Catturato il superlatitante Mele
Catturato il superlatitante Mele Nuoro: il capo dell'anonima e del mas era armato di pistola e bombe a mano Catturato il superlatitante Mele NUORO — Camminava per la campagna come un qualsiasi pastore, ma aveva con sé 5 bombe a mano ed una pistola; quando 1 carabinieri gli hanno intimato l'alt, si è fermato senza opporre resistenza. E' finita cosi, alle 17,45 di ieri, la lunga carriera di latitante di Annino Mele, 35 anni di Mamolada, considerato uno dei capi del movimento armato sardo e ricercato da più di 7 anni perché deve scontare una lunga serie di condanne. Il bandito è stato bloccato nei pressi del santuario di San Cosimo, una zona teatro negli Anni 50 di una strage che divise In due clan 11 paese (ad una quindicina di chilometri da Nuoro) dando vita ad una faida che continua a mietere morti e nella quale Mele era coinvolto con 1 familiari. .Era sbalordito., hanno riferito i militari che hanno preso parte all'operazione. I particolari della cattura del fuorilegge, che per certi suoi atteggiamenti aveva risvegliato nella memoria della gente il ricordo di Graziano Mesina (l'ex Primula Rossa del Supramonte) sono scarni. Annino Mele è ferito alla mano sinistra: è quindi possibile che abbia partecipato al conflitto a fuoco che l'altra sera ha opposto forze dell'ordine e banditi nelle campagne di Orgosolo. II procuratore della Repubblica di Nuoro ha disposto una perizia per accertare la natura della ferita. E' addirittura difficile mettere insieme 11 curriculum delle accuse contestate all'ormai ex latitante e delle condanne inflittegli. Nel dossier c'è un po' di tutto: rapine, sequestri, reati di terrorismo, associazione per delinquere e I omicidio. Una fedina che fo¬ tografa a pieno uno dei pezzi da novanta, assieme a Mario Sale, del banditismo isolano. Una voce, ovviamente non confermata, aveva fatto sapere tempo fa che gli inquirenti per ottenere la sua costituzione avevano a disposizione 500 milioni. Alla macchia da circa otto anni, Annino Mele ha collezionato di recente ben 78 anni di reclusione: 30 per il sequestro sulle coste della Sardegna settentrionale del proprietario di una televisione privata; 28 per il rapimento del piccolo Davide Agrati, li bambino di 9 anni, prelevato da un commando di malviventi, nel dicembre del 1982, a Monacello Brianza; 9 per episodi di terrorismo attribuiti a Barbagia Rossa, la «filiale sarda delle brigate rosse» che riuscì a mettere in salvo Emilia Libera ed Antonio Savasta, coinvolti in un conflitto a fuoco davanti alla stazione di Cagliari. Ma Annino Mele era considerato, soprattutto, uno dei capi del Mas, il movimento armato che negli scorsi anni aveva rivendicato, ceicando di darsi una copertura ideologica, una lunghissima serie di omicidi (soprattutto di persone che avevano collaborato con le forze dell'ordine e la magistratura) e di sequestri, non ultimo quello del medico condotto di Bltti, Salvatore Buffoni, rapito assieme alla moglie, Rina Mulas, 11 2 agosto del 1983. L'ex latitante pare non gradisse l'etichetta di capo del Mas: per smentire la sua appartenenza alla sedicente organizzazione eversiva aveva sequestrato nel luglio di tre anni fa 11 giornalista Michele Tatti, collaboratore del quotidiano L'Unione Sarda, per spiegargli, in un colloquio notturno, di non aver nulla a che fare con 11 terrorismo. Il bandito aveva accettato di farsi fotografare, indossando una sorta di turbante, assieme a due complici mascherati. Durante la latitanza, Annino Mele avrebbe raggiunto più volte la penisola: nella zona di Como aveva conosciuto la terrorista Francesca Fah dalla quale ha avuto un figlio. Anche la donna è stata condannata (17 anni) per il sequestro del piccolo Davide Agrati. In Lombardia, il fuorilegge sarebbe entrato in contatto con bande di rapitori e di neofascisti. Ma la sua presenza è stata segnalata anche nelle Puglie: agli Inizi di gennaio, il bandito è stato rinviato a giudizio per l'omicidio dell'avvocato Andrea Zodda, un penalista di Lecce ucciso nel suo studio il 20 ottobre del 1983. Secondo l'accusa che gli viene mossa. Annino Mele avrebbe assassinato 11 professionista perché conosceva tutti i suoi spostamenti ed era quindi in grado di ricostruire la sua carriera. Nel 1984, anche altri componenti della famiglia Mele, la madre Maria Angela Meloni, 61 anni, la sorella Maria, 25 anni (moglie del latitante Annino Staffa) ed 1 fratelli Raffaele e Giovanni, rispettivamente di 26 e 21 anni, erano stati coinvolti In vicende di criminalità. Madre e figlia sono state anche condannate la prima a 4 anni di reclusione per tentata estorsione, la seconda ad un anno e nove mesi per ricettazione, dopo 11 ritrovamento in casa di banconote provenienti dal sequestro di Cesare PeruzzL I fratelli, arrestati e scarcerati, sono In attesa di giudizio per gravi episodi di criminalità. Corrado Grandesso
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