Quinto laboratorio nella bufera di Claudio Cerasuolo

Quinto laboratorio nella bufferà Gli illeciti rimborsi pagati dall'Unità sanitaria agli istituti clinici privati Quinto laboratorio nella bufferà E' il Centro diagnostico Cernaia - Perquisizioni e sequestro di documenti nelle 5 sedi - Altre 4 comunicazioni giudiziarie - Interrogati due cardiologi Perquisizione e sequestro di documenti al Centro diagnostico Cernaia (Cdc), il quinto istituto privato coinvolto negli illeciti rimborsi pagati dall'Usi, due amministratori di una succursale dell'Istituto Mirafiori una società in via Roma 238, in stato di fermo per alcune ore e rilasciati in serata, altri quattro amministratori colpiti da comunicazioni giudiziarie. Ad una settimana dal primo blitz dei magistrati, le novità si susseguono a ritmo incalzante e confermano il sospetto che lo scandalo assumerà più ampie proporzioni. Circolano già i nomi di persone e di altri istituti •chiacchierati». Su un altro fronte, quello dei lavoratori ospedalieri si registra la presa di posizione di un dirigente sindacale Cgil, Gianfranco Venturini: •72 laboratorio di analisi dell'ospedale Maria Vittoria, 15 dipendenti, lavora al 50 per cento delle sue possibilità da almeno due anni. Ogni giorno l'Usi manda una quarantina di pazienti, mentre il laboratorio potrebbe far fronte ad un numero doppio di impegnative. Viene da domandarsi che fine fanno quegli altri Spazienti, e chi li dirotta ad istituti privati^. Affermazioni gravi, che costringeranno i magistrati, già superimpegnati a controllare migliala di impegnative e di fatture (l'ipotesi dell'accusa è un peculato da 3 miliardi e mezzo), e ad aprire un altro fronte di indagini. Oli agenti della Digos si sono presentati ieri mattina in tutte e cinque le sedi del •Cdc, uno del più grossi istituti privati cittadini: via Cernala 20, piazza Sabotino 1, via Sanremo 3, corso Toscana 132, via Fabro 10/12. Sono stati sequestrati 1 documenti contabili e l'amministratore unico della «Cdc, Micheline Mignon, ha ricevuto una comunicazione giudiziaria per i reati di peculato, falso ideologico, associazione per delinquere. Lo stesso provvedimento ha colpito Guglielmo Canelli e Luciana Chiocchetti, amministratori del «Poliambulatorio Lare», di corso Venezia 10/A e corso Giulio Cesare 50, Edoardo Manzoni, amministratore dell'istituto Redi di corso Matteotti 27. Gli istituti privati finora coinvolti salgono cosi a cinque, se si tlen dell'Istituto Mirafiori e del Centro medico di via Magenta. L'amministratore del Mirafiori, dott. Luciano Michelozzi, uno dei cinque arrestati, aveva dato vita ad un'altra società con due cardiologi, Donato Montemurro, 39 anni, e Fiorenzo Gatta, 36 anni, aprendo un laboratorio in via Roma 238. Montemurro e Gaita, difesi dagli avvocati Chiusano, Festa e Lozzi, sono stati convocati ieri mattina all'ufficio istruzione con un mandato di accompagnamento. Sostengono di aver agito senza avere la minima consapevolezza di commettere degli illeciti Nella società di Michelozzi erano entrati nell'aprile '86. Dopo l'interrogatorio, sono rimasti in stato di fermo, in attesa che i magistrati vagliassero la loro posizione, per alcune ore. In serata sono stati poi rilasciati. Gli amministratori e i funzionari dell'Usi arrestati sono detenuti in carceri fuori Torino: ring. Riccardo Strona a Casale, il dottor Enrico Luparia a Ivrea, Michelozzi ad Asti, il medico di base dell'Usi, Mario Parino, a Plnerolo, il capo ufficio liquidazioni dell'Usi, Liliana Corderò, ad Alessandria. Sono tutti in completo isolamento. Claudio Cerasuolo ■ 'il Enrico Luparia e Liliana Corderò, due degli arrestati

Luoghi citati: Alessandria, Asti, Casale, Ivrea, Montemurro, Torino