Rivincita dell'abito-unico

Rivincita dell'abito-unico Si è aperta a Roma la fitta cinque giorni dell'alta moda Rivincita dell'abito-unico Capucci (per il quale Palazzo Venezia riammette le sfilate) presenta ambiziose «forme d'arte» - Ferré è esplicito: «Il prèt-à-porter limita la fantasia» - Anche per l'uomo grande ritorno del «modello» ROMA — Dalla neve alla pioggia: la situazione meteorologica proprio in carattere con la stagione, che, in passerella, sta evocando la moda in questi giorni di gennaio. Se 1 uomo dell'Inverno '87-88 ha avuto come cornice una nevicata super, qui a Roma la signora di primavera-estate nasce fra piovaschi del disgelo. Sgocciolano 1 tetti e sgocciola, al ritmo di due o tre sfilate quotidiane, la lentissima cinque giorni dell'Alta Moda, il calendario si dilata come l'orgoglio — o le bizze — dei sarti protagonisti: ognuno ambisce l'orario elegante, fino a mezzogiorno non si sfila, anche perché un nuovo arrivo — la milanese Raffaella Curiel — è subito neutralizzato dalla crisi (e pare non sia di natura economica) di André Laug. In quanto a Roberto Capucci. che rompe dopo anni il suo ritiro, non perde il vezzo dell'isolamento. Sfila, unico, all'ultimo giorno della presentazione romana, venerdì 23 gennaio, a Palazzo Venezia. ■Forma e controforma., intitola Capucci la sua sfilata, «libero divagare d'un mestiere che si configura in arte-, dice, attraverso la sperimentazione, la ricerca. E sarà per questo che Palazzo Venezia, vietato, come ogni altro luogo di artistica importanza, alla moda, dopo il caso Lagerfeld-Fendi. si riapre a Capucci. -L'alta moda — fa sapere Gianfranco Ferré — è importante per me a questo punto del mio lavoro. Il prèt-à-porter, fra preoccupazione dei costi e della competitività, mette troppi limiti alla fantasia e alla costruzione d'un idea per vestire. L'alta moda mi restituisce la libertà creativa: E davvero Ferré è apparso in mirabile forma. E' riuscito ad imprimere una nuovissima levità alla consueta, ieratica, a volte solenne ricerca dei volumi; a smussare le impennate spigolose dei tagli sorprendenti; a sfaldare l'orgogliosa architettura dell'eccentrico rigore. E' una primavera-estate che per l'87 fa tesoro delle enfiate ma leggere eleganze, ancora incantevoli nella recente mostra parigina di Boucher: la seta si esalta, il gazar si doppia di colore, le tinte sono eccezionali, sia in una inesauribile gamma di blu inventati che nel rosa assoluto delle azalee: le gessature cupe giocano con il candore del picchè. Belli i tailleur, giacca lunga, fitti i bottoni patinati d'argento, in blu scurissimo, i giacchini scivolati in rosa, le camicette che addensano o sfogliano pois diversi sulle gonne blu, le curve del bacino accentuate da una fila ad arco di bottoni in madreperla. Una grande gonna a pieghe, un abito-spolverino si aprono rivelando l'alta esile gonna; l'effetto è divisionistico per lo svariare degli stampati a coriandoli, scomposti e sovrapposti. In clima di riscoperta dell'Individualismo e di polarizzazione delle possibilità di acquisto, il modello unico vive dunque il suo grande ritorno, come l'abito di sarto¬ ria. Tradizionalmente le sfilate romane di gennaio si aprono con l'alta moda maschile: Litrico in passerella, altri stilisti, fra cui Piattelli e Ugo Coccoli, in show-room. Nomi per clientela allergica all'abito pronto, compresi i giovani leoni, che troveranno da Litrico giacche-camicia vagamente cinesi in tela spazzino grigio piombo o argento su pantaloni neri, giacche Principe di Galles gigante ma di colore pastello, in quadrigliati di lino, over giacche a quadri spenti su giacchette in unito e gilè vivaci. Il torinese Ugo Coccoli, all'appuntamento con la sua nutrita schiera di buyers tedeschi, punta sullo spezzato, giacca di cachemere e pantaloni in flanella per la primavera, quando il completo illumina la base in nero di liste grigie e rosa legno e muta a seconda dell'ora cambiando la camicia. E' il gilè la sobria nota di colore sempre presente: in rosso per le giacche estive in shantung di seta pura bianca o grigio perla, dal doppio uso mattina e sera. Un'eleganza maschile in necessario accordo con l'immagine di donna, offerta da Barocco, tutta Anni Trenta nei minuti stampati geometrici o floreali, nell'impalpabile fluidità di sbiechi, di esplosivi volants per carezzare una figura disegnata ed inafferrabile, mai erotizzata. C'è da Barocco il gioco dei tessuti, dei tre colori prescelti, il blu, 11 bianco, il rosso e un acuto gusto artigianale. Lucia; Sollazzo iMÉMM Roma. Un modello da gran sera presentato da Gianfranco l'erre

Luoghi citati: Galles, Roma, Venezia