Suicidio a metà sugli schemi tv
Suicidio a metà sugli schemi tv Suicidio a metà sugli schemi tv DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — .Quando all'alba, verso le sei, c'è arrivato quel filmato con il suicidio in diretta davanti alle telecamere del ministro del Tesoro del governo di Pennsylvania Budd Dwyer — racconta Piero Badaloni, il giornalista che conduce Uno mattina — siamo rimasti senza fiato. Eravamo io, Nino discenti e altri tre colleghi: al vedere quella scena del proiettile che usciva dalla testa con schizzi di materia cerebrale qualcuno di noi ha suggerito di non mandare in onda nulla.. Poi invece ha prevalso la decisione di Badaloni e Criscenti di trasmettere, subito dopo il telegiornale delle otto, tutto fino all'attimo precedente al suicidio fermandosi sul fotogramma di Dwyer con la pistola in mano; intanto però il sonoro andava avanti fino all'ultimo con lo sparo e le urla disperate della moglie. Due volte, una con la versione In originale e l'altra con traduzione in simultanea dall'in¬ glese di Fulvio Grimaldi. Badaloni, che ha condotto la trasmissione con grande calma e padronanza, ha poi sottoposto la propria scelta al giudizio degli spettatori: .Abbiamo fatto bene ad interrompere questo filmato?., ha chiesto. .Nel giro di venti minuti — riferisce il giornalista Franco Porcarelli che lavora da dietro le quinte alla trasmissione — sono arrivate un centinaio di telefonate (ma nel primo pomerìggio ne giungevano ancora, ndr). Il sessanta per cento si dichiarava d'accordo con noi... A questo punto, dopo le nove, Badaloni mandava in onda un'Intervista con Sergio Quinzio che si dichiarava d'accordo con lui e di due ascoltatori in disaccordo, il primo, un diciottenne settentrionale, si spingeva fino ad esaltare il gesto del suicida; il secondo, un Impiegato romano di trentasei anni, sosteneva essere il pubblico abbastanza maturo per poter vedere tutta la scena: .Sia nella mia famiglia sono l'unico a pensarla cosi., s'affrettava a precisare. .Perché abbiamo fatto parlare solo gli ascoltatori dissenzienti? E' presto detto: volevamo che l'argomento fosse oggetto di discussione e quindi ci interessavano di più le opinioni diverse dalla nostra., è il commento di Badaloni. I telegiornali si sono poi attenuti alla scelta fatta di prima mattina da Badaloni e Criscenti. D primo commento italiano alla vicenda, dopo quello in televisione di Quinzio, è del sociologo Franco Ferrare t ti: .La rappresentazione del suicidio in diretta pare fosse voluta dallo stesso uomo politico a titolo catartico o di vendetta contro i suoi accusatori; in questo. dunque, fotografi e operatori non avrebbero fatto altro, diffondendone le sequenze, che rispettare la sua volontà. Quali altre implicazioni ha l'episodio? Quando in una società la televisione ha il compito di stabilire l'agenda, di fissare cosa è importante e cosa non lo è, ne derivano due conseguenze. La prima è che tutto diventa spettacolo; la seconda è che tutto diventa irreale.. « Un episodio del genere — aggiunge Gianni Baget Bozzo — non mi stupisce, mi commuove perché è un gesto di disperazione ma anche di umiltà. Quando un uomo si uccide, non cerca lo spettacolo o l'esibizione ma l'attenzione degli uomini. Posso quindi capire che si cerchi il coinvolgimento di quante più persone possibili togliendosi la vita dinanzi alle telecamere. Il suicidio, non dimentichiamolo, non è solo disperazione ma anche disperata invocazione d'aiuto: è un appello; impossibile quanto si vuole, ma un appello..
Luoghi citati: Pennsylvania, Roma
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