La scrittrice bandita anche in patria di Claudio Gorlier

La scrittrice bandita anche in patria La scrittrice bandita anche in patria SE Margaret Laurence. sicuramente la figura di maggiore spicco nella narrativa canadese, morta a sessant'anni il 5 gennaio scorso, fosse stata anagraficamente inglese o americana degli Stati Uniti, probabilmente non staremmo a domandarci le ragioni del silenzio, almeno in Italia, sulla sua scomparsa, e della assoluta noncuranza degli editori italiani nei suoi confronti. La statura della Laurence colloca il significato della sua opera ben oltre i confini della pur vivace cultura canadese, e dunque ci domandiamo se non sia davvero il caso di proporla ai lettori italiani, trascegliendo Ira le sue opere almeno dw romanzi: The Stone Angel (L'angelo di pietra), e The Diviners (Gli indovini. del 74). L'angelo di pietra è co¬ struito su un complesso flashback, in quanto la protagonista, la novantenne Hagar, rievoca l'intero arco della propria esistenza. Il nome di Hagar rimanda esplicitamente all'eroina biblica, la serva di Abramo da cui ha un figlio venendo esiliata durante la gravidanza per suggerimento della moglie di Abramo la quale, sterile, aveva dapprima suggerito al marito questa sorta di surrogazione. La Hagar del romanzo cresce secondo un rigido codice puritano impostole dal padre, una normativa gerarchica, nel cui nome si demonizza la passione e si condanna ogni scelta individuale come peccato. In questa società chiusa e provinciale Hagar riesce a conquistarsi uno spazio attraverso una serie di gesti trasgressivi perseguiti con estrema determinazione. La conseguenza di un simile rifiuto di convenzioni che in particolare opprimono la donna risiede in una rottura con l'ambiente sociale e, alla fine, in una sorta di autoesilio: alle soglie della morte, vista come l'ultima battaglia da affrontare, Hagar è però in grado di stabilire un rapporto decisivo tra presente e passato, una estrema rivendicazione. Anche in Gli indovini il presente agisce come veloce punto di riferimento per un riesame del passato da parte di un'altra donna, Morag, partendo da un'infanzia tormentata per giungere a una successione di tumultuose vicende passionali, alla fuga in Scozia, al ritorno alle origini, l'immaginaria Manawaka, in Ontario, un microcosmo privilegiato creato dalla Laurence. Gli indovini è un testo cruciale nel mettere a fuoco da un lato la condizióne femminile in conflitto con le leggi non scritte ma inesorabili di un mondo repressivo governato dagli uomini, dall'altro la relazione tra ricerca di libertà e l'invenzione di un nuovo linguaggio, di una nuova espressività, giacché la parola stessa di quel mondo diviene inaccettabile e inadeguata. Ancora in anni recenti le autorità scolastiche di molte località in Canada hanno tentato di mettere al bando i libri di Margaret Laurence, vendetta estrema consumata contro una scrittrice che, come ebbe a rilevare Northrop Frye, ha saputo restituire con singolare urgenza alla narrativa contemporanea un coerente archetipo tragico. Claudio Gorlier

Persone citate: Hagar, Margaret Laurence, Northrop Frye, The Stone Angel

Luoghi citati: Canada, Italia, Scozia, Stati Uniti