margarete BuberNeumann, arrestata a Mosca nel 1938, poi detenuta nel Lager di Ravensbruck fino al 1945. Informato da Stalin dell'imminente arrivo di Ribbentrop a Mosca, Krusciov, quel giorno, con 11 beneplacito del dittatore, andò a caccia in compagnia di Bulganin, Malenkov e Vorosilov. AI Comintern, i soli Ernst Fischer, comunista austriaco, e Klement Oottwald, comunista ceco, furono informati In anticipo, tutti gli altri lo vennero a sapere dopo. Cosi, 1 comunisti spagnoli Jesus Hemandez e Castro Delgado rimasero profondamente turbati, mentre 1 capi comunisti tedeschi, pur sforzandosi di considerare il patto «necessario per morfei politici» confermarono che loro fine. principale era la lotta contro Hitler. In quanto alla mancata informazione dei partiti comunisti all'estero, Leonhard propone, due spiegazioni: disprezzo di Stalin per il Comintern, definito già prima •lavocka» (botte guccla). oppure un modo per mettere alla prova la fedeltà dei partiti negli altri Paesi. A Mosca, l'ambasciatore della Germania von der 8chulenburg (verrà giustiziato dopo il complottò fallito contro Hitler del 20 luglio 1944) si rende subito conto che questo patto porta alla seconda guerra mondiale. Juho PaasUdvl, futuro presidente della Finlandia, scrive nelle sue memorie che il patto «un giorno sarà definito come la più fatale e disgraziata azione politica della storia contemporanea... Malgrado il sospetto che il patto includesse delle clausole segrete, allora non si sapeva nulla di certo. Quando però Germania e Urss in settembre attaccarono la Polonia e' se la divisero tra di loro, e quando il Cremlino iniziò la sua intensa attività contro i Paesi baltici e la Finlandia e, nell'estate 1940, contro la Romania, fu chiaro che il patto Ribbentrop-Molotov aveva creato le premesse per tale sviluppo». Questo protocollo aggiunto, riguardante la spartizione tra là Germania e i' Urss delle rispettive zone d'interesse doveva rimanere segreto, e fu conosciuto In Occidente solo dopo la fine della guerra. In Urss e nei Paesi del blocco orientale è tuttora tabù, perfino nel lavori scientifici sulla politica estera sovietica, come ricorda lo storico Aleksandr Nekrich nelle memorie (Rinuncia alla paura, non ancora tradotto). Nella Germania di Hitler il patto causò smarrimento tra gli operai. Nella prigione di Brandenburg, i 2200 detenuti politici — tra loro c'era Erich Honecker, l'attuale segretario generale del Sed — si spaccarono in due gruppi: gli uni credevano ciècamente al Comintern, - mentre 1 non stalinisti consideravano il patto «un gravissimo -tradimento del movimento operaio internazionale, la rivelazione che anche lo Stato di Stalin costituiva un dispotismo inumano» ■ Trockij scrive In Francia, il commento del poeta Aragon fu: .1 guerrafondai sono sbaragliati, la pace è assicurata», un atteggiamento condiviso da Thorez, mentre il pcf decideva di considerare il patto un compromesso e di continuare a difendersi dalle provocazioni di Hitler. Avendo poi Stalin proclamato «principale aggressore l'imperialismo franco-inglese» e quindi invitato implicitamente i comunisti a non collaborare con i loro governi borghesi, in Francia il pcf fu dichiarato illegale. Nelle loro pubblicazioni clandestine 1 comunisti francesi esigevano «la fine della guerra imperialista contro la Germania» e mutarono atteggiamento solo dopo l'invasione tedesca. Alcuni, tuttavia, secondo Roy Medvedev, speravano ancora di riacquistare uno status legale nel territori occupati grazie al patto Ribbentrop-Molotov, un'illusione che persero solo all'inizio del 1941, quando molti comunisti vennero giustiziati. Chi non si faceva illusioni fu in,vece Trockij nel suo esilio messicano. Dopo l'accordo di Monaco (1938) scrisse infatti: «72 crollo della Cecoslovacchia è il crollo della politica internazionale di Stalin negli ultimi cinque anni. Ora ci si può aspettare che la diplomazia sovietica cerchi un avvicinamento a Hitler». Se una simile svolta al pubblico potè sembrare improvvisa, in realtà una serie di indizi, citati da Nekrich nel saggio Stalin e la Germania notista (Kontinent, 1980 n. 24), ne fa risalire l'origine agli Anni Venti. Hitler allora rifiutò, ma Stalin non rinunciò alla sua idea: il patto con la Germania, che apri la strada alla guerra in Europa, venne firmato il 23 agosto 1939. Lia Wainstein