Ombre gialle sull'auto Cee

Ombre gialle sull'abito Cee Strasburgo prepara un piano per arginare l'invasione giapponese Ombre gialle sull'abito Cee Il settore registra una preoccupante sovraccapacità (20% vetture; 40% camion) - Ma i nodi maggiori restano i costi produttivi - L'Europarlamento vuol sostituire i controlli nazionali con limitazioni comuni DAL NOSTRO INVIATO STRASBURGO — Auto europea, atto terzo. Ma sono state le minacciose ombre giapponesi al Parlamento europeo, le vere protagoniste del dibattito che ha fatto da corollario alla relazione del conservatore inglese Peter Beazley. La necessità di definire strategie comuni s'impone; dopo i due precedenti appuntamenti che avevano avuto come relatore il comunista italiano Aldo Bona, ••ini questo terzo documento — e la risoluzione votata nell'emiciclo di Strasburgo — si propone di aprire la via a quelle -soluzioni comunitarie- che rappresentano oggi la sola alternativa di fronte alla sfida del Giappone. Nata a conclusione di un iter lungo (più di un anno) e travagliato (ci sono state ripetute stesure e correzioni, e ancora In aula si sono discussi 44 emendamenti), la relazione Beazley offre un panorama completo di un'attività che resta dominante nel panorama Industriale europeo, ma che registra una preoccupante sovraccapacità produttiva del 20 per cento nel settore autovetture e del 40 per 1 veicoli industriali Ma se da una parte si auspica, nella prospettiva del mercato unico europeo, l'armonizzazione delle norme tecniche nazionali nonché di un'Imposizione fiscale oggi quanto mal varia, dall'altra si tratteggiano ipotesi di condotta volte a contenere la penetrazione giapponese. dispetto a quel concorrente, rileva la relazione, l'Europa è oggi un produttore a costi elevati: «La compartimentazione del mercato interno europeo e l benefici specifici a livello nazionale che 1 singoli Stati membri garantiscono con sovvenzioni statali le norme nazionali in materia di omologazione, 1 controlli sul prezzi o sull'immatricolazione, le diverse aliquote delle imposte sulle auto contribuiscono tutti quanti a ridurre l'efficienza economica e la competitività dell'industria. Contrariamente a questo quadro, l'industria giapponese non solo gode di spedali vantaggi sul mercato Interno, ma ha anche conquistato un'ampia fetta del mercato statunitense delle piccole e medie autovetture (...) e una parte non indifferente del mercato europeo mediante importazioni che sta cominciando a consolidare con la fabbricazione in loco». n Parlamento europeo ha quindi proposto una serie di correttivi sul fronte interno come su quello esterno, rilevando fra l'altro l'Inevitabilità — «ma non è una panacea», si precisa — di fusioni fra costruttori (e viene subito alla mente il matrimonio Alfa-Lancia). I primi sono volti a stimolare la competitività dei fabbricanti europei e a potenziare la domanda, anche attraverso misure come un'omologazione europea in luogo delle dodici nazionali ora esistenti; 1 secondi invece, a contenere la penetrazione giapponese, sebbene si ammetta che «alla fine si dovrà arrivare all'abolizione delle restrizioni quantitative alle Importazioni nella Comunità» (ma soltanto se a Bua volta 11 mercato giapponese si aprirà ai prodotti europei). Già nella fase di contenl- mento, tuttavia, qualche pericolo supplementare potrebbe profilarsi per Italia, Spagna e — in minor misura — Francia, Paesi che godono di accordi particolarmente restrittivi con Tokyo. L'Europarlamento ritiene infatti che occorra «abolire i singoli controlli nazionali per sostituirli con una limitazione comune a livello europeo delle Importazioni giapponesi in modo che gli oneri e 1 benefici di tale manovra si ripartiscano equamente*. Strasburgo mette in guardia—in merito ai crescenti impegni industriali giapponesi in Europa — dal «dare vita a mere operazioni di assemblaggio» e dallo «sviluppare una dipendenza tecnologica nel confronti dei Giappone». f. gal.

Persone citate: Aldo Bona, Beazley, Peter Beazley