Come parenti e conoscenti ricordano la donna del gruppo Br di Claudio Donzella

Come parenti e conoscenti ricordano la donna del gruppo Br Come parenti e conoscenti ricordano la donna del gruppo Br Gerardina Colotti, ferita gravemente nella sparatoria, è vissuta nella città ligure fino a una decina d'anni fa - Allieva di Faina e Perizi a Genova, laureata con lode in filosofia VENTIMIGLIA — Estroversa, simpatica, intelligente: sono gli aggettivi che più ricorrono nella frasi di chi ha vissuto vicino a Gerardina Colotti, 31 anni, nata e cresciuta a Ventlmiglia, ora accusata di essere una brigatista rossa e piantonata in ospedale dopo il conflitto a fuoco con i carabinieri, l'altra sera a Roma. Parenti, amici, vicini di casa sono concordi nel tracciare un ritratto privato che fa a pugni con quello che sta emergendo In queste ore. Ma è forse un ritratto sbiadito dal tempo, perché da anni Gerardina non abitava più nella città di confine; vi tornava soltanto pochi giorni l'anno, quasi esclusivamente durante le feste. Nella sua casa natale, un appartamento all'ultimo plano di un vecchio e modesto condominio di via Roma 23, nel centro, nessuno risponde al campanello o al telefono. I genitori, Giovanni Colotti, 63 anni, manovale in pensione, e Francesca Morese, 64 anni, casalinga, si sono precipitati a Roma, al capezzale della figlia in prognosi riservata per le ferite all'addome. In mattinata erano stati sentiti dai carabinieri di Ventlmiglia, cosi come altri parenti. Originari di Sant'Agata, vicino a Foggia, si sono trasferiti a Ventimlglla nel 1953. Tre anni dopo è nata Gerardina. »Brava gente, hanno fatto sacrifici enormi per far studiare quell'unica figlia», dice una vicina la signora Marin. E aggiunge: «Ho incontrato Gerardina il giorno di Natale, erano mesi che non la vedevo. Era la solita: allegra, vivace, espansiva. Mi ha detto che era tornata per le feste, ha chiesto come stavano i miei figli. Non posso credere che sia una terrorista». Pare che la giovane sia ripartita dicendo ai genitori che era diretta a Parigi. Dopo la laurea, ottenuta nel 1978 a Torino, i suoi soggiorni a Ventimiglia si eranci fatti sempre meno frequenti. Le testimonianze che si raccolgono In città sono quasi tutte ferme a tanti anni fa, ad un'immagine di ragazza «in gamba» più che di donna. Dice la zia, Gerarda Colotti: «Sono almeno dieci anni che non la vedo: me la ricordo carina, curiosa verso tutto quello che le succedeva intorno, piena d'ini¬ ziativa. Quando ho sentito quelle notizie alla televisione sono caduta dalle nuvole». A scuola, Gerardina aveva ripagato i sacrifici dei genitori: diplomata con sessanta sessantesimi al liceo classico «Gerolamo Rossi», poi laureata con 110 e lode in filosofia. Nella sua vita in Riviera, c'era anche tanto sport: aveva giocato a calcio in una squadra di Ventimiglia che partecipava al Campionato regionale femminile, praticava lo judo. E trovava anche il tempo di recitare, cantare, ballare e fare la presentatrice in spettacoli estivi organizzati da un animatore locale, Renzo Devoto, titolare di un'emittente privata. Il quadro cambia alla fine degli Anni 70. Gerardina frequenta la Facoltà di lettere e filosofia a Genova, è allieva di Gianfranco Faina e Enrico Fenzi, i due docenti arrestati nel quadro delle inchieste sul terrorismo rosso, Gli uffici politici della polizia e dei carabinieri cominciano ad annotare il suo nome, vengono segnalati suol rapporti con i gruppi extraparlamentari di sinistra dell'ambiente universitario. Nel 1978 (anno dell'arresto di Faina, che morirà tre anni dopo) si trasferisce a Torino, dove si laurea. Qualche tempo dopo torna in Riviera, e va a vivere in un appartamento in via Pasteur 132 a Bordighera. Anche in questo caso la Dlgos la tiene d'occhio, sempre per i suol contatti con persone sospettate di aver legami con il terrorismo. Quindi torna a Torino, per Iscriversi ad un corso di specializzazione in pedagogia. Nel capoluogo piemontese ha uno stretto legame con Francesco Tolinó, 37 anni, di Avellino, poi arrestato per rapina e considerato anche lui un «simpatizzante» di gruppi terroristici. Nel 1985 le viene rilasciato il passaporto, e da allora è spesso all'estero, in particolare a Londra. A Ventimiglia, tranne 1 genitori, pochi hanno ancora contatti con lei. Dice un'amica, Anna Ricelli, dipendente dell'Usi: •Era molto tempo che non la vedevo, non mi aspettavo una cosa simile». Nella città di confine Gerardina non aveva mai fatto attività politica, negli ambienti dell'estrema sinistra locale è una sconosciuta. Claudio Donzella

Persone citate: Anna Ricelli, Enrico Fenzi, Faina, Francesca Morese, Francesco Tolinó, Gerardina Colotti, Gianfranco Faina, Giovanni Colotti, Renzo Devoto