Si prepara il ritorno di Toni Negri di Cesare Martinetti

Si prepara it ritorno di foni Negri -et Dal processo d'appello del «7 aprile» segnali distensivi verso l'ex leader autonomo ÌÙJ SV»'j ,tii rtu'ii-\ >, -l'.'Ji | .rri'.li 1. ti ,'ii-ln' •i.'.f'u , u.il'l.'M—UJÌJìIJJUiìB OTJllflli'l i osoul JV ttil situiti) UiV.111; l movi» erettiti Si prepara it ritorno di foni Negri La moglie: «Se il Parlamento revocasse l'autorizzazione all'arresto...» - Testa (psi): «Le condizioni ora sono più favorevoli» - Scalzone pronto a deporre, ma chiede di poter tornare in Francia ROMA — Verrà Toni? Risponde Paola Negri: -..4 farsi arrestare no. Ma il Parlamento, pur lasciandogli l'autorizzazione a procedere, potrebbe revocare quella all'arresto concessa per molte imputazioni che ora sono cadute. E allora ci potrebbe essere un vero confronto con Fioroni e il processo prenderebbe un'altra piega». Quale? «La smascheratura del complotto e dello scandalo per cui il pentito, l'unico sostenitore di un'accusa politica e non di fatti, è stato sottratto al confronto con coloro che venivano accusati da lui». Toni Negri, il grande regista dell'Autonomia il perno intorno a cui gira il processo 7 aprile, fuggito in Francia (dove vive) grazie alla libertà ottenuta con l'elezione in Parlamento fra le liste radicali nel giugno '83, sarà protagonista del processo di appello contro gli autonomi che si è aperto ieri mattina nell'aula-bunker del Foro Italico. Lo fa capire la moglie, Paola, che se ne sta al fondo dell'aula fumando nervosamente e conversando con Giacomo Mancini (che ha annunciato la proposta di sospensione dell'autorizzazione agli arresti con cessa dalla Camera a Negri) e Lucia Scalzone, moglie di Oreste, l'altro "grande" rifugiato a Parigi del processo, condannato a 20 anni. Lo fa capire l'intervento dell'onorevole Antonio Testa, socialista, avvocato padovano e amico di Negri, che nei giorni scorsi gli ha inviato una lettera invitandolo a presentarsi al Foro Italico. • Mi pare difficile — dice Testa — che il Parlamento pos- ) i o, o e aa o. es- sa revocare l'autorizzazione all'arresto. Ma lui farebbe bene a venire, anche rischiando di tornare in galera. Oggi le condizioni sono diverse da allora: può confrontarsi con Fioroni e poi la Cassazione ha rimesso in discussione il reato di "concorso": quello lo colpisce di più perché a fatti specifici Negri non ha mai partecipato». E infine anche i difensori del teorico di Autonomia, Mancini e Pinto, lasciano intendere che in qualche modo lui sarà nel processo. Forse solo con una memoria difensiva, forse con una richiesta (possibile secondo la legge applicata nel procedimento contro gli attentatori del Papa) di essere interrogato a Parigi e, magari, messo a confronto con Fioroni. Una richiesta questa venuta anche da Oreste Scalzone che proprio ieri ha risposto alla domanda del presidente Santiapichi di presentarsi a Roma per testimoniare nel processo "Metropoli". «Oreste — ci ha detto ieri la moglie Lucia — verrà solo se gli garantiranno di poter tornare in Francia e se lo metteranno a confronto con Fioroni». Santiapichi sarebbe d'accordo, la legge lo consentirebbe, la convenzione di Strasburgo metterebbe l'ex leader di Potop (che in Italia è latitante dovendo scontare 30 anni di carcere) sotto la protezione delle garanzie diplomatiche. Ma il ritorno di Scalzone difficilmente avverrà perché, come ha aggiunto la moglie, teme che la Francia, una volta lasciato il suo territorio, non lo accetti più al ritorno. Il ministro dell'Interno francese Pasqua si è dimostrato infatti molto poco tenero nei confronti dei rifugiati italiani. Ma tutto questo non è entrato nel processo che si è aperto ieri, otto anni dopo il blitz padovano ordinato dal giudice Calogero. In cella solo due dei sei imputati ancora Incarcerati: Rossano Cochis, uno della banda Vallanzasca al margini dell'Autonomia, e Francesco Bellosi, ora vicino alle Br. In aula, a piede libero, molti degli altri 57 che 11 12 giugno 1984 furono condannati in quella stessa aula a poco più di 500 anni di galera. Qualcuno in libertà provvisoria, altri scarcerati per decorrenza termini, agli arresti domiciliari, in soggiorno obbligato. Quasi tutto 11 gruppo "storico": Emilio Vesce, Franco Tommei, Luigi Ferrari Bravo, Paolo Virno, Jaro Novak, Chicco Funaro, Mario Dalmaviva, Oreste Strano. Tutti con un aspetto di quarantenni molto perbene, lontani anni luce dalla calda stagione padovana di "illegalità diffusa" e di suggestioni rivolu zionarie, tutti decisi a dare battaglia in questo appello per cancellare una sentenza che definiscono •esclusivamente politica contro l'area del dissenso sociale che non è mai stato terrorismo». L'udienza è stata interamente occupata dalla lettura della vicenda compiuta dal giudice relatore Francesco Sabatini. Poi il presidente Vincenzo Verrone ha rinviato a giovedì lasciando capire di voler riaprire interamente il processo anche perché c'è 11 fatto nuovo della disponibilità del super-teste Fioroni che in primo grado era invece «irreperibite». La presenza del pentito cambierà faccia al processo e ieri gli imputati sembravano soddisfatti di questa occasione. Allontanata l'ombra degli anni di piombo, con la possibilità di confrontarsi con l'accusatore numero uno tutti sperano più o meno di poter ridimensionare i loro carichi. E qualcuno (in sintonia con i radicali, ieri mattina presenti in massa con Adelaide Aglietta, Gianfranco Spadaccia, Giovanni Negri e persino l'ex presidente Enzo Tortora) medita di chiedere l'annullamento del primo giudizio visto il giallo della scomparsariapparizione di Fioroni su cui la procura romana ha aperto un'inchiesta. Ma è l'eventualità più remota. Cesare Martinetti Roma. La moglie di Toni Negri, Paola, con l'onorevole Giacomo Mancini durante l'udienza (Ansa)