Etiopia, stanno bene i tecnici rapiti di Tito Sansa
Etiopia, stanno bene 8 tecnici rapiti Una foto giunta all'ambasciata italiana nel Sudan li ritrae tranquilli e sorridenti Etiopia, stanno bene 8 tecnici rapiti Sono arrivate anche due lettere, indirizzate alle mogli - Ignoto destinatarie - Intervista di due guerriglieri: «Furono catturati per il contenuto - Potranno aprirle solo le caso, li libereremo a tempo opportuno» ROMA — Stanno bene 1 due tecnici Italiani catturati 11 27 dicembre da ribelli etiopici presso il lago Tana, quasi al confine con il Sudan. Lo si rileva più che da due lettere che 1 prigionieri — Dino Marteddu e Giorgio Marchiò — hanno scritto alle loro famiglie in Italia, da una acclusa foto Marold chg li mostra sorrìdenti, tranquilli e In buone fiatoni distc^eJ 'Insieme con alcuni guerrt- ■ glierl, disarmati e In atteggiamento amichevole, seduti fflnangl a una capanna. Le due lettere, che recano la data di mercoledì 14 gennaio, sono state fatte pervenire la sera di lunedi 19 all'ambasciatore d'Italia nel Sudan, Francesco Lo Prlnzl, da parte del partito rivoluzionarlo del popolo etiopico che 11 27 dicembre diede l'assalto al cantiere della «Savl- ni costruttori» nella valle del Beies, sul lago Tana, dove 1 due lavoravano, il fatto che 1 messaggi abbiano Impiegato quattro giorni per giungere a destinazione Indicherebbe (secondo la nostra rappresentanza diplomatica a Khartum) che 1 due ostaggi sono detenuti in una regione l'nPc£r$enùto delle dueièi- melina Marchiò, le mogli dei due prigionieri, non 6 noto. Infatti sono chiuse e potranno venire aperte soltanto dalle destinatarie. Quando ciò avverrà, è un'Incognita. Data la delicatezza del loro contenuto, le lettere non verranno spedite col primo aereo diretto a Roma ma — In condizioni di sicurezza — rinchiuse nella bolgetta del primo corriere diplomatico. Il ministero degli Esteri assicura che provvedere, a farle giungere al più presto a destinazione. Le notizie che giungono da Khartum — e soprattutto la fotografia del due ostaggi — sono rassicuranti Tranquillizza In particolare il fatto che gli stessi guerriglieri si Wrt ^^,«?r. formare direttamente, e con anche le dtcnlarti rioni fatte in un albergo di Khartum a un inviato della televisione cagliaritana «Sardegna 1» (Marteddu è sardo) da Abraham Taf esse e Mohammed Ahmed Jemil, due esponenti del dissidenti etiopici. I due, che parlavano a nome del partito rivoluzionarlo del popolo etiopico, hanno preannunciato la liberazione dei tecnici italiani che furono «catturati per caso», senza tuttavia indicare una data né vicina né lontana. Hanno detto soltanto che la liberazione avverrà «a tempo opportuno, in una località etiopica o sudanese, secondo una scelta che dipende soltanto da noi». Rispondendo al governo di Khartum,,che aveva Dosto ai guerriglieri la condizione di godere ancora del diritto di libera circolazione). Taf esse e Jemil hanno detto 'Siamo indipendenti e autonomi, il governo sudanese non può dettarci condizioni». Rivolti al governo di Roma, hanno detto: 'Non abbiamo alcunché contro l'Italia e gli italiani. Il passato coloniale di Roma fascista nel nostro paese non c'entra. Ben vengano aiuti finanziari e tecni¬ ci italiani al popolo etiopico, ma senza rafforzare il regime militare, servo di Afosca». C'è però anche un monito all'Italia nel messaggio del due guerriglieri. Annunciano di non avere chiesto riscatti o di aver posto ■condizioni preliminari» per la liberazione degli ostaggi ma nello stesso tempo .notìficano, al Fondo aiuti italiani (li inh lnt»rtM>. I ri. di Roma di non intervenire più a favore del regimo «fascista» etiopico di Menghlstu .nelle zone militarizzate e contestate» perché .perseverando, metterebbero in pericolo le vite dei loro dipendenti». La diffida conclude con l'invito a .valutare attentamente la situazione permanente di guerra nell'area Tana-Beles». Tito Sansa
Persone citate: Abraham Taf, Dino Marteddu, Giorgio Marchiò, Marteddu, Mohammed Ahmed Jemil
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