I giudici albanesi hanno fretta

# giudìd albanesi hanno fretta # giudìd albanesi hanno fretta Prima udienza per gli otto pescatori italiani arrestati il 30 dicembre - La nostra ambasciata: «Stanno bene» TIRANA — Si è tenuta sabato nella città albanese di Valona la prima udienza del processo agli otto pescatori di Otranto (Lecce) che la sera del 30 dicembre furono fermati a bordo dei loro pescherecci (•Giannae -Ross-) nel pressi dell'isola di Saseno, di fronte alla costa albanese. Lo si è appreso ieri dall'incaricato d'affari dell'ambasciata italiana a Tirana, Patrizio Fondi, che sabato ha incontrato i pescatori nell'albergo •Adriatic- di Valona dove gli otto sono alloggiati. All'incontro — che si è protratto per diverse ore — hanno partecipato anche l'addetto culturale dell'ambasciata. Augusto Guida, e un altro funzionario, oltre che autorità albanesi, sia centrali (del ministero per gli Affari Esteri) sia locali. A quanto si è appreso da Fondi, la posizione giuridica del pescatori è di fermo per l'accusa di «pesca illegale in acque territoriali albanesi- e dovrebbe essere valutata «in tempi molto rapidi-, A quest'ultimo riguardo, l'incaricato d'affari ha rilevato che la volontà delle autorità albanesi di concludere «a brevissimo termine, il procedimento giudiziario è •evidente-, considerato che in Albania si festeggia non solo il primo gennaio ma anche il 2 e che -finora di giorni lavorativi disponibili ce ne sono stati un paio-, A proposito della pena prevista, Fondi ha detto che per il reato contestato ai pescatori -c'è una forte discrezionalità, una facoltà molto ampia del giudice che può infliggere qualsiasi cosa lui ritenga opportuno-, -Questo — ha proseguito l'Incaricato d'affari — è un elemento a mio avviso positivo perché dà modo al giudice di essere eventualmente più clemente-. Al riguardo. Fondi ha detto ancora che da parte delle autorità albenesi -c'è il massimo della collaborazione- e che— a quanto gii hanno confermato gli stessi pescatori — «il trattamento è ottimo-. Fondi ha poi confermato che i pescatori sostengono di non aver avuto intenzione di sconfinare ma di essere stati portati in acque albanesi dalle correnti nel tentativo di recuperare i «paiangari», gli attrezzi utilizzati nella pesca del pescespada. A quanto si è appreso ieri sera alla Farnesina, 11 procedimento contro gli otto pescatori, riprenderà stamani alla presenza dell'incaricato d'affari dell'ambasciata italiana a Tirana.

Persone citate: Augusto Guida, Patrizio Fondi

Luoghi citati: Albania, Lecce, Otranto, Tirana