Generale tra ideali e cinismo

Generale ira ideali e tinismo Generale ira ideali e tinismo Arriva oggi a Roma il ge-' nerale Jaruzelski in visita di Stato (è, oltreché segretario generale del poup, presidente del Consiglio di Stato). Ed è in Occidente per la seconda volta: a Parigi, nel dicembre '85, fu ricevuto con non poco imbarazzo all'Eliseo dal presidente Mitterrand, n Generale cerca un'ulteriore legittimazione del suo potere nato dal colpo militare del dicembre '81. E' stato efficacemente scritto (da Frane Barbieri, su «La Stampa») che Jaruzelski 'emerge come l'unico triste trionfatore* del dramma polacco consumatosi tra l'80 e l'81; è come *il male minore*, per un Paese da due secoli condannato da una ardua geografia politica. Indubbiamente il Generale non è figura assimilabile a tanti leader passati e presenti dell'Europa orientale: ha dietro di sé una storia tragica ed emblematica (la famiglia distrutta dall'invasione sovietica del '39; lui stesso, nobile della Szlachta, deportato in Urss e trasformato in zelante ufficiale dell'Amila Ljudowa, l'esercito dei comunisti polacchi); ma ha anche una carriera, nella Polonia del dopoguerra, che fa pensare a un personaggio stendhaliano (o machiavelliano), misto di idealità e di cinismo. Tuttavia si possono fare varie e diverse considerazioni su di lui, sulla sua ascesa al potere; sulla •sua» normalizzazione (che ricorda più l'ungherese Radar del cecoslovacco Husak); sulla sua volontà di rappresentare. ;..«n traili te i tra J'_Ò^nt«,1e,J'.Occidejj,te, d'Europa (specie ora che il Cremlino gorbacioviano no a domani cerca di stabilire nuovi rapporti con l'Europa della Comunità economica) o di far contribuire gli euro-occidentali a •divìdere le spese della fallimentare esperienza polacca* (Barbieri). Ci sono dati oggettivi che non si possono però trascurare, specie considerando le dichiarazioni rilasciate alla vigilia della visita romana dal Generale a un quotidiano romano, secondo cui la situazione economica, so- l'Fmi) dovrebbe rendere l'indebitamento ancora più forte. Diminuisce il volume dell'interscambio (anche con l'Italia: il nostro export e il nostro import sono diminuiti, tra l'85 e l'86, rispettivamente del 21 e del 13 per cento). Aumenta, invece, l'interdipendenza tra la Polonia e il Grande Fratello orientale. Un giornale tra i più diffusi della clandestinità, il «Tygodnik Mazowsze» (3 dicembre) scrive che per gli Anni 90 è prevista l'estensione degli accordi orizzontali (tra azienda e azienda) sovieto-polacchi a ben 2 mila aziende di Stato (in Polonia esse assommano, ora, a circa 6500). I risultati della riforma economica dell'81 sono stati deludenti e lo scorso dicembre il Parlamento (Sejm) ha deciso che i ministeri centrali dovranno rirendere poteri pressocché pieni sulle aziende in materia di determinazione della produzione, di approvvigionamento di materie prime e materiali, di controllo e retribuzione dei direttori. L'austerità per l'87 propone un tetto di aumenti salariali che non dovrà superare il 14 per cento; un taglio ai sussidi governativi per beni di consumo e industrie nell'ordine del 26 per cento; maggiori costi per le aziende di trasformazione, riguardo alla fornitura di materie prime. L'inflazione si aggira attorno al 20%. Nel Paese regna sconforto, disaffezione. Cresce la protesta per il dissesto ecologico: alla fine della scorsa settimana, a Wroclaw, sono stati arrestati una ventina di giovani che protestavano contro l'inquinamento, provocato da un'acciaieria locale, la «Siechnice», delle acque destinate agli acquedotti della città, che hanno rivelato allarmanti presenze di cromo, piombo, zinco e mercurio. Si tratta di militanti del movimento ad ampia base giovanile denominato «Libertà e pace», già distintosi net mesi scorsi per la denuncia delle ricadute polacche del disastro di Cernobll, del servizio militare in un'Armata asservita alla politica sovietica, dell'installazione di una centrale nucleare a Zernowiecz (di fabbricazione sovietica). Se attualmente il sindacato «Solidarnosc» è diviso in discussioni sui temi della clandestinità e dell'attività «pubblica»; se la Chiesa sembra animata da una grande prudenza; se la situazione complessiva del Paese è caratterizzata da un vero e proprio impasse, ciò non vuol dire che la società non viva un profondo inalassero. Una parte consistente dei giovani si trova scissa tra apatia, desiderio di emigrare in Occidente, volontà di passare a forme di lotta più dura contro il regime. Più di una voce (come quella autorevolissima di Jerzy Turowicz, direttore del settimanale cattolico di Cracovia «Tygodnik Powszechny») denuncia i pericoli rappresentati dalla •disperazione» che si farebbe strada in molti, troppi ambienti polacchi. In un vuoto di rappresentanza (il regime considera chiuso il periodo di pluralismo sindacale) tutto può accadere, e rendere vani i tentativi del Generale di raggiungere la piena normalizzazione, magari con l'aiuto compiacente, di certe capatali, occidentali. — ■ - La Confsal cf Vogliamo incontrarlo» ROMA — La Confsal (confederazione sindacati autonomi del lavoratori) ha chiesto di poter incontrare Jaruzelski nell'imminente visita di Stato in Italia. •Desideriamo — dice la Confsal — sollecitare lo sviluppo delle libertà civili e la tutela dei diritti sindacali dei lavoratori polacchi*. ciale e politica polacca si evolverebbe verso un positiva risultato: con rispetto (sia pur relativo) del pluralismo (non deH'«anarc/tismo dell'80-'81*, ha puntualizzato il Generale) e delle necessità dello sviluppo. Ebbene, i dati non confermano le dichiarazioni del Generale: 11 tasso di crescita della produzione nazionale è calato dall'83 ad oggi; il debito con l'Occidente non accenna minimamente a scendere al di sotto dei 30 miliardi di dollari dell'8l: anzi, un nuovo prestito occidentale', (sem,-. bra nell'ordine di 2 miliardi dollari, ottenuto grazie-all'ingresso della Polonia nel- Piero Sinatti

Persone citate: Barbieri, Frane Barbieri, Husak, Jaruzelski, Jerzy Turowicz, Mitterrand, Piero Sinatti