Via di casa, con una pistola di Roberto Martinelli

Via di casa, con una pistola Chi sono i giovani che cercano di rilanciare la lotta armata Via di casa, con una pistola ROMA — Ripudiata dai capi storici, messa al bando da pentiti e dissociati, la lotta armata continua a far proseliti nelle nuove generazioni? L'arresto dei tre terroristi rischia di trasformare In certezza quello che era solo un vago sospetto. Indagini mirate e controlli anagrafici avevano accertato che molti giovani si erano da tempo allontanati dalle dimore abituali senza motivo. Alcuni, da semplici testimoni erano diventati «irreperibili»; altri, convocati per regolarizzare pratiche amministrative, erano scomparsi nel nulla. L'ipotesi di una «nuova fuga, verso la clandestinità è diventata, per i Servizi di sicurezza, la piti inquietante ipotesi di lavoro. Un'ipotesi che non vuol dire ritorno degli anni di piombo, ma solo conferma che il terrorismo, sconfitto sul plano storico e politico, pone ancora qualche problema. Segnali in questo senso erano venuti da diverse direzioni, ma erano stati raccolti con forte scetticismo. Nessuno era disposto più a credere che, dopo dieci anni, giovani del nostro tempo ripetessero i rituali degli orfani dell'illusione rivoluzionaria che aveva portato i «compagni» della generazione precedente ad armarsi ed uccidere credendo di poter scalfire il cuore dello Stato. E' invece è accaduto, tutto come allora: l'appuntamento alla cabina telefonica, il «compagno» che fa da palo, le agendine zeppe di appunti maniacali e nomi in codice, la pistola infilata nella cintola. Cose lette in migliaia di pagine processuali, viste nei film-verità di questi anni, romanzate negli sceneggiati televisivi. Un copione scontato ma con finale imprevedibile. I quattro giovani, uno è fuggito, non sapevano di essere spiati, seguiti, pedinati. In questo finale dello scontro a fuoco e dell'arresto di tre su quattro brigatisti è la differenza con gli anni di piombo. Servizi segreti e forze dell'ordine, in permanente stato di allerta, hanno giocato come il gatto con il topo. Solo un'imprevedibile fatalità ha dato tempo ai terroristi di usare le armi. Un anno fa l'arresto di Barbara Balzerani, l'Imprendibile primula rossa delle Br, fu portato a termine con tempismo da manuale e senza alcuna violenza. Anche lei, come Gerardina Colotti, era controllata a vista dai reparti speciali del carabinieri. Chi sono i nuovi «giovani clandestini», quanti sono, dove si nascondono, di quali protezioni godono? Polizia e carabinieri hanno un elenco di persone ma non sanno nulla di più. I nomi dei grandi latitanti del terrorismo non sono indicativa Molti, sostengono, sono all'estero. Di altri si sono perse le tracce, da anni. C'è una lista di imputati colpiti da mandato di cattura. Alcuni sono espatriati, e c'è la convinzione che la maggioranza ha chiuso con la lotta armata. L'Identikit delle ultime schegge impazzite del terrorismo è costruito su figure di secondo piano. Paolo Cassetta era un personaggio marginale alla colonna romana delle Br. La giustizia gli ha cucito addosso l'abito sdrucito di una comparsa impegnata a rivendicare ferimenti e attentati degli ultimi anni di piombo. Al mercato di Porta Portese comprò la bicicletta che abbandonò a piazza Vittorio con il mangianastri contenente la rivendicazione di un attentato. Raccolse informazioni e compilò delle schede su del funzionari periferici del pel, ma non ci sono prove che abbia partecipato ad azioni violente. Un personaggio senza storia, può aver davvero ricompattato la «colonna» che fu di Morucci e Gallinari e che, solo dopo le confessioni di pentiti e dissociati, era stata annientata e dissolta? Gli Inquirenti sono convinti di no. Sosten¬ gono che l'Imputato, già arrestato e poi scarcerato per decorrenza del termini, abbia raccolto attorno a sé elementi della sinistra eversiva, forse aspiranti terroristi, ma non certo capaci di dar vita ad una organizzazione capace di compiere azioni terroristiche di qualche rilievo. E' solo una sensazione che potrebbe essere smentita dai fatti e dai risultati delle indagini. La domanda alla quale si tenta di dare una risposta è quale fosse l'obiettivo immediato del quattro terroristi. Emuli in tutto dei «compagni» sconfitti della generazione precedente, stavano probabilmente organizzando una qualche azione eversiva per «produrre effetti nella contestazione al sistema tra le fasce del mondo del lavoro». Quando e contro chi sarebbe stato attuato 11 loro programma di violenza è difficile dire. I magistrati dell'antiterrorismo sono convinti che fosse loro intenzione aspettare la prossima scadenza politica nella convinzione di poter imitare 1 loro cattivi «maestri» che in qualche modo riuscirono ad influenzare il corso degli eventi. Un'illusione anacronistica, ma non priva di pericoli. Roberto Martinelli

Persone citate: Barbara Balzerani, Gallinari, Gerardina Colotti, Morucci, Paolo Cassetta

Luoghi citati: Roma