La claque

La claque La claque Oppure scatenano — ma è ormai raro — un casotto calcistico di fischi e grida «qui non c'è Verdi», o anche •lascia stare Rossini»: è successo, e non travolsero niente. Esiste la claque?, chiedo al dottor Oaravaglia, p.r. della Scala? Lui ufficialmente non può rispondere, dice anzi di no. Forse l'altro ieri (l'ha sentito raccontare), in periodi •burrascosi» per la gestione del teatro, qualcosa è successo, certe sere in palcoscenico qualcuno aveva bisogno di affetto, o c'erano delle «primedonne» in competizione. Ma adesso c'è spazio per tutti. Ma adesso il fenomeno del divismo cala. E allora quel fantasma sepolto di manone schioccanti al termine dell'acuto, quegli •oohh» strascinati e deplorativi, tutte storie? •Ahimè no, confessano i chierichetti del loggione, e non si è fatto molto per disinfestare». Viene fuori, anzi, la strana storia di 40 (quaranta) tesserini gratuiti e permanenti, stagione dopo stagione, graziosamente erogati da qualcuno a qualcuno. •Il -pubblico, mi spiegano, è mai. 'ucato, è pigro. All'ultima nota, a bacchetta ancora levata, tutti si alzano in piedi e cominciano ad andarsene. Ora che il direttore raggiunga i cantanti in palcoscenico, se non è un fulmine non vedrà che un mare di schiene. Allora, qualcuno ha pensato di offrire un poco almeno di calore umano agli interpreti, un sostegno morale agli organizzatori, eia solita nota di "numerose le chiamate" per i cronisti in servizio». Succede anche, però, che l'orecchio non sia più quello di una volta; che 1 picciotti sparino troppo presto e rovinino tutto. E' capitato, alla Ricciarelli da giovane, per esempio. Esordiva in Suor Angelica, era anche bravina. E per sostenerla, per affermarla, corsero a comando a coprirle di troppi applausi l'ultimo fiato. Strafecero insomma. E cosi, indispettito dalla mafia ufficiale, il resto del teatro rimase zitto, gelato in un gran silenzio. Clamilo Savonuzzi

Persone citate: Ricciarelli, Rossini, Verdi