«Bentornati, pescatori» di Francesco Santini

« Bentornati, pescatori » Sono rientrati a Otranto gli otto marittimi che erano stati processati in Albania « Bentornati, pescatori » Una gran folla ha accolto i due pescherecci provenienti da Valona, diciotto giorni dopo il sequestro in acque albanesi - «Siamo stati trattati bene» - Il sindaco: «Però basta con gli sconfinamenti» DAL NOSTRO INVIATO OTRANTO (Lecce) — Un grido e molti evviva: le motobarche -Gianna» e «Rasse» s'accostano alla banchina. E' sera. Sono a casa gli otto marittimi di Otranto condannati dalla magistratura albanese per lo sconfinamento di fine anno. Dopo diciotto giorni ritornano, toccano terra. Duemila, tremila persone esultano. In lontananza, dalla torre romana, qualche fuoco d'artificio. Alcuni petardi. Ecco Vincenzo Villani. E' il comandante della «Rasse». Ha 36 anni. Abbraccia la moglie, Rita, ed 1 figli. Il più grande è Antonio ed ha 17 anni: -Papà, a casa tutto bene-, gli sussurra, e lui, con un gesto rude ed affettuoso, l'accarezza. Sabrina e Stefania hanno le lacrime agli occhi. «Non è ora di piangere — dice Villani —, stasera in famiglia si festeggia: che cosa mi avete preparato di buono per la cena?*. Per il comandante della .Gianna». Marcello Lanzilotto, 11 primo saluto è della madre, Concetta. Poi la moglie. « Non vedi le bambine — gli dice con garbo — perché hanno la varicella: fermarle è stato difficile. Alessandra, Michela e Tania s'erano già vestite nel letto-. Franco Pucci lascia la «Rasse >. ma nessuno gli si fa incontro. -Mi hanno tagliato la barba — grida — ma sono io, sono Franco-, Una folla di parenti lo sommerge. Ecco Luigi De Masi ed Umberto Di Giuseppe. Tutti chiedono di poter fumare delle sigarette italiane. -Quelle alba- nesi — dicono — non hanno gusto-. Una donna grida: •Siete dimagriti-. In coro rispondono: -Carne di pecora a volontà, a coiasione, a pranzo e a cena, ma dopo la prima settimana c'eravamo stancati-, -Comunque siamo stati trattati 'in guanti bianchi"., assicura Marcello Lanzillotto che ha un unico cruccio: -Abbiamo pei so le reti, non abbiamo fatto in tempo a riprenderle-. Il padre di Antonio Pisino è deciso: «Figlio mio, hai voluto il mare: ecco quello che succede. Io ho scelto la terra e sono qui tranquillo-. C'è tutta Otranto, manca il sindaco. E' rimasto in municipio con gli assessori. -Per ora non staremo a rimproverarli — dice —. Sono tornati a casa, siamo qui per abbracciarli anche se questi sconfinamenti debbono finire-. Le autorità albanesi hanno consentito agli equipaggi della «Rasse» e della «Gianna» di lasciare il porto di Valona ieri mattina poco prima delle 11. Nella notte la forza del mare era diminuita. I piccoli pescherecci potevano affrontare la traversata. Da Taranto s'è mosso il rimorchiatore militare «Ciclope». Da Otranto salpa 1'«Idea- due», un motorsllor da crociera. Ha il compito di assistere i comandanti non abilitati alla navigazione in acque internazionali. A fissare l'incontro, al limite delle acque albanesi, ecco il comandante della capitaneria di porto di Otranto. Francesco Nistri spiega: •Jl rendez-vous è a 25 miglia da qui e a 15 dalle coste di Tirana. Latitudine 4V19 Nord, longitudine 19 Est-. Sull'.Ideadue. prende posto il pilota del porto di Otranto. Alberto Gargasole è un comandante di vasta esperienza. -Balleremo un po' — annuncia —, ma niente paura, sono i residui dei brutto tempo dell'altro gior¬ no-. Al comando c'è Le le Colticela. -Con vento forza 4 da SudSudovest, avremo mare lungo: tutto bene, nessuna preoccupazione-. S'alza la vela di trinchetto, e subito dopo la randa. Più avp^itl due flocchi. Pierangela Ferrari, seconda dell'equipaggio, è accanto agli strumenti. Con 11 «satellita- re» fa il punto nave. Le coordinate sono memorizzate, l'apparecchio elabora la rotta ed Ìndica il tempo stimato per l'Incontro. Due ore di navigazione. Il «Ciclope» dalla radio di bordo annuncia: -La "Rasse" ha doppiato la punta Linguetta: dovremmo incrociarli subito dopo le 14-, Il comandante dell' «Ideadue» conferma: «Lo comunico subito ad Otranto-. Un redattore della Rai chiede un collegamento. Lo stabilisce Pierangela attraverso Radio Elias. Ecco, sull'orizzonte, 11 profilo azzurrino della costa albanese. La curva dolce dell'isola di Saseno, la mole delle montagne innevate. Sulla destra, al limite delle acque albanesi, due navi «Incerte». La più grande è greca, la più piccola ha le fiancate dipinte di verde. -Che strana rotta-, osserva il comandante Gargasole. Ricorda storie di contrabbando, di casse di sigarette che si trasbordano in altomare. Al centro del Canale il vento si fa più forte. Ma 11 barometro sta salendo. Dice Coluccia: «71 vento è in rotazione da Sud verso Nordovest-. Duecento metri qua¬ drati di vele stabilizzano l'«Ideadue». Il «Ciclope», che è a qualche miglio, balla. Alle 13,45 la «Rasse» e la «Gianna» sono avvistate. C'è soltanto mezzo miglio di scarto rispetto al punto prestabilito. La fiancata biancazzurra della «Gianna» adesso s'avvicina all'«Ideadue». Chiedono sigarette. Salutano le telecamere. Il lancio di un mezzo pacchetto di sigarette è di Coluccia. Prepara una busta di plastica, ['appesantisce con un vecchio Bandaio. Sulla «Gianna» non sono pronti. Lasciano sfuggire la busta. Una manovra rapidissima e la motobarca l'aggancia a mare con un arpione. Ora tutti fumano soddisfatti. Si inverte la rotta. Alle 16,30 le luci di Otranto brillano nella sera. Un ultimo raggio inquadra il profilo del porto salentino. Le barche accelerano l'andatura. Lo yacht da crociera entra in porto con un quarto d'ora d'anticipo. Un gruppo di ragazzi agita uno striscione. -Ben tornati — ben tornati. scandiscono nei modi dei tifosi allo stadio. U «Garibaldi», una motobarca di Otranto, va Incontro alla «Rasse» e alla «Gianna». C'è a bordo Luigi Milo, a terra dirà: «Non dimenticherò mai il sorriso di Vincenzo Villani: siamo amici da ragazzi, mi sarei tuffato a mare per riabbracciarlo-. Una folla di due-tremila persone adesso preme attorno ai pescatori che rientrano. Francesco Santini Otranto. Un gruppo di pescatori si prepara a scendere a terra dopo il ritomo dall'Albania (Telefoto)