Quarta verità per Brescia di Clemente Granata

Quarta verità per Brescia S'è aperto il nuovo processo per l'attentato in Piazza della Loggia Quarta verità per Brescia Una nuova inchiesta ha individuato altri responsabili del massacro, che nel '74 provocò 8 morti Il principale imputato è Cesare Ferri, neofascista milanese, accusato dalla testimonianza di un sacerdote - Anche i radicali in aiuto del sanbabilino: De Cataldo nel collegio di difesa DAL NOSTRO INVIATO BRESCIA — Per la quarta volta si tenta di scoprire la verità sul massacro di Piazza della Loggia: otto morti, più di cento feriti, il mattino del 28 maggio 1974 per una bomba esplosa tra la folla durante una manifestazione sindacale. Ieri in corte d'assise, tra la pioggia delle eccezioni procedurali alla fine tutte respinte, s'è iniziato un nuovo processo, con nuovi imputati, sempre gravitanti però attorno all'area dell'estremismo di destra. Sono Cesare Ferri, 35 anni, milanese, unica persona in carcere, aria da professorino, abito grigia lenti spesse e barba; Alessandro Stepanof f. occhi un po' a mandorla, zigomi sporgenti, agli arresti domiciliari, e Sergio Latini, magrolino, un filo di baffi, a piede libero per decorrenza dei termini. Secondo l'accusa, il primo sarebbe uno degli ideatori e degli esecutori di quella che è stata definita strage con tro la personalità dello Stato; il secondo dovrebbe rispondere a titolo di concorso; 11 terzo, il Latini, sarebbe un messaggero di morte: avrebbe portato cinque anni fa nel carcere di Novara l'ordine impartito dallo stesso Ferri di sopprimere Ermanno Buzzi, già condannato all'ergastolo per la strage, 11 quale minacciava di far rivelazioni sul crimine e che poi fu eliminato da Concutelll e TutL Ma il ruolo di Latini in questo processo è soprattutto quello del teste pentito. Le sue dichiarazioni costituiscono una parte impor¬ tante dell'ossatura dell'intera istruttoria. E' il quarto processo, dicevamo, per un fatto accaduto in una stagione ormai lontana, ricca di tensioni, di fermenti anche ideali, ma contrassegnata dalle prime gravissime manifestazioni dell'eversione di sinistra (proprio tra aprile o maggio del '74 si consumava il sequestro Sossi), e dagli attentati ricollegabili a quella di destra. Prima, di Brescia ci furono le bombe esplose lungo la rete ferroviaria toscana; dopo Brescia, l'Italicus, mentre si susseguivano voci di possibili, imminenti golpe. Dopo tredici anni Brescia attende giustizia, ma appare un po' stanca, un po' sfiduciata. Le indagini su Piazza della Loggia seguirono in un primo tempo la pista bresciana e condussero all'arresto di un gruppetto di giovani neo¬ fascisti, tra i quali Ermanno Buzzi e Angiolino Papa. Questi ultimi furono gli unici condannati nel processo di primo grado. Papa, dopo l'assassinio di Buzzi, fu assolto in appello. La Cassazione però ordinò un nuovo dibattimento che si svolse a Venezia e si concluse il 20 aprile 1985 con generali assoluzioni. Nel frattempo gli inquirenti seguivano un'altra pista che portava a Milano, sede all'inizio degli Anni 70 di agguerriti gruppi neofascisti, e in particolare a Cesare Ferri. Costui era già stato inquisito subito dopo la strage. Contro di lui esiste la testimonianza mal smentita di un sacerdote, don Marco Oasparotti: «Il mattino del 28 maggio 1974 vidi a Brescia nella chiesa di Santa Maria Caletterà un giovane in tutto simile a Cesare Ferri'. Ferri, interrogato, rispose: .Ho un alibi di ferro. Quel mattino mi trovavo all'Università di Milano. Ci sono testi che possono confermarlo-. Ed ecco comparire, come teste, Alessandro Stepanoff, che poi sarà accusato di favoreggiamento e di strage. Ma quella prima inchiesta del 1974 non ebbe un seguito immediato perché parve dare esiti più soddisfacenti la pista bresciana. Si tornò invece su di essa anni dopo, nel 1984, quando assieme ad altri imputati minori comparve sulla scena, in qualità di pentito, Sergio Latini legato in un primo tempo a Ferri da amicizia e da «fede» politica. Latini affermò che Ferri aveva manifestato l'in¬ tenzione di far eliminare Buzzi, temendo che egli lo chiamasse in causa per la strage. Proprio lui. Latini, incarcerato per altri motiyi, fu in grado, cosi affermò, di portare l'ordine di esecuzio- ne nel carcere di Novara. ■un mi Elementi attendibili? UH inquirenti ritengono di si. anrhp turchi* sostengono di ancne perone sostengono ai averli arricchiti con tutta una serie di altri elementi _„i „, i „ -ji j....m probatori e di riscontri Obiettivi. L'imputato ha sempre negato tutto e al suo fianco Ora, Oltre al movi- mento sociale, si schiera il che fa parte del collegio di ... , CUieSa. In una pausa dell'udienza l'imnntarn ha riptto ni croni- .. P „ ?" Ti T.1 Viamo di fronte a Stragi di Stato, che infatti hanno con- . ., . SOlidatO il potere costituito: Ma pubblico ministero e „,_h -i.jii /-„__ rannmoan parti civili (sono rappresen- tati anche la presidenza del ConsigliO dei ministri, il mi- ti . . . . nistero dell Interno e 1 Sin- dacati) hanno controbattuto tnttp 1p »re-nmpnt»7irmi tutte le argomentazioni. Tutte le eccezioni sono State partito. radicale con l'avvocato Francesco De Cataldo sti: «Si sono di destra, cioè un uomo che ama la tradizione e l'ordine e perciò ripudia le stragi. Hanno preso me perché ero il più vulnerabile, il più esposto, essendo già stato indisiato. Chi sono i responsabili? Credo che ci tre- resplnte dalla corte d'assise, il processo perciò potrà continuare venerdì. Ferri a Stepanoff: .Me l'aspettavo, ma la storia ci darà ragione'. Stepanoff: .A me interesse- r^CT D™™<7.. »#„ ì'.'Zui** X. rebbe soprattutto USCire da questa storia'. Clemente Granata