Le mostre d'arte

Le mostre d'arte Le mostre d'arte utilizzazione. Forse è inutile precisare che, alla fine dei lavori, le condizioni di sussistenza e di funzionamento della maggior parte di tali musei sono risultate pessime. Come scrive Bruno Toscano, che ha diretto come docente il gruppo dei ricercatori, «dopo decenni, ormai, di discussioni — o, meglio, secoli, da Quatremère e Bourdieu — che hanno chiarito che cosa significhi, per un museo, conservare e funzionare», per quanto riguarda il Lazio, siamo in una situazione di sbracata precarietà. Per lo più musei-fantasma e in quei pochi che sono aperti regolarmente — fatte salve le solite, rare eccezioni — locali inadeguati, opere d'arte e reperti (a volte insigni) esposti in modo farraginoso.e non organico, assenza di cataloghi e appa¬ rati didattici, direttori (frequentemente onorari) che fungono pure da custodi e da guide per gli eventuali, sparuti visitatori. Insomma uno stato compassionevole, vergognoso, indegno, specie per una nazione che si vanta di essere diventata la quinta potenza economica del mondo. Lasciando perdere queste, purtroppo, consuete incongruenze, va rilevato che l'indagine — salvo alcune ricerche parziali eseguite, pochi anni fa, In Lombardia e in Emilia-Romagna — è la prima del genere, in assoluto, in Italia. Proprio per questo assume grande importanza, se non altro come esempio di ciò che bisognerebbe compiere, al più presto, in tutto il territorio nazionale. Come si sa. conoscere è sempre stata la premessa indispensabile del fare. Ma c'è un altro motivo che la rende esemplare. Ed è la collaborazione che si è riusciti ad attuare tra Università, Regione e Stato, compresi i suoi uffici periferici, ossia le Soprintendenze. Vale a dire tra chi, istituzionalmente, ha il compito di fare ricerche e studiare. Chi ha la responsabilità costituzionale del funzionamento di questi musei locali. E chi ha il dovere di presiedere e coordinare, nell'interesse generale dei cittadini. Una troika che non sempre si riesce a formare ma che, secondo logica e ragione, dovrebbe costituirsi ogni qual volta si affronta qualche rilevante problema nel settore dei beni culturali. Ma quale oroscopo ha previsto che il 1987, oltre che l'anno del benessere, sarà quello della razionalità? Francesco Vincltorio Roma Riccardo Francalancia. All'Accademia Nazionale di S. Luca, a cura di Valerio Rivosecchi, una trentina di dipinti, soprattutto paesaggi laziali e umbri degli Anni 20, di una importante figura della cosiddetta «Scuola romana*. Come scrisse Mezio, fu «una delle rare vocazioni poetiche, della pittura di quel periodo. Catalogo De Luca. Fino al 17 gennaio. Bordighera Enzo Maiolino. Alla Biblioteca Civica Internazionale, acquarelli dal 1977 al 1985 di un solitario e valente artista astratto, vicino per affinità elettive alla purezza di Calderara e di Radice. E' la sua. prima personale, dopo quella del 1961, nella città dove vive da oltre quarant'anni. Fino al 23 gennaio. Milano Triennale dell'incisione. Al Palazzo della Permanente, 5° edizione di una rassegna a carattere panoramico della produzione grafica italiana, rigorosamente «ortodossa*, dell'ultimo triennio, con circa 300 fogli di 130 incisori. A latere, omaggio postumo a Giuseppe Guerreschi, con una scelta di acqueforti datate dal 1958 al 1981. Fino al 15 febbraio. Alatri (Frosinone) Biennale arti visive. Curata da Andrea Del Guercio, è divisa in 4 sezioni: tre antologiche rispettivamente di Zavattini, di Purificato e di Rosai e dei suoi allievi Caponi, Faraoni, Loffredo, nonché una rassegna intitolata «Astrazione italiana contemporanea*: da Burri a Manzoni, da Turcato a Vedova, da Gastini ai giovani Coletta e Delfina Camurati. Dal 13 dicembre. Padova Biennale arte orafa. Prima edizione di una manifestazione dedicata alla sperimentazione in questa specialità artistica, con la partecipazione di 9 artisti che con la loro pluriennale ricerca hanno fatto conoscere nel mondo la scuola orafa padovana. La mostra è ospitata fino al 15 gennaio nel Museo Civico agli Eremitani, poi andrà, itinerante, in Usa. Rimini Il Campo del Tesoro. iVei Musei Comunali, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna, i reperti di una necropoli villanoviana situata nei pressi di Verucchio, che documentano la storia di popolazioni che la utilizzarono a partire dal IX sec. a.C. fino all'alto Medio Evo. Da dopodomani.