«Il Gulag fu prima di Auschwitz» di Paolo Mieli

«H Gulagfu prima di Auschwitz» ARRIVA IN ITALIA LA POLEMICA TRA STORICI TEDESCHI SUL NAZISMO «H Gulagfu prima di Auschwitz» «L'unica differenza furono le camere a gas», sostiene Ernst Nolte - Per luì «il "genocidio di classe" dei bolscevichi fu l'antecedente logico del genocidio razziale di Hitler» - Il filosofo Habermas attacca: «Sono ragionamenti incredibili» - «Chi vuole toglierci i rossori della vergogna distrugge l'unica base del nostro legame con l'Occidente» Alcune riviste italiane pubblicano in questi giorni i testi principali della polemica sul nazismo che già da alcuni mesi sta agitando la Germania. MicroMega, il trimestrale di Giorgio Ruffolo, Paolo Flores d'Arcais e Lucio Caracciolo, dà conto quasi esclusivamente delle confutazioni alle tesi che hanno originato la discussione: un saggio di Gian Enrico Rusconi e i due interventi di Juergen Habermas. Un modo un po' singolare di presentare il dibattito, ma i direttori della rivista affermano di non aver avuto l'autorizzazione a pubblicare tutto il resto. Autorizzazione che invece è stata chiesta e ottenuta da Nuovi Argomenti, la rivista di Alberto Moravia, Leonardo Sciascia e Enzo Siciliano che pubblica l'intero botta e risposta tra Ernst Nolte e Habermas. E anche L'Espresso, che per primo ha dedicato alla polemica un dettagliato servizio, ha sentito il dovere di corredarlo con un'intervista a Nolte. Ma parliamo del dibattito. Tutto è cominciato con un articolo di Nolte (i lettori italiani conoscono il suo libro di ventanni fa I tre volti del fascismo; pubblicato lo scorso giugno sulla Frankfurter Allgemeine Zeltung. Era dedicato al «passato che non vuol passare»; la conseguenza più deplorevole di questo non passare del passato, sosteneva Nolte, è che le più elementari regole per studiare ciò che è accaduto cinquantanni fa sembrano essere abrogate; qualunque tentativo di correggere le immagini in bianco e nero dei contemporanei in lotta è bollato come pedagogicamente pericoloso per il popolo o peggio come apologia del nazismo. Scriveva Nolte: «Io chiedo parità di trattamento e questo, in un contesto giuridico, non significa altro che il desiderio che si ponga fine alle corti marziali e che siano avviati regolari procedimenti giudiziari in cui vengano'ascoltati anche testimoni a discarico e prendano la parola 1 difensori». Questo per il metodo. Nel merito Nolte sosteneva che tutto ciò che i nazisti fecero. •con la sola eccezione della tecnica delle camere a gas-, era già descritto in una vasta letteratura dei primi Anni Venti: deportazioni e fucilazioni in massa, torture, campi di concentramento, eliminazione di interi gruppi secondo criteri puramente oggettivi, ordini di sterminio di milioni di uomini innocenti ma ri fenati nemici. Una letteratura su ciò che di o o o i o a o . e ò ni ti e oe re zco se oea ••asiatico, stava avvenendo nella Russia bolscevica e che, a suo giudizio, non può non aver influenzato Hitler. E qui la domanda che ha sollevato la polemica: «Non compi Hitler, non compirono I nazionalsocialisti un'azione "asiatica" forse soltanto perché consideravano se Stessi e 1 propri simili vittime potenziali o effettive di un'azione "asiatica"? Non fu il "ge#c*$dtol.cU,,jCla^';,ldek bolscevichi l'antecedente logico ^^UmlmélakmmtrUin rrtrfft'f-j-flfi na»flcin»Ininrrfn Tf Bti?.. Dice ancora Nolte: «L'arcipelago Gulag è l'antecedente di Auschwitz perché sta davanti agli occhi degli autori di Auschwitz e non viceversa. C'è tuttavia una differenza qualitativa tra i due. E' inammissibile ignorare questa differenza, ma è altrettanto inammissibile non voler riconoscere la connessione. Auschwitz non è quindi una risposta diretta all'arcipelago Gulag bensì una risposta mediata da un'interpretazione». E infine: Ignorare deliberatamente certe verità può avere ragioni morali, ma è una violazione dell'etica scientifica». Più o meno contemporaneamente un altro storico tedesco, Andreas Hillgruber (i lettori italiani lo conoscono per il libro La strategia militare di Hitler pubblicato da Rizzoli con prefazione di Renzo De Felice) ha dato alle stampe un volumetto di HO pagine dal titolo Due differenti tramonti: la frantumazione del Reich tedesco e la fine dell'ebraismo europeo. In esso sostiene che la resistenza dei soldati tedeschi sul fronte orientale va analizzata dal punto di vista di ciò che questi militari avevano di fronte <l''orda» sovietica) e non di ciò che avevano alle spalle (i campi di concentramento). Hillgruber cita a mo' di esempio il caso di Nemmersdorf: «Nella località di Nemmersdorf a Sud di Gumbinnen riconquistata dalle truppe tedesche dopo che l'avevano occupata 1 russi, si offri ai soldati un quadro terrificante di donne e bambini uccisi e violentati Nemmersdorf divenne da allora il simbolo di quello che la popolazione tedesca avrebbe dovuto attendersi se fossero crollate le dighe». Per questo e non per dare il tempo ai loro colleghi di ultimare lo sterminio degli ebrei nei Lager, quei soldati resistettero fino all'ultimo. A sostegno delle tesi di Hillgruber, ma soprattutto di Nolte, sono scesi in campo anche altri storici: Joachim Fest e Klaus HUdebrand tra i primi. Contro si è schierato con decisione e passione Habermas. Il grande filosofo-sociologo della polìtica prende di petto U libro di Hillgruber fin dal titolo: «Alla "frantumazione del Reich tedesco" lamentata con retorica da taccuino di guerra fa riscontro la sobria registrazione della "fine dell'ebraismo europeo". La "frantumazione" avve'fcodescinstg avviene per mano di un avversario aggressivo, una 'fine" invece arriva "per cosi dire, da sé"». Per concludere accusandolo di aver scritto un mediocre libello infarcito di «cliché mai rivisti e mal filtrati di un gergo tramandato dal giorni della giovinezza». Maggiore attenzione Habermas sente di dover dedicare a Nolte. Habermas lo accula di aver compiuto un '«operazione politica, con .- 1 w ' è debdtogusr o o n l'occhio rivolto alla svolta conservatrice che è in atto nella Repubblica federale del cancelliere Kohl: in base alle sue tesi «i crimini nazisti perdono la loro singolarità perché come minimo vengono resi comprensibili quali risposte alle minacce bolsceviche di annientamento che durano ancora oggi. Auschwitz si riduce ad essere un'innovazione tecnica (la camera a gas, ndr.) e si spiega con la minaccia asiatica di un nemico che sta ancor oggi davanti alle nostre porte». Inserito in questo nuovo contesto, sempre a giudizio di Habermas, per Nolte lo sterminio degli ebrei sarebbe solo il deplorevole risultato di una reazione tuttavia comprensibile. Secondo Habermas siamo di fronte a «incredibili ragionamenti» con aspetti a dir poco «stomachevoli». n filosofo della scuola di Francoforte che ha avuto dalla sua in questa polemica Hans Mommsen, Martin Broszat e Juergen Kocka, ritiene che la Germania ha l'obbligo invece di tener desta la memoria «del dolore degli assassinati da mani tedesche» e che bisogna dar battaglia a quanti come Nolte «colpiscono la moralità politica di una comunità, che dopo una liberazione ad opera delle truppe alleate e senza un proprio contributo, è stata edificata nello spirito dell'ideale occidentale di libertà, responsabilità e autodeterminazione». «Chi vuole toglierci i rossori della vergogna per questo fatto con una frase vuota come "ossessione di colpa", chi vuole riportare l tedeschi a una forma convenzionale della loro identità nazionale, conclude, distrugge la sola base sicura del nostro legame con l'Occidente»*,; <n3&n n . Paolo Mieli 111 JJ4JIJJUJ] MJI9U .i1 1 Berlino, Anni Trenta. Parata col passo dell'oca davanti a Hitler, la polemica sul nazismo tormenta la Germania (Archivio «La Stampa»)

Luoghi citati: Berlino, Francoforte, Germania, Italia, Russia