Gran jazz con D'Andrea e Urbani di Gabriele Ferraris

Gran jazz con D'Andrea e Urbani Si è svolta con successo a Torino la «tre giorni» di concèrti Gran jazz con D'Andrea e Urbani Tk}Rilto\-4in.rnérito prinicii Jazz^per^orìiio.'—.three e*-* llestito dal Comune e dàlie associazioi Aics, Centro Jazz, Cmc e Oli JP — ta n eli'aver privilegiato la concretezza 1 valori autentici, rifiutando la facile ogica del festival jazz pieno di nomi ilustri, ma alla prova dei fatti deludenti. pubblico ha risposto con calore: al Teatro Nuovo, da lunedi a mercoledì, li spettatori sono stati in tutto più di millecinquecento. La prima serata s'era aperta con 11 uo Andrea Centazzo (percussioni) e Carlo Actis Dato (sassofoni), artisti che militano con coerenza nell'area dell'aanguardia. C'è da chiedersi se la loro musica si possa classificare come jazz: ma al di la delle etichette la «strana oppia- ha proposto un concerto stimolante, sorretto da una tecnica inontestabile. Poi Un trio di giovani, con Antonio Faraò pianista di sicuro avvenire, Enrico Clampini solido basslsta, e Giuliano Pescaglini batterista in costante e eccellente crescita. Accompagnavano Flavio Boltro: il trombettista torinese r generazione del rantastaw* Jngrado dì suonare di tutto. La serata s'è chiusa con un altro trio. Merlo Rusca al plano, Lucio Terzano al basso e Franco Mondin! alla battéria: un gruppo che a Torino, suonandoregolarmente al «Capolinea n. «... ha trovato amalgama e stimoli per esaltare le individualità che raccòglie. I tre hanno magistralmente accompagnato un Massimo Urbani al meglio della forma. Il sassofonista romano è stato forse il trionfatore del festival: un grande jazzman dotato di tecnica e di cuore, parkerlano fino al midollo, capace di rabbie e dolcezze. Il suo sax ha aggredito la platea del Nuovo; l'ha affascinata e travolta, fino agli entusiasmi della jam finale con Flavio Boltro. Seconda serata, secondo «big evenU: c'era il quintetto di Franco D'Andrea affiancato a quel grande trombonista che è l'ex min gustano Jimmy Knepper. L'inedita formular «quintetto più Knepper» è un progetto musicale che verrà proposto anche in altre date (ieri sera a Savona, il 2 febbraio a Milano). Ar- ^B^enttoBeflaJtoittU - scrii itlifrftfll l'occasione1— -é un gran lavoro di grup- j po sono le caratteristiche di una formazione che riscopre polifonie e Improvvisazioni collettive. La serata era completata dal quintetto Trane's Memory del sassofonista Alfredo Ponjssi, altro giovane di valore, .Mercoledì, dopo un'introduzione del gruppo torinese Borottl-Narbona, il finale con i grandi vecchi del Tribute to Count Baste che hanno elettrizzato 11 pubblico facendo rivivere le atmosfere della Swing era. Otto musicisti, otto campioni: alla tromba Clark Terry, un maestro Ingiustamente spesso sottovalutato, alla batteria Oliver Jackson, al basso Eddle Jones, al plano Nat Plerce, al trombone Al Grey, alla chitarra Ray Pohlman: e due sassofoni, quello già annunciato di Billy Mitchell e quello, splendida sorpresa, di Buddy Tate, che sostituiva Frank Wess. Quando otto eroi di tante battaglie si ritrovano su un palco per divertirsi e divertire, con il professionismo di sempre e l'allegria di un'eterna giovinezza, il jazz diventa leggenda. Gabriele Ferraris

Luoghi citati: Milano, Savona, Torino