Maschere rivelate

Maschere rivelate PIRANDELLO DALL'INTERNO Maschere rivelate VOCI DALL'ANTICAMERA Oh Dio... Eccola, eccola.' Chi sta attivando e dove siamo? Siamo, come ogni amatotc di Pirandello ricorderà, all'arrivo della signota Ponza in casa del consigliere Agazzi, nel finale di Così è (se vi pare). La chiacchieratissima signora, che finora peraltro non s'era mai vista, si fa avanti rigida e in eramaglie, col volto nascosto da un fitto velo nero. Ed ecco il grido della signora Frola, che la crede sua figlia Lina: SIGNORA FROLA Ah Lina... Lina... Lina... Mentre il signor Ponza, che credendosi vedovo di Lina la ritiene una seconda signora Ponza, grida da parte sua: , SIGNOR PONZA Giulia... Giulia... Giulia... Dopodiché, la presunta madre e il presunto vedovo se ne vanno abbracciati, senza che si sia potuto capire chi dei due è matto; e al Prefetto non resta che rivolgersi direttamente alla signora Ponza, per chiederle... SIGNORA PONZA (interrompendolo) — che cosa? la verità? è solo questa; che io sono, sì, la figlia della signora Frola — TUTTI — ah! SIGNORA PONZA — e la seconda moglie del signor Ponza — , TUTTI — oh! E come? SIGNORA PONZA —sì; e per me nessuna! nessuna! (Guarda attraverso il velo, tutti, per un istante, e si ritirai. TELA «Tela? Ma come?» si chiederanno perplessi gli amatoti di Pirandello. «G pareva che restassero ancora diverse battute, col Pretetto che insiste e la signota Ponza che...». PREFETTO (tornando autorevolmente in scena con la Ponza) Ah, no, per sé, lei, signora^sàrà tuna o J'altra^ sig^ÌnW^per m^jÈdfò^M mi si crede. (Si ritira, seguita dal Prefetto). AMATORI (invadendo pitandellianamente il palcoscenico) Ah, ecco! Volevamo ben dire! Era stato quell'imbecille del Regista a manomettere il testo! REGISTA (venendo giù à la Pitocff, col montacarichi) Pardon, nessuna manomissione, lo ho inteso semplicemente fornire... AMATORI Ma vada via, cialtrone! Senza scomporsi, il Regista spiega ai Recensori e al Pubblico, senza dimenticate il competente Assessore, di aver inteso fornite una sua personale rilettura della piece in chiave femminista. Ha dunque alleggerito il dialogo delle ultime battute, di un intel lcttualisrao superato, per chiudere su quel doloroso, attualissimo grido di protesta: «E per me nessuna! nessuna!». REGISTA (concludendo) Ecco tutto. AMATORI (fuori di sé) E-le pare niente? Lei ci ha rifilato un «Così i» senza il «se vi pare», in questo modo! REGISTA (beffardo) «Ciascuno a suo modo», signori! E dunque «tutto per bene», anzi «come prima, meglio di prima», no? AMATORI (illuminandosij Ottima idea. Vuol dire che d'ota. in poi le Maschere nude di Pirandello, invece di venire qui a farcele «rileggere» da lei, resteremo a casa a leggerle'per conto nostro! * * Presentando la nuova edi zione delle' Maschere nude che Alessandro D'Amico ha curato per i Meridiani di Mondadori — e il cui primo volume è ora in libreria — Giovanni Macchia scrive un po' cripti camente: «Questa edizione dev'essere vista come la straordinaria rivelazione del teatro di Pirandello dal suo interno». Che cosa vuol dire? Secondo noi vuol dire che sulle maschere ex «nude» di Pirandello, a furia di cialtronesche «riletture in chiave di», s'è ormai depositato un tale strato di pattume da renderle irriconoscibili. Per cui solo dall'interno — e cioè appunto restandocene a casa, a leggerle per conto nostro ■ potremo averne la straordina,ria rivelazione. Senonché: di edizioni più 0 meno complete delle Maschere non ce n'erano anche prima? Ce n'erano e non ce n'erano. Cioè, ce n'erano anche troppe, dalla prima di Treves del 1918-'21 (con 11 dtammi) all'ultima di Mondadori del 1958 (con 43). E qui stava la difficolti, per chi avesse voluto controllate un po' sul testo ciò che gli rifilavano a teatro in cambio dei suoi soldi. Il fatto è che Pirandello stesso non aveva mai smesso di rivedete e correggere i suoi, lavori, spesso drasticamente e non di rado accogliendo suggerimenti di aitici, capocomici, attori. Cerano revisioni da cima a fondo. Cera un testo cóme quello dei Sei personaggi in cerca d'autore, che nella quarta edizione «riveduta e corretta» del 1925 differiva talmente dalla prima stesura del 1921, da presentarsi come un vero e proprio rifacimento. Ma un'edizione che registrasse tutte queste varianti non esisteva, e si capisce come una situazione del genere favorisse i rimaneggiamenti e le contraffazioni. Mancava inoltre una cronologia precisa, tutt'altro che fàcile da stabilire. Mancavano un'introduzione generale e introduzioni particolari ai vati drammi, che chiarissero le molteplici interdipendenze con le novelle e i romanzi; che documentassero nella mi suta del possibile, oltre alla genesi e alla gestazione di ciascun dramma, le circostanze e l'esito di ogni prima rappresentazione, come pure delle riprese e dei nuovi allestimenti sia in Italia che all'estero; che distinguessero, infine, i «vari momenti di Pirandello critico, teorico e stori' co della drammaturgia, di Pirandello autore e capocomico, regista, polemista, riformatore del teatro...». ■ , Tutto questo è stato fatto da Sandro D'Amico non solo ,ccin.Ja^hc1èit^siJna.edibJu.'rrH*c6n uhi «appetta si, una genialità di presentazione letteraria assolutamente senza precedenti. Non è soltanto un'edizione critica. E' una storia completa del teatro di Pirandello e delle sue vicende fino ad oggi, che si legge con il fiato sospeso. Anche per questo è una straordinaria rivelazione. E anche per questo si può sperate che i lettori di Pirandello, 1 suoi spettatori dall'interno, avranno finalmente la meglio sui suoi abusivi «rilettori». * * La «rilettura» del Così è che abbiamo portato a esempio, non è neanche delle più efferate. Una «ristrutturazione» in chiave psicanalitica della stessa commedia, verso la fine -degli Anni 70, dovemmo rimuoverla cosi profondamente nell'inconscio da non ricordarci più come andasse a finire. Ricordiamo benissimo, "J£ n compenso, come finivano i Sei personaggi nella rilettura «moderna e avanzata» (sic, vedine l'autoreccnsione a cuta del Piccolo Teatro di Milano) che il regista Strehler ne presentò a Parigi nel 1953. E in cui... Ma vediamo prima il finale di Pirandello, che nelle due edizioni del '21 e del '25 non presenta differenze quanto alle battute. Eccoci dunquc-al drammatico, secco colpo di rivoltella. Il Giovinetto s'è sparato ed è caduto esanime. Ma è finzione? E' realtà? Mentre il cadavere (?) viene trasportato via, i pareri (giacché un «se vi pare» c'è sempre) si dividono: ALCUNI ATTORI (realisti) Davvero! Davvero! Morto! Morto! ALTRI ATTORI (irrealisti) No! Emione! Non ci creda! Finzione! Finzione! IL PADRE (iperrealista nella sua disperazione) Ma che finzione! Realtà, realtà, signore! CAPOCOMICO (relativista) Emione! Realtà! Andate al diavolo tutti quanti! Non mi è mai capitata una cosa simile! E mi hanno fatto perdere una giornata! (TELA) Solo che il nichilistico, irridente relativismo pirandelliano non si addiceva a un'impegnata rilettura in chiave di realismo socialista. In quanto personaggi «ben qualificati anche sotto l'aspetto socialei. (vedi l'autoreccnsione citata) i Sei non dovevano prestarsi al gioco metafisico dell'Autore: dovevano invece, brechtianamente, «chiedere conto alla società stessa della loro vera tragedia». Per cui l'avanzato Rilettore (un personaggio, a pensarci un momento, curiosamente difficile da distinguere dall'antiquata figura del Censore) non stette tanto a pensarci su. Soppresse la battuta finale del Capocomico e lasciò l'ultima parola al misero Padre, trasformato in una specie : SEffl%i&& al cielo vere (morto) del Giovinetto tra le braccia. Questa era la conclusione non solo più avanzata ma «più giusta», sempre secondo l'autorccensionc. E del resto, tra le tante varianti introdotte o accettate dall'Autore stesso, una più, una meno... chi sarebbe andato a vedere? D'ota in poi, edizione critica alla mano, si potrà andare a vedere. Ma facendo attenzione anche alle didascalie, alle indicazioni di scena! Per controllare ad esempio in base a quali «varianti» l'anno scorso, in occasione del Cinquantenario, l'ex Padre Coraggio sia tornato a Parigi con una mano in tasca per manipolarsi con disinvoltura (in chiave neo-verista? ipersimbolista? post-moderna?) i genitali davanti alla Figliastra. Carlo Frutterò Franco Lucentini SM pHIIIlllMIIIIIlHIMmilHl DIRIGENTI D'AZIENDA E NUOVI REATI TRIBUTARI 23 febbraio e 5 marzo 1987 Torino, via Ventimiglia 115 Giornate di studio con l'intervento di Prof. Flavio Dezzani Ordinario di Ragioneria Generale ed Applicata dell'Università degli Studi di Torino Prof. Ivo Caraccioli Ordinario di Diritto Penale dell'Università degli Studi di Torino Dott. Luigi Corradini Magistrato Presidente della Sezione Fallimenti del Tribunale di Torino Dott. Mario Barbuto Magistrato del Tribunale di Torino Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 16 febbraio 1987. Per iscrizioni ed informazioni tel. 011/635235 interno 210-211 Gianni Borgna Le canzoni di Sanremo pp. 292, con illustrazioni, rilegato, lire 39 000 «i Robinson» t volti,'le canzoni, gli scandali, le contestazioni: nei trenta e più anni di vita del Festival il costarne italiano dagli anni Cinquanta ad oggi ----- Editori Laterza *

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