Per non arrivare alle schedature

Per non arrivare alle schedature Per non arrivare alle schedature Era stato sin troppo facile prevedere una domenica diffìctle per gli arbitri e per l'ambiente calcistico. Con amara puntualità, ecco una nuova aspra contestazione all'operato di alcuni direttori di gara: l'irresponsabile dichiarazione del vicepresidente del Brescia Calcio, Rovelli (prontamente deferito alla disciplinare per aver dichiarato a fine partita: «Con arbitri cosi dovremmo aprire 1 cancelli e far spaccare tutto*), atti di violenza con feriti e fermati dopo Brescia-Inter, attorno alle sfide Milan-Verona e Roma-Atalanta. Così il nostro football ha •festeggiato* la giornata del ritorno a tanti gol, con il grosso contributo degli stranieri. Ci si deve rendere conto che la violenza non è soltanto picchiare. E' insultare, apporre e permettere striscioni volgari, è parlare. Soprattutto quando le frasi escono dalla bocca di addetti ai lavori, giocatori o dirigenti che siano. Troppo comodo ridursi alla definizione (giusta solo a metà) del teppismo 'figlio del tempi*. E' stata una giornata emblematica. Solo un caso che gli atti dt teppismo abbiano coinvolto hooligans nostrani recidivi?. Non vogliamo chia■marli tifosi, ma bisogna legarli per forza a Brescia, Atalanta, Verona, Roma, società troppo spesso coinvolte in domeniche nere. A Verona, ieri, sono stati posti agli arresti domiciliari dodici •ultras* identificati nel corso dell'inchiesta su atti di violenza accaduti in tempi recenti al Bentegodi. Per quanto contestate da parte degli stessi tifosi gialloblù, le Iniziative per fare pulizia attorno al calcio a Verona vanno avanti. In altre città, sporadicamente, alcuni teppisti sono stati fermati nelle ultime settimane, e debbono presentarsi a questura e carabinieri negli orari delle partite. Tentativi lodevoli, ma non bastano ancora. Bisogna cominciare a considerare seriamente le intenzioni della signora Tatcher la quale— in aperto scontro con la Federazione ivglese che teme ripercussioni negative sugli Incassi — propone schedature di tutti i tifosi delle società, in modo da poter escludere via via i •cattivi*. E' chiaro che si tratta di una mossa impopolare, di difficile attuazione. E se uno sportivo decide saltuàriamente dt andare allo stadio, da una città all'altra, trova le porte bloccate? Ma qualcosa bisogna pur pensare, tentare. Se l'Inghilterra ha le forti sollecitazioni rappresentate dalla tragedia dell'Heysel, noi non possiamo aspettare. Basta già quanto è accaduto sinora dentro e attorno al nostri stadi. Che si può farei Nulla?. La richiesta di un più attento controllo da parte delle forze dell'ordine è già stata fatta. Ha ricevuto risposte interlocutorie. Se in una città nello stasso giorno della partita sono in programma una manifestazione politica o un concerto rock, già sorgono irrisolvibili problemi di uomini. Il rapporto ultras-club è ancora troppo forte, tra convenienze e paure. Nelle partite di cartello, le società non garantiscono che le scalinate siano libere per ogni evenienza: più biglietti si vendono, meglio è. La situazione, drammatica, è questa. La concessione di tessere-calcio «universali^ (valide in ogni città) con foto ai tifosi, la cui mancanza ed il cui ritiro Implichino l'esclusione dalle partite sembra una difficile ed antipatica strada da percorrere per escludere a gioco lungo i teppisti. Una lavoro oneroso per le società, scomodo per gli sportivi. Facile la contraffazione di un documento che non può essere concesso attraverso l'iter rassicurante di una carta d'identità o di una patente. Ottenere massima severità e massimo impegno dalla forza pubblica? Altro tema ricco di risvolti pericolosi. Accettare la situazione e continuare a rischiare andando allo stadio?. Prima di arrenderci almeno parliamone. Purtroppo ci obbligano a questo le vicende di (quasi) ogni domenica. E non ci illudereremo se la prossima sarà una giornata di pace. Bruno Peracca

Persone citate: Bruno Peracca, Rovelli, Tatcher

Luoghi citati: Atalanta, Brescia, Inghilterra, Roma, Verona