Stockhausen: ora cerco una nuova unità fra la musica e il gesto
Stockhausen: ora cerco Stockhausen: ora cerco una nuova unità fra la musica e il gesto mi considero un viaggiatore di passaggio, e proprio per ciò mi avviene di citare abbastanza spesso il nome di Dio. Non mi riferisco al Dio cattolico o di altre religioni. Per me tutte le religioni sono uguali, sono modi diversi per raggiungere lo stesso fine. Diciamo che con Dio, inteso come spirito universale, ho una mia relazione diretta: — Come considera, oggi, la famosa esperienza musicale di Darmstadt? 'Era il bacino di raccolta e di confronto delle attività musicali contemporanee. Poi è arrivata la ventata della contestazione, che si è stupidamente opposta a quella che riteneva un'arte fine a se stessa, priva di autentici legami con le istante sociali e con la realtà storica. Ciò ha finito per produrre, a livello dei responsabili della scuola, una naturale controspinta. Nono, Berio, Boulez e io stesso non abbiamo più portato a Darmstadt le nostre opere nuove. Adesso, nella scuota circola una cert'aria dineoromanticismo, di maggiore attenzione ai fatti pratici; in una parola, di conformismo*. — Secondo lei, la civiltà musicale europea è sempre la più Importante, oppure quello che chiamiamo l'eurocentrismo musicale è in declino? 'Credo francamente che l'Europa conservi il primato. Ci sono stati e ci sono dei tentativi di "sorpasso", davvero poco felici, effettuati in America da Fel- dman, Cage, Schuller, e quelli un po' migliori di taluni compositori giapponesi. Si tratta comunque di brutte copie. Dirò di più: in questo periodo par che si vada verso l'uniformità dei linguaggi melodlco-armanici delle varie zone del pianeta, ma è un'impressione sbagliata, transitoria. La tendenza centrifuga ritornerà. Le musiche popolari escono dall'isolamento, si fanno conoscere, ma malgrado tutto, pur trasformandosi, si conserveranno. E i compositori, oltre alle immense possibilità che offre la tecnica moderna, avranno a disposizione questi patrimoni sui quali esercitare la propria fantasia creatrice: — Lei come presenta al pubblico «Ave», la composizione per flauto e corno di bassetto che riascolteremo nel contesto più ampio di «Montag aus Licht»? «£' un bozzetto fitto di corteggiamenti, litigi, riappacificazioni, nella musica e nell'azione, che termina con una lunga nota all'unisono. Ai suoni ho cercato di far corrispondere movenze e passi affidati alle stesse interpreti, che sono Kathinka Pasveer e Suzanne Stephens. Il brano è nato dalla mia collaborazione con loro, che ci ha permesso di scoprire la possibilità di duplicazioni del suono dello strumento con la voce, di effetti-vento eccetera. Naturalmente sono stato io a coordinare tutto». — Ecco. Lei parla di procedimenti che vengono usati normalmente dal jazz, ma e noto che questa musica non le place. ■}-.: :<- ..■l'¬ Quattro mesi di son Tre riviste e un nuovo gruppo
Persone citate: Berio, Boulez, Cage, Licht, Nono, Schuller, Stockhausen, Suzanne Stephens
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