Dai campanili di Venezia vista sui festaioli invasati

Settimanale dei viaggi e della buona tavola Settimanale dei viaggi e della buona tavola Dai campanili di Venezia vista sui festaioli invasati IL passeggero agorafobo, cioè nemico della folla e afflitto da quella nobile malattia di cui soffri anche li Manzoni, che volesse schivare i colpi di coriandoli del carnevale veneziano, avrebbe la possibilità, anche nei giorni cruciali delle maschere, di non lasciarsi impigliare nei rondò improvvisati o premeditati in piazza e nei campi, di sfuggire alla ragnatela delle stelle filanti, insomma di andarsi a cercare e ritagliare per conto suo qualche angolo della più pura e romantica Venezia d'Inverno? zato e svenezianizzato. ha deciso di trasferire un suo proprio carnevale, più in linea con la tradizione, proprio in una di esse, forse a Burano. Ma ne restano fuori gioielli come l'Isola degli Armeni, con i suoi musei, la sua biblioteca straordinaria, e naturalmente quell'altra, anch'essa occupata da religiosi, che con 11 carnevale nulla spartiscono, di S. Francesco del Deserto. Altra passeggiata solitaria e di sicura tranquillità potrebbe essere quella che dalla zona dell'antico Arsenale si addentra nelle fodere del sestiere di Castello, dietro i giardini della Biennale, dentro Secco Marina, cuore abbastanza popolare All'Interno di questi itinerari pluttosti facili (a Venezia, contrariamente a ciò che si pensa, non ci si perde mai), sarebbe un'idea fare proprio un catalogo ideale privato dei giardini in cui ci si imbatte. Occorre l'occhio di un detective, spiare un ciuffo di sempreverdi che sporge da un muretto, guardare oltre un piccolo cancello: si schiuderanno modesti e inattesi paradisi intirizziti, censiti in un libro, ormai introvabile, oltre mezzo secolo fa da un venezianlsta innamorato come Gino Damerini, che la sua città sapeva andarla a scovare. awui i, Cario Della Corte Naturalmente, si potrebbe anche rinunciare a questa Venezia un po' invasata, ma fuori degli spazi troppo consumistici ha 1 suol alti poteri suggestivi e sarebbe un delitto non farne conoscenza solo perché certe zone cittadine sono presidiate dai vocianti accampamenti dei festaioli, che paiono mossi da un obbligo di divertirsi a tutti 1 costi, soprattutto da quando la mano pubblica ha deciso di intervenire e di tracciare essa stessa la strada di questi spassi studiati, con più o meno acume, a tavolino. Perciò vorremmo consigliare al cauto passeggero alcune iniziative, anche estrose, che gli porranno in braccio la Venezia migliore. Per esempio, se la città è risparmiata dalla nebbia, che in questo periodo la assedia, sia pure con il suo morbido fascino di bambagia lagunare, non ci' sarebbe nulla di meglio, previ accordi con il parroco, che salire su qualche modesto campanile periferico, dalla Madonna dell'Orto all'Angelo Raffaele, alle cento altre chiese sparpagliate nel tessuto connetti vale di questa città che, pur mercanteggiando e guerreggiando, fu nei secoli devota e pia. L'ho fatto con amici, e devo dire che dall'alto della cella campanaria quella Venezia infreddolita, tutta una fuga di tetti, aveva qualità impreviste anche da me. Sotto passò una remota di gabbiani. Restano incontaminati percorsi secondari o terziari, anche lunghi e affascinanti come, nel sestiere di Cannaregio, tutta la zona che va dalla Fondamenta della Misericordia a quella degli Ormesinl, S. Alvise, fino alle Fondamenta ✓ v Due notti 52 mila Tra un mese ritornano nelle calli le bautte. Ma dietro la maschera scopri i divi della tv. I veneziani lamentano che la loro festa è stata usurpata e propongono nuovi luoghi dove viverla secondo la tradizione più genuina Il Promove, consorzio di operatori turistici veneziani, presenta offerte di soggiorno in 27 alberghi, da categoria lusso a due stelle. La quota più bassa? 52 mila lire per 2 notti. In albergo, si riceve un carnet con omaggi e sconti fino al 50 per cento per musei, degustazioni, tour. Tra le novità, 11 garage e un'automobile gratis per la durata del soggiorno. Inoltre, menù a prezzi controllati in alcuni tra i migliori ristoranti (informazioni, t. 041-710200). e vociante, ma per noi Innocua, manciata di festaioli. Si ha, dall'alto di una di queste torri, la sensazione di trovarsi sul cardine attorno al quale ruota lentamente la città. L'ideale sarebbe salire sul campanile di pietra d'Istria, stupendo, di 8. Pietro di Castello, dove si insediò la prima sede patriarcale del centro storico. Di qui si vedono le acque della Laguna e del Bacino, talvolta sorvolate a basvsa quota da notte Nove: qui non sarà difficile mangiare alla veneziana, magari un piatto di baccalà mantecato e un frutto, senza essere spremuti dai troppi osti o pizzaioli della malora che spalancano le vetrine attorno a San Marco e che sono presidiati e assediati dai turisti meno fantasiosi. Poi, sempre accostabili sono quasi tutte le isole, anche se una «Compagnia di Calza», un po' in polemica con il carnevale ..ufficializ- LA festa a Venezia inlzierà anche prima dell'ultima settimana di carnevale: domenica 15 febbraio si apre a Palazzo Grassi la mostra dell'Arcimboldo. S'intitola Effetto Arcimboldo, chi la visiterà sarà subito accolto giocosamente. Nel grande atrio a pianterreno illuminato dalla luce zenitale e dal riflessi del Canal Grande, frutta e vegetali opera di Mario Merz rendono un omaggio felice e accattivante ad Arcimboldo, pittore fantastico che ne fece, lui pure, ampio uso. Il gioco di allusioni e rimandi è cominciato. Effetto Arcimboldo è una mostra a tesi, un gioco intellettuale intorno alla suggestione di mettere l'ambiguo e bizzarro pittore cinquecentesco in presa diretta con la modernità. Giuseppe Arcimboldi. o Joseffl, o Josepho, anche Francesco Arcimboldi, l'ambiguità incomincia dal nome che ha almeno 11 differenti grafie e dizioni, nasce a Milano nel 1527. E' l'anno del sacco di Roma, la data in cui si' fa cominciare il Manierismo _ italiano. ' ' Lavora nel Duomo della sua città, in' quello di Como, secondo 1 modi della bottega paterna e della tradizione lombarda; Nel 1562 si trasferisce a Praga, in linea con la diaspora degli artisti verso le grandi corti europee. A quella degli Asburgo, tra Praga e Vienna, tra Ferdinando, Massimiliano e Rodolfo il, Arcimboldo rinasce a una seconda vita. Per cinque lustri dà 11 meglio di sé nella ritrattistica fantastica, come nei disegni di costumi, di marchingegni e di parate di corte. Poi torna al silenzio di una pittura mediocre, ottenebrata dalla Controriforma.

Persone citate: Angelo Raffaele, Asburgo, Calza, Cario Della Corte, Francesco Arcimboldi, Gino Damerini, Giuseppe Arcimboldi, Manzoni, Mario Merz